Ribery, Leao e gli altri quel pezzo di Serie A salvato dai debuttanti
Scoperte come Tomiyasu e Igor ma c’è chi stenta a emergere
Il gran ballo dei debuttanti è iniziato. Il Salone Serie A è affollato: sfilata di vip (da Lukaku a Ribery), fanciulli della buona borghesia pagati a peso d’oro (70 milioni per De Ligt), qualche imbucato (lo scopriremo solo dribblando), sfrontati ragazzi con gardenia a mo’ di pochette (Leao), giovani in rampa di lancio e potenziali crack (Castrovilli) o flop (il campionato è lungo, i conti si fanno alla fine, non ci sono più le mezze stagioni).
FRANK STELLARE. Gli invitati a questa festa sono i nuovi acquisti delle squadre di A che siano anche alla prima stagione nel nostro campionato massimo. E allora: Ribery. I primi colpi in maglia viola valgono già la Galleria degli Uffizi. Firenze lo adora. I 36 anni di Frank sembravano lo scivolo verso la pensione, invece il francese è arrivato dal Bayern zavorrato di gloria e di trofei ma ancora affamato. Sette volte in campo su sette giornate. Lui e una folta pattuglia di deb: Schone, Lukaku, Hernani, Sema, Rrhamani, Sofyan Amrabat, Lopez, Nandez, Tomiyasu, Majer e un solo italiano, Castrovilli. E’ quest’ultimo il più futuribile dei nuovi nostri: sempre titolare con Montella, il gol a San Siro, i paragoni con Tardelli, il contratto rinnovato in queste ore fino al 2024, l’azzurro accarezzato.
GODIN IN RITARDO. Casa Juve: Rabiot non si è visto, De Ligt si è visto appannato, Ramsey si è fatto vedere a strappi, Danilo si vedrà. Nel Milan più malconcio degli ultimi anni è piaciuta la sfrontatezza di Leao, unica luce accesa nel buio dove annaspa il Diavolo: 30 milioni (finora il Milan ne ha versati 23, il resto al raggiungimento degli obiettivi), 5 apparizioni, 297 minuti, un gol (Fiorentina) e un assist (Torino). Capitolo Inter: l’inserimento di Godin e Lukaku procede con tempi lunghi e passaggi (a vuoto) obbligati. Il primo vero fermo-immagine dell’ex colonna dell’Atletico lo vede in ritardo sugli avversari, saltato con una finta, come non gli capitava nemmeno da ragazzino. Ma parliamo del riassunto vivente di quel modo di vivere (il calcio) che è stato definito “Cholismo”, quindi bisogna avere pazienza. Come per Romelu il Gigante buono più che altro (finora) a sbattersi per i compagni, segnando pure (3 gol), ma senza lasciare il segno.
IL CASO LOZANO. Smalling gioca titolare da tre partite, Mkhitaryan ha fatto il botto all’esordio (gol al Sassuolo) e ha offerto l’assist vincente a Dzeko (contro il Lecce): ingredienti di qualità, mescolare con cura, tutto valore aggiunto per Fonseca (che ha già trovato in Pau Lopez una garanzia). La Lazio aspetta che Jony e Vavro prendano forma. Ancelotti (che sta registrando i progressi di Elmas) si è inceppato sul caso-Lozano. Lo fa giocare, ma il messicano va di siesta (per ora). Tre volte titolare in sette giornate, gol-lampo con la Juve al debutto, poi giù il sipario.
LE BELLE NOVITÀ. Se a Cagliari si coccolano l’uruguaiano Nandez (un De Napoli con più tigna), a Bologna hanno scoperto Samurai-Tomiyasu, il terzino giapponese che dall’inizio del campionato ad oggi non ha saltato nemmeno un minuto. Mihajlovic e il suo staff si fidano ciecamente di questo ventenne. Eppure: si era presentato a Casteldebole e qualcuno aveva sorriso quando - beata ingenuità - Tomi aveva infilato le scarpe da calcio nel borsone. Voleva portarle a casa, pensava che ogni giocatore si dovesse lavare le scarpe da sé, gli era sembrata una cosa normale. A Ferrara si sono innamorati di Igor Julio dos Santos do Paulo, per comodità Igor. Brasiliano, cresciuto in Austria, centrale difensivo di grande fisicità e buona tecnica, ogni tanto osa qualche svolazzo, ma è solido, affidabile e - soprattutto - ha solo 21 anni. Infine: Rodrigo Becao e Kumbulla hanno già fatto un bel regalo alle rispettive squadre - Udinese e Verona - segnando. Per ora basta. E’ il nuovo che avanza.
Castrovilli l’unico italiano in evidenza Sorpresa Smalling Jony da aspettare
Godin e Lukaku non sono ancora riusciti a conquistare l’Inter Lozano gioca e soffre