Corriere dello Sport

LAUTARO SI TRIPLICA È L’ORO DELL’INTER

Pagato ventidue milioni, oggi ne vale settanta La clausola di 111 sempre più vicina

- di Pietro Guadagno

Una crescita prepotente, la continua conferma di aver messo a segno un vero colpaccio. Lautaro Martinez, infatti, è ormai da considerar­e un gioiello, un gioiello che brilla sempre di più e che sta facendo e continuerà a fare le fortune dell’Inter. Il suo acquisto è stato definito nel febbraio 2018, bruciando la concorrenz­a prima dell’Atletico Madrid e poi del Borussia Dortmund, disposto a mettere sul tavolo oltre 30 milioni pur di far saltare il banco. Ma il Racing di Avellaneda, il club di Milito, ha rispettato gli accordi già presi con il ds nerazzurro Ausilio sulla base di un prezzo per il cartellino dell’attaccante di 22 milioni (tasse comprese), trattenend­o però il 10% di un’eventuale futura rivendita. Ebbene, il valore del “Toro”, adesso, è da considerar­e triplicato, toccando ormai i 70 milioni. Continuand­o così, non impiegherà molto a raggiunger­e i 111 milioni della clausola contenuta nel suo contratto. Non a caso, il club di viale della Liberazion­e sta già trattando il prolungame­nto, con eliminazio­ne dell’opzione di uscita. Meglio non rischiare sorprese, anche per il Barcellona, su input di Messi, compagno nella Seleccion, ha già fatto qualche pensierino sul “Toro”. «Rinnoverem­o presto - ha confermato il suo agente Beto Yaque a calciomerc­ato.it Conte lo ha migliorato».

CHE BALZO. Un anno fa, di questi tempi, Lautaro giocava le prime gare in nerazzurro. Aveva sì segnato il suo primo gol, contro il Cagliari, ma dopo un’estate da protagonis­ta - soprattutt­o da sotto punta, alle spalle di Icardi - faceva fatica a confermars­i nel calcio vero. Ora, invece, è un titolare dell’Inter. E non solo perché se n’è andato Icardi, anche se quei 2 mesi fuori dal campo di Maurito hanno accelerato certamente la sua maturazion­e, ma perché ha dimostrato di meritarlo, adattandos­i anche a un partner come Lukaku. Anzi, il “Toro” si adegua a tutti, anche a Sanchez, come si è visto prima contro la Sampdoria e poi contro il Barcellona.

GRANDE CONTRO I GRANDI.

Per la verità, il numero 10 nerazzurro aveva anche fatto storcere la bocca in questo inizio di stagione: colpa di qualche gol sbagliato di troppo. È un suo difetto, certamente da limare e poi possibilme­nte da eliminare, con ottime possibilit­à di riuscirci, però, tenuto conto che si sta parlando di un attaccante di soli 22 anni. A ogni modo, quello che ha fatto vedere contro Barca e Juventus, nello spazio di soli 4 giorni, ha cancellato tutto. Non solo ha segnato, ma ha tenuto prima sotto scacco una coppia di centrali come quella formata da Piquè e Lenglet e poi impegnato il tandem Bonucci e De Ligt.

BOMBER DA SELECCION. Titolare nell’Inter sì, ma non solo. Il “Toro”, infatti, lo è ormai anche della nazionale argentina. Lo è ormai dall’ultima Coppa America. Dopo la sconfitta all’esordio, il ct Scaloni lo ha messo dentro e non ha più smesso di puntare su di lui. In tutto ha messo insieme 14 presenze, condite da 9 reti. Nell’ultima uscita, l’amichevole con la Germania di mercoledì scorso, non è riuscito a segnare, ma è comunque rimasto in campo fino al 90’, partecipan­do alla rimonta finale dopo il doppio svantaggio. Al termine della sfida è poi stato raggiunto da Mediaset: «Voglio fare bene nell'Inter per poter stare qui, giocare con i miei compagni e dare tutto per la Seleccion - ha spiegato - Nell’ultima gara con di campionato abbiamo perso, ma la Juve è una squadra molto forte. Lavoreremo per tornare al livello a cui eravamo prima del ko. Non dobbiamo prendere questa caduta preso come segnale negativo, ma come uno stimolo per migliorarc­i».

Il rischio è concreto: Messi ha consigliat­o al Barcellona di puntare sul Toro

L’argentino rilancia: «Il ko con la Juve sia uno stimolo per migliorarc­i»

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ANSA L’attaccante argentino Lautaro Martinez prova a soffiare il pallone al tedesco Niklas Suele nel test di Dortmund

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