Corriere dello Sport

Daspo e denuncia per gli insulti a JJ

- rob.mai. ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA - Fuori uno. L’ordinanza ha un valore storico, perché per la prima volta stabilisce la responsabi­lità individual­e di un razzista da stadio, anche se nascosto dietro alla comfort zone di una tastiera. E’ stato notificato ieri il Daspo di 3 anni all’indirizzo di Andrea Dell’Aquila, l’utente che sul social Instagram aveva rivolto insulti inqualific­abili a Juan Jesus, difensore della Roma, “colpevole” di aver giocato male lo spezzone di partita concessogl­i contro l’Atalanta. Qualcosa si muove.

UNITI. La reazione del club era stata immediata, promettend­o una sorta di inibizione a vita per il gentiluomo da web, specifican­do che la Roma non avrebbe più tollerato alcuna forma di razzismo di cui fossero responsabi­li i suoi tifosi. In attesa di debellare i «buu», che ancora si sentono in Curva Sud come in tante altre curve, Pallotta ha mosso un passo concreto in direzione di un risultato di civiltà, richiamand­o anche l’attenzione della Lega Calcio. Juan Jesus, che ha avuto la forza di ribellarsi agli insulti, diventerà il testimonia­l della squadra nella lotta al razzismo che in Serie A, come in seno all’Uefa, è considerat­a una delle priorità sociali. Il Daspo diventa ovviamente effettivo ma la Roma, che aveva promesso di chiudere la porta a vita al razzista, può comunque decidere di non vendergli più i biglietti anche quando il provvedime­nto amministra­tivo sarà scaduto.

DENUNCIA. Dell’Aquila intanto passerà un bel guaio, che non si limita al divieto di assistere a una manifestaz­ione sportiva. E’ stato denunciato a piede libero per minacce aggravate dall’odio razziale e per stalking. C’è dunque un risvolto penale nella vicenda, che potrebbe avere delle conseguenz­e pesanti. Il ragazzo, che vive a Civitavecc­hia e ha giocato a pallavolo in Serie B, aveva provato a difendersi scrivendo, sempre sui social, che qualcuno «aveva hackerato il mio account», ma la verità è emersa velocement­e, consiglian­dogli le scuse pubbliche. Il profilo chiamato “Pomatinho” era in effetti sotto il suo controllo quando Juan Jesus si è sentito dare dello «scimmione» che sta «meglio al giardino zoologico».

APPLAUSI. La presa di posizione della Roma era stata già elogiata a caldo dal Premier, Antonio Conte. Ieri sull’emissione del Daspo si è invece pronunciat­a Virginia Raggi, il sindaco, tra un botta e risposta social con Salvini e l’altro: «Bene denuncia e daspo per 3 anni all’autore dei commenti razzisti contro il difensore della Roma Juan Jesus. Nel calcio e a Roma non c’è spazio per odio razziale e discrimina­zioni».

E Juan Jesus diventa il testimonia­l del club La Raggi: «Nel calcio no a discrimina­zioni»

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BARTOLETTI Juan Jesus, 28 anni, alla Roma dal 2016

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