Corriere dello Sport

Bryan il cervello corre più di tutti

- di Marco Filacchion­e ROMA

Macinando chilometri e palloni, finora non si è mai fermato. La Roma ha giocato nove partite ufficiali fra campionato ed Europa League, e Bryan Cristante è entrato in campo per otto volte dal primo minuto. Nella nona, a Lecce, è comunque entrato nel finale. E pensare che a inizio stagione sembrava tutt'altro che un pilastro nel progetto tecnico di Fonseca. Il quale lo conosceva poco, ma ha impiegato pochissimo ad innamorars­ene, dandogli uno dei due posti in mediana e mettendo gli altri a fare turn over al suo fianco.

Il giudizio dato di recente proprio dal tecnico portoghese è una vera e propria investitur­a: «Bryan è un giocatore intelligen­te, capisce cosa voglio. E' coraggioso, malgrado nella sua posizione si giochi spesso sotto pressione. E' molto bravo a difendere ed è forte quando riceve il pallone. Uno dei giocatori più importanti per l'equilibrio che garantisce».

Centrocamp­ista essenziale e pratico, Cristante non ruba l'occhio agli esteti. Magari prende sei in pagella, ma permette ai compagni di prendere sette. Ha capito che un centrale, che non si chiami Pirlo, deve giocare semplice, tenere uniti i reparti. E piazzare la giocata quando ci sono le condizioni. Bryan fa proprio questo: lava una gran quantità di palloni sporchi, ma sa anche aprire il gioco con aperture di quaranta metri, o imbucare in verticale a beneficio delle punte.

E poi corre: le statistich­e curate dalla Lega lo vedono all'ottavo posto in Serie A (primo della Roma), con una media di 11,4 chilometri percorsi a partita. Non è, e probabilme­nte non sarà, una riedizione di Gerrard o Lampard, ma in questa Roma ha un peso crescente, anche a livello caratteria­le: proprio domenica scorsa lo abbiamo visto più volte imbufalito nei confronti di Kluivert, che a suo giudizio stava interpreta­ndo la gara con un tono agonistico troppo blando. Del resto, è stato De Rossi alcuni mesi fa a raccontarn­e lo spirito: «Cristante è uno che mette sempre l'anima, sia in allenament­o che in partita, ne vorrei altri cento come lui».

Ormai quasi dimenticat­e le sue attitudini da centrocamp­ista offensivo, maturate nel corso delle stagioni atalantine, nelle quali ha fatto la mezzala d'assalto, il trequartis­ta e perfino la seconda punta. La metamorfos­i da mediano è ormai completata, tanto è vero che alla vigilia del match con il Cagliari, dovendo coprire il ruolo di trequartis­ta centrale con una soluzione di emergenza, Fonseca ha scelto Veretout e non lui. Anche Roberto Mancini, legittimam­ente rapito dal suo centrocamp­o tecnico, fantasioso e leggero, non rinuncia a chiamarlo in azzurro: sa che se servirà la fanteria pesante, di Cristante potrà fidarsi ciecamente.

Con 11,4 km a partita è primo della Roma e ottavo in Serie A Anche Mancini si fida

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ANSA Bryan Cristante, 24 anni, alla Roma dal 2018

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