Corriere dello Sport

TIFONE IN ARRIVO ORA RISCHIA IL GP

Hagibis soffia a 300 km all’ora ma può battere le F.1, fermandole Oggi la decisione sul programma

- Di Stefano Ferrari

Si chiama Hagibis, sfiora i trecento chilometri orari e non teme né le curve, né i rettilinei, perché la sua forza è devastante. Non stiamo parlando della sigla di una nuova power unit di Ferrari o di Mercedes, ma di un tifone, l’ennesimo per queste latitudini, che potrebbe nelle prossime ore mettere a dura prova la regolare disputa delle qualificaz­ioni del GP del Giappone, previste a Suzuka per domani nella primissima mattina italiana.

Si tratta di una minaccia atmosferic­a vera e propria che porterebbe alla modifica del programma del weekend, con lo slittament­o delle qualificaz­ioni da domani a domenica mattina, prima della gara. Ma il meteo varia di ora in ora in una forma preoccupan­te: i peggiori rovesci finora previsti per domani si fanno attendere e potrebbero presentars­i a Suzuka solo domenica, ciò che potrebbe compromett­ere l’effettuazi­one del gran premio. La decisione in merito è stata fissata per oggi e si fonderà sulle indicazion­i delle autorità locali, che agiranno in base agli ultimi rilevament­i.

FORZA DELLA NATURA. Hagibis è atteso su Tokyo che dista poco più di trecento chilometri da Suzuka e si stima che quando colpirà il Giappone potrebbe essere equivalent­e a un uragano di categoria cinque, giudicabil­e molto pericoloso. Dunque la forza della natura che batte la propulsion­e dei motori: uno scenario raro ma il rinvio delle qualificaz­ioni si è già verificato quattro volte in F.1, due delle quali proprio a Suzuka. La prima fu nel 2004, esattament­e il 9 ottobre e il ciclone si chiamava Ma-on, talmente potente da costringer­e gli organizzat­ori a rinviare le qualifiche la domenica, ma non alla Ferrari di Michael Schumacher di dimostrare di essere la migliore. Il tedesco di Kerpen vinse la sua tredicesim­a gara stagionale, a completame­nto di un percorso trionfale, strappando la pole la mattina e battendo su pista bagnata il fratello Ralf e Jenson Button.

Sempre a Suzuka, sei anni più tardi, il secondo rinvio datato 10 ottobre 2010, ma in quel caso non si trattò di un tifone ma “solamente” di pessime condizioni meteo: quattro ore prima del via, Vettel sulla Red Bull dominò le qualificaz­ioni (in questo caso su pista asciutta) e poi conquistò la vittoria, un trionfo anglo-austriaco completato da Mark Webber, mentre la Ferrari di Fernando Alonso si piazzò terza. Toccò al talento di Kimi Raikkonen spiazzare tutti nel marzo 2013 a Melbourne: allora, furono le piogge torrenzial­i a costringer­e l’organizzaz­ione a spostare le qualificaz­ioni la mattina della domenica, nelle quali prevalse Vettel (già su Ferrari), ma il finlandese seppe nel pomeriggio compiere un capolavoro portando la sua Lotus sul gradino più alto del podio: da allora e sono trascorsi sei anni e mezzo, non c’è più stato nessuno che non guidasse Ferrari, Mercedes o Red Bull a vincere in F.1.

IL TIFONE HUNT. Anomalia totale quella del 2015 ad Austin, negli Stati Uniti, con libere del venerdì e del sabato a singhiozzo, ma con tanta pioggia caduta tale da portare ad abolire le Q3. Risultato: pista asciutta solo il pomeriggio della domenica, vittoria di Hamilton e terzo Mondiale in tasca per l’inglese. Dunque, Ferrari sempre a podio nelle quattro occasioni in cui a vincere è stata la natura, ma esiste un precedente, guarda caso sempre accaduto in Giappone, nel quale forse sarebbe stato meglio dare retta alla pioggia. Parliamo del GP del Fuji del 24 ottobre 1976, la prima volta del circus in Asia. Fu la corsa del gran rifiuto di Lauda e del beffardo titolo mondiale conquistat­o per un punto da James Hunt. In quel caso il tifone fu lui.

L’uragano potrebbe arrivare domenica: uno scenario non nuovo per Suzuka

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GETTY Le Ferrari di Vettel e Leclerc pronte a entrare in pista
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