Mondiale sconvolto: paga l’Italia
Non si uccide così anche lo sport? Nella fattispecie il rugby, che al cospetto dell’uragano Hagibis - cattivissimo, per carità: livello 5 il più alto che c’è - è letteralmente scappato, rimediando una figuraccia davvero mondiale. Hagibis nel weekend secondo le previsioni note da settimane… - colpirà Toyota City e Yokohama, e World Rugby ha pensato bene di cancellare le due partite della Coppa del Mondo in programma nelle due città, Italia-All Blacks e Francia-Inghilterra. Non rinviare o spostare: cancellare e basta, cavandosela con uno 0-0 a tavolino e due punti a ciascuna squadra. Infischiandone alla grande del fatto sportivo e della credibilità della manifestazione, visto che la Francia aveva ancora la (risicata) possibilità di sorpassare l’Inghilterra finendo prima nella poule C. E l’Italia quella - infinitesimale, per carità - di battere la Nuova Zelanda (con il bonus) e qualificarsi per i quarti nella poule B.
Ancora incerta invece è la sorte di Giappone-Scozia, si deciderà domenica, prima della partita, considerato che gli organizzatori camminano sul filo: una cancellazione significherebbe la qualificazione per i padroni di casa, e l’ira funesta di una nazione britannica. Della dignità degli azzurri, oltre del fatto che per Parisse, Zanni e Ghiraldini - eroico nel recuperare a tempi record dal lungo infortunio - sarebbe stato probabilmente l’addio alla Nazionale, World Rugby però ha preferito dimenticarsene.
«E’ ridicolo: si sa che in questa stagione il Giappone è colpito dai tifoni - ha gridato Parisse - possibile che non si sia pensato a delle alternative? E’ dura venire a sapere così che non affronterai gli All Blacks. Penso che se a loro fossero serviti i 5 punti si sarebbe giocato. Tutti potranno pensare che cambia poco, visto che avremmo sicuramente perso, ma in questo modo ci si manca di rispetto». Il Giappone per altro è recidivo: nel 1993 ai Mondiali di sci di Morioka fu cancellato il superG maschile proprio a causa del meteo. Precedenti inquietanti visto che fra dieci mesi a Tokyo partiranno le Olimpiadi.
«E’ stato orribile sapere a fine allenamento che non si sarebbe giocato - ha commentato il ct azzurro O’Shea - Non dico che avremmo battuto gli All Blacks, ma volevamo finire il Mondiale sul campo. E’ un grande dispiacere, specie se penso a tutto quello che ha fatto Leo per recuperare e giocare almeno un’ultima partita. Questi ragazzi hanno dato la vita per il rugby italiano, si meritavano di chiudere con una partita». Spostare di uno o due giorni il match, o cambiare città visto che domani l’Irlanda giocherà con Samoa a Fukuoka, non era impossibile, ma il regolamento (assurdo) della Coppa del Mondo non lo prevede. «La sicurezza è la priorità assoluta», recita il comunicato ufficiale. Opinione condivisa da Steve Hansen, il ct degli All Blacks, giganti in campo ma stavolta piccoli piccoli nello spirito, che appellandosi al regolamento si sono opposti a qualsiasi soluzione: «Sarebbe folle rischiare delle vite, contro il meteo non si può fare niente». Neppure contro l’ipocrisia, l’approssimazione e i giochi di potere di uno sport che non vuole saperne di cambiare le proprie gerarchie.