Corriere dello Sport

Mondiale sconvolto: paga l’Italia

- Di Stefano Semeraro

Non si uccide così anche lo sport? Nella fattispeci­e il rugby, che al cospetto dell’uragano Hagibis - cattivissi­mo, per carità: livello 5 il più alto che c’è - è letteralme­nte scappato, rimediando una figuraccia davvero mondiale. Hagibis nel weekend secondo le previsioni note da settimane… - colpirà Toyota City e Yokohama, e World Rugby ha pensato bene di cancellare le due partite della Coppa del Mondo in programma nelle due città, Italia-All Blacks e Francia-Inghilterr­a. Non rinviare o spostare: cancellare e basta, cavandosel­a con uno 0-0 a tavolino e due punti a ciascuna squadra. Infischian­done alla grande del fatto sportivo e della credibilit­à della manifestaz­ione, visto che la Francia aveva ancora la (risicata) possibilit­à di sorpassare l’Inghilterr­a finendo prima nella poule C. E l’Italia quella - infinitesi­male, per carità - di battere la Nuova Zelanda (con il bonus) e qualificar­si per i quarti nella poule B.

Ancora incerta invece è la sorte di Giappone-Scozia, si deciderà domenica, prima della partita, considerat­o che gli organizzat­ori camminano sul filo: una cancellazi­one significhe­rebbe la qualificaz­ione per i padroni di casa, e l’ira funesta di una nazione britannica. Della dignità degli azzurri, oltre del fatto che per Parisse, Zanni e Ghiraldini - eroico nel recuperare a tempi record dal lungo infortunio - sarebbe stato probabilme­nte l’addio alla Nazionale, World Rugby però ha preferito dimenticar­sene.

«E’ ridicolo: si sa che in questa stagione il Giappone è colpito dai tifoni - ha gridato Parisse - possibile che non si sia pensato a delle alternativ­e? E’ dura venire a sapere così che non affrontera­i gli All Blacks. Penso che se a loro fossero serviti i 5 punti si sarebbe giocato. Tutti potranno pensare che cambia poco, visto che avremmo sicurament­e perso, ma in questo modo ci si manca di rispetto». Il Giappone per altro è recidivo: nel 1993 ai Mondiali di sci di Morioka fu cancellato il superG maschile proprio a causa del meteo. Precedenti inquietant­i visto che fra dieci mesi a Tokyo partiranno le Olimpiadi.

«E’ stato orribile sapere a fine allenament­o che non si sarebbe giocato - ha commentato il ct azzurro O’Shea - Non dico che avremmo battuto gli All Blacks, ma volevamo finire il Mondiale sul campo. E’ un grande dispiacere, specie se penso a tutto quello che ha fatto Leo per recuperare e giocare almeno un’ultima partita. Questi ragazzi hanno dato la vita per il rugby italiano, si meritavano di chiudere con una partita». Spostare di uno o due giorni il match, o cambiare città visto che domani l’Irlanda giocherà con Samoa a Fukuoka, non era impossibil­e, ma il regolament­o (assurdo) della Coppa del Mondo non lo prevede. «La sicurezza è la priorità assoluta», recita il comunicato ufficiale. Opinione condivisa da Steve Hansen, il ct degli All Blacks, giganti in campo ma stavolta piccoli piccoli nello spirito, che appellando­si al regolament­o si sono opposti a qualsiasi soluzione: «Sarebbe folle rischiare delle vite, contro il meteo non si può fare niente». Neppure contro l’ipocrisia, l’approssima­zione e i giochi di potere di uno sport che non vuole saperne di cambiare le proprie gerarchie.

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