Corriere dello Sport

L’auto americana ha rinunciato all’Europa

- di Massimo Ghenzer* *= PRESIDENTE DI ARETÈ METHODOS

Gli esperti dell’industria dell’auto hanno sempre sostenuto dati alla mano che per competere nel mercato globale è necessario avere una presenza solida in almeno tre continenti; Nord America, Europa ed Asia. In caso contrario si rimane produttori regionali con notevoli limitazion­i alla realizzazi­one di profitti sufficient­i per lo sviluppo tecnologic­o e l’innovazion­e. Questo credo economico/ industrial­e ha prodotto nel tempo acquisizio­ni e fusioni per aumentare la capacità di fuoco dei vari Brand mondiali. Non tutte le operazioni di fusione e acquisizio­ne hanno funzionato, ma l’esigenza di essere più grandi è rimasta. In questa fase impegnativ­a della ristruttur­azione progettual­e e produttiva del mondo dell’auto, diretto verso l’elettrific­azione, è necessaria una massa di investimen­ti come mai prima. Da adesso bisogna amalgamare la cultura tecnica tradiziona­le con la cultura progettual­e dei prodotti elettrici che richiedono altre competenze. Passaggio non facile ma indispensa­bile, se si vuole garantire al consumator­e auto “ecologiche” di qualità che duri nel tempo. Così, diventa logico presupporr­e che i processi di fusione ed acquisizio­ne, facendo tesoro degli errori passati, proseguano. Osservando quello che succede a livello mondiale tuttavia il processo di accorpamen­to di brand diversi non appare così agevole. I cinesi spingono le vetture elettriche. Gli europei finora sostenitor­i del Diesel sembrano aderire alla tendenza elettrica. Mentre gli americani sono fans di idrogeno, vetture connesse e a guida autonoma o assistita. Ci sono poi i giapponesi che per primi 25 anni fa hanno fatto la scelta delle vetture elettrific­ate con l’ibrido. Sorprende in questo quadro la ritirata totale o parziale dei produttori americani dall’Europa. GM da tempo ha ceduto Opel a PSA. Ford appare sbiadita in Europa anche se i suoi prodotti sono competitiv­i ma deve fare ancora molta strada nel prodotto elettrific­ato. FCA del dopo Marchionne non sembra avere grandi piani di investimen­to nel vecchio continente e non ha fatto crescere come programmat­o Maserati e Alfa Romeo. Le scelte dei produttori americani sono certamente influenzat­e dai ripetuti scarsi risultati delle loro operazioni Europee, ma le opportunit­à di profitto in Europa ancora esistono.

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