«Il Palermo è appartenza sarà la nuova Atalanta»
Le lacrime per l’addio di Chimenti, quelle versate quando ha rilevato il club: Dario Mirri, nipote di Renzo Barbera, vuole la serie B in 3 anni e s’ispira a un presidente del profondo Nord, Percassi
Il tassista frena di botto nel traffico e mormora. «Era un incubo, siamo rinati». Un caffè in centro e ti convincono che «la splendida monarchia di Zamparini era diventata solo monarchia. Di splendido nulla».
- Un’intervista atipica perché Dario Mirri è davvero un’onda che ci travolge. ll presidente spiega, si agita, coinvolto come poche volte abbiamo visto. A un certo punto scatta e ci invita: «Devo farle vedere una cosa». Aziona il cellulare, va alla ricerca di un filmato e poi fa: «Guardi qui, non le sembra assurdo tutto questo?». Un frammento di Palermo-Cittanovese di domenica scorsa, si vede un signore di almeno 75 anni, con gli evidenti acciacchi dell’età, che sale lentamente le scale per guadagnare il suo posto in tribuna. E’ in chiara difficoltà, ma indomito e profondsamente concentrato a raggiungere la sua poltroncina, in attesa della partita del Palermo. «Ogni volta che guardo questo filmato mi rendo ulteriormente conto dell’amore e della passione che c’è per questa squadra. E’ il nostro patrimonio. Guardi ancora...». E aziona nuovamente il cellulare, come se quelle immagini fossero lo spot della sua avventura di presidente. Non contento, Mirri recupera un altro video e sussurra “ascolti bene le parole”. Silvio Di Stefano, ragazzo ventenne palermitano diversamente abile, racconta le sue sensazioni in un minuto e mezzo. «Amo tanto la mia terra e la mia città, mi ritengo davvero tanto fortunato». Fortunato sì, nel bel mezzo della sua grande sfortuna, ma piacevolmente coinvolto come se tutto il resto non gli interessasse. Mirri lascia gli occhi sul display, quando alza lo sguardo sospira profondamente. Nel nuovo corso del Palermo il sentimento, profondo, non è una pura declamazione verbale.