Berrettini e Fognini quarti con vista Finals
A Shanghai due azzurri nei quarti, è la terza volta in un “Masters 1000” Fognini si è riscattato contro Khachanov Berrettini ha eliminato in due set Bautista Agut uno dei rivali per le Atp Finals di fine stagione
Gli italiani, si sa da tempo, in generale lo fanno meglio, chiedere a Madonna per i dettagli. Nel tennis sicuramente quest’anno lo stanno facendo bene, anzi benissimo, tanto che a Shanghai oggi ce ne sono addirittura due in campo nei quarti di finale, per giunta entrambi ancora in corsa per gli ultimi tre posti disponibili alle Atp Finals di Londra: Fabio Fognini, che all’alba italiana (6,30) era programmato contro il numero 4 del mondo Daniil Medvedev, mentre a Matteo Berrettini è toccato (giocherà nel primo pomeriggio italiano) il numero 5 Dominic Thiem.
E’ la prima volta che due azzurri si piazzano insieme fra gli ultimi otto di un Masters 1000 sul veloce, mentre sul rosso è capitato solo due volte: nel 2005 ad Amburgo con Volandri e Seppi; e a Montecarlo nello scorso aprile, con il recidivo Fogna - che finì per vincere il torneo - e Lorenzo Sonego. Matteo con la concentrazione da scacchista già esibita nei primi due turni ieri ha rispedito a casa in due set (7-6 6-4) Roberto Bautista Agut, numero 10 del mondo e suo concorrente diretto nella corsa verso Londra. Avanti subito nel primo set, il romano si è fatto riacchiappare dallo spagnolo, ha rischiato il tracollo ma si è ripreso alla grande il tiebreak. Nel secondo a scattare per primo (3-1) è stato Bautista, che ha avuto due palle per il 4-1 ma ha subito il ritorno del Beretta che, ritrovato il servizio (13 ace e l’87% di punti con la prima palla alla fine) ha pareggiato il conto sul 3-3 e chiuso in crescendo in meno di due ore. Ora Matteo ha 2365 punti nella Race, dove ha sorpassato David Goffin (sconfitto da Federer dopo 5 set ball sprecati nel primo set e fermo a 2325 punti) ed è salito al numero 9 - oggi sarebbe riserva alle Finals - appena 70 punti dietro Sascha Zverev, che nell'ultimo match di giornata ha battuto il russo Andrey Rublev. Un altro russo, il numero 9 Karen Khachanov, è finito invece nelle botole di gran classe allestite da Fabio Fognini. I due si erano affrontati la settimana scorsa a Pechino, e Khachanov l’aveva spuntata 6-1 al terzo, stavolta sono bastati due set (6-3 7-5) a Fabio, che è tornato così al numero 11 sia del ranking mondiale sia nella Race, con un distacco di appena 200 punti da Zverev. Con un altro Masters 1000 in programma a Bercy e nel mezzo anche Stoccolma e Basilea, una distanza tutt’altro che impossibile da colmare, se chi gli sta davanti dovesse inciampare.
«E’ un sogno», ha detto Fabio, che da quasi due anni ormai sta combattendo contro un dolore alla caviglia che a fine stagione lo obbligherà probabilmente a ricorrere al chirurgo, ma che sta giocando un tennis fantastico. «Perché sono ancora qui, ovviamente, ma soprattutto perché sto ritrovando il timing dei miei colpi. Le Atp Finals? In genere cerco di non pensarci troppo. Alla fine il concetto è che se gioco bene ho ancora una chance di farcela». Come si diceva i posti rimasti liberi alla O2 Arena sono ancora tre, sono già qualificati aritmeticamente Rafa Nadal, Novak Djokovic, Roger Federer, Daniil Medvedev e Dominic Thiem. Il sesto con grande probabilità sarà Stefanos Tsitsipas, che è a quota 3550 punti (ma oggi affronta Djokovic nei quarti). L’avversario di Fognini nei quarti, Daniil Medvedev, è l’uomo più in forma della seconda metà stagione, finalista negli ultimi cinque tornei giocati (compresi gli ultimi Us Open), e comunque quello che ha vinto finora più match nel 2019: 56. Il bilancio degli scontri diretti prima di oggi era in pareggio, 1-1, con entrambi i match disputati sul ‘duro’. Anche Berrettini del resto ha un osso durissimo, l’austriaco Thiem, finalista degli ultimi due Roland Garros e vincitore domenica scorsa del torneo di Pechino. L’unico precedente risale proprio a Parigi l’anno scorso, quando Matteo al terzo turno riuscì a strappare un set al secondo miglior terraiolo del mondo. Stavolta si gioca sul veloce, Matteo è un giocatore più maturo e soprattutto ha fame: magari di fish and chips, da consumare in riva al Tamigi.