Corriere dello Sport

DZEKO UN BELLO IN MASCHERA

Quattro gol, sette giocate decisive. È il giocatore di Serie A che tira di più. La frattura al viso non lo fermerà

- di Roberto Maida ROMA

Una protezione in carbonio e andrà in campo con la Samp (o al massimo con il Milan) Per la Roma è un recupero determinan­te

Su la maschera. Edin Dzeko spinge per giocare subito, nonostante le ammaccatur­e e i doloretti postoperat­ori. Se il decorso glielo consentirà, indosserà una protezione sul viso e sarà in campo contro la Sampdoria alla ripresa del campionato. Due settimane dopo essersi frantumato lo zigomo in più parti in uno scontro aereo.

DETERMINAN­TE. Molto dipenderà dal suo stato d’animo. Ma le rassicuraz­ioni che ha dato a Paulo Fonseca, uno che la maschera l’ha indossata una volta per scommessa, sono un buon indizio e un grande incoraggia­mento per la Roma, che dal suo centravant­i è quasi dipendente. Dopo il tribolato rinnovo del contratto, Dzeko è stato fin qui decisivo in tanti modi: in campionato ha fatto 4 gol, obiettivo che l’anno scorso aveva raggiunto dopo 21 giornate, ha provocato due calci di rigore (Lazio e Lecce) e prodotto un assist (Ünder, contro il Genoa). Sette giocate determinan­ti in altrettant­e partite. E avrebbe potuto fare meglio: Dzeko è il calciatore di Serie A che tira più frequentem­ente in porta (24 volte, circa 3,5 a partita) ma è soltanto quinto in termini di precisione (14 tiri nello specchio). In Europa League poi, nell’unica presenza, ha erogato un gol e un assist contro il Basaksehir, restando in panchina a Graz contro il Wolfsberge­r.

LA STRATEGIA. Ieri Dzeko era in Bosnia per dare il sostegno del capitano ai compagni di nazionale. Tutto previsto. Rimarrà più o meno fermo, tra terapie e qualche blando esercizio, fino alla prossima settimana, quando riprenderà a correre. Già da allora per lui sarà stata plasmata una mascherina in fibra di carbonio che ha caratteris­tiche di comfort e sicurezza altissimi. Essendo molto leggera, non va a premere sulla frattura ma al tempo stesso è praticamen­te infrangibi­le. La visibilità poi è perfetta in tutte le direzioni, dal momento che lo spessore è di pochi millimetri. Per Dzeko, la mascherina sarà un attrezzo di lavoro per circa un mese. Anche nelle fasi più concitate degli allenament­i, in partitella, per evitare contatti pericolosi. Sarà poi il chirurgo che l’ha operato, il professor Pesucci, a dargli il via libera definitivo. Al più tardi, Fonseca lo riavrà a disposizio­ne la domenica successiva contro il Milan.

DELUSIONE. Dzeko era molto arrabbiato dopo la partita con il Cagliari. Per l’arbitraggi­o e per la mancata vittoria, innanzi tutto, ma anche per l’infortunio. Aveva capito immediatam­ente, dal rumore dopo lo scontro, che qualcosa dentro al suo volto si era spaccato. Nonostante questo però ha chiesto di rimanere in campo fino alla fine e ha sfoderato la migliore giocata della sua partita: l’assist di testa per Kalinic, annullato dalla dibattuta decisione di Massa. E’ dispiaciut­o di aver perso la convocazio­ne della nazionale bosniaca, che peraltro è ormai fuori dall’Europeo, ma non ha potuto far altro che rinunciare.

IL PRECEDENTE. A Genova invece vuole esserci. Come volle giocare in quella notte di gennaio del 2018, quando Monchi lo aveva già promesso al Chelsea. Di Francesco lo impose tra i titolari, dando un segnale chiaro alla società. E Dzeko rispose segnando il gol del pareggio a tempo scaduto, su assist dell’esordiente Antonucci. Il giorno dopo, il trasferime­nto sarebbe saltato. E Antonio Conte, per la prima volta, fu costretto a rinunciare al giocatore che giudicava ideale per il suo calcio.

FEELING. La storia si è ripetuta poche settimane fa, con il sorprenden­te rinnovo del contratto che ha smantellat­o una trattativa molto avviata con l’Inter. E’ stato Fonseca, oltre alla ricchissim­a offerta economica di Pallotta, a convincere Dzeko a rimanere alla Roma. Dzeko non dimentica: dategli questa maschera, dai.

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