DZEKO UN BELLO IN MASCHERA
Quattro gol, sette giocate decisive. È il giocatore di Serie A che tira di più. La frattura al viso non lo fermerà
Una protezione in carbonio e andrà in campo con la Samp (o al massimo con il Milan) Per la Roma è un recupero determinante
Su la maschera. Edin Dzeko spinge per giocare subito, nonostante le ammaccature e i doloretti postoperatori. Se il decorso glielo consentirà, indosserà una protezione sul viso e sarà in campo contro la Sampdoria alla ripresa del campionato. Due settimane dopo essersi frantumato lo zigomo in più parti in uno scontro aereo.
DETERMINANTE. Molto dipenderà dal suo stato d’animo. Ma le rassicurazioni che ha dato a Paulo Fonseca, uno che la maschera l’ha indossata una volta per scommessa, sono un buon indizio e un grande incoraggiamento per la Roma, che dal suo centravanti è quasi dipendente. Dopo il tribolato rinnovo del contratto, Dzeko è stato fin qui decisivo in tanti modi: in campionato ha fatto 4 gol, obiettivo che l’anno scorso aveva raggiunto dopo 21 giornate, ha provocato due calci di rigore (Lazio e Lecce) e prodotto un assist (Ünder, contro il Genoa). Sette giocate determinanti in altrettante partite. E avrebbe potuto fare meglio: Dzeko è il calciatore di Serie A che tira più frequentemente in porta (24 volte, circa 3,5 a partita) ma è soltanto quinto in termini di precisione (14 tiri nello specchio). In Europa League poi, nell’unica presenza, ha erogato un gol e un assist contro il Basaksehir, restando in panchina a Graz contro il Wolfsberger.
LA STRATEGIA. Ieri Dzeko era in Bosnia per dare il sostegno del capitano ai compagni di nazionale. Tutto previsto. Rimarrà più o meno fermo, tra terapie e qualche blando esercizio, fino alla prossima settimana, quando riprenderà a correre. Già da allora per lui sarà stata plasmata una mascherina in fibra di carbonio che ha caratteristiche di comfort e sicurezza altissimi. Essendo molto leggera, non va a premere sulla frattura ma al tempo stesso è praticamente infrangibile. La visibilità poi è perfetta in tutte le direzioni, dal momento che lo spessore è di pochi millimetri. Per Dzeko, la mascherina sarà un attrezzo di lavoro per circa un mese. Anche nelle fasi più concitate degli allenamenti, in partitella, per evitare contatti pericolosi. Sarà poi il chirurgo che l’ha operato, il professor Pesucci, a dargli il via libera definitivo. Al più tardi, Fonseca lo riavrà a disposizione la domenica successiva contro il Milan.
DELUSIONE. Dzeko era molto arrabbiato dopo la partita con il Cagliari. Per l’arbitraggio e per la mancata vittoria, innanzi tutto, ma anche per l’infortunio. Aveva capito immediatamente, dal rumore dopo lo scontro, che qualcosa dentro al suo volto si era spaccato. Nonostante questo però ha chiesto di rimanere in campo fino alla fine e ha sfoderato la migliore giocata della sua partita: l’assist di testa per Kalinic, annullato dalla dibattuta decisione di Massa. E’ dispiaciuto di aver perso la convocazione della nazionale bosniaca, che peraltro è ormai fuori dall’Europeo, ma non ha potuto far altro che rinunciare.
IL PRECEDENTE. A Genova invece vuole esserci. Come volle giocare in quella notte di gennaio del 2018, quando Monchi lo aveva già promesso al Chelsea. Di Francesco lo impose tra i titolari, dando un segnale chiaro alla società. E Dzeko rispose segnando il gol del pareggio a tempo scaduto, su assist dell’esordiente Antonucci. Il giorno dopo, il trasferimento sarebbe saltato. E Antonio Conte, per la prima volta, fu costretto a rinunciare al giocatore che giudicava ideale per il suo calcio.
FEELING. La storia si è ripetuta poche settimane fa, con il sorprendente rinnovo del contratto che ha smantellato una trattativa molto avviata con l’Inter. E’ stato Fonseca, oltre alla ricchissima offerta economica di Pallotta, a convincere Dzeko a rimanere alla Roma. Dzeko non dimentica: dategli questa maschera, dai.