Corriere dello Sport

LOTITO: TOLLERANZA ZERO

«Chi sbaglia paga Fuori dall’Olimpico le mele marce»

- di Fabrizio Patania

Èuna battaglia di civiltà e di educazione. E forse ci voleva un presidente coraggioso, schietto e sincero come Lotito, perché si uscisse dall’ipocrisia dei saluti fascisti e dei buu razzisti. Dopo 15 anni, ha detto stop. Chi vuole continuare a frequentar­e l’Olimpico, si comporti bene e non infanghi l’immagine della Lazio e dei suoi tifosi. L’Uefa ha aperto un procedimen­to per i fatti relativi alla partita di Europa League con il Rennes, non è il primo episodio, si rischia una squalifica. Lotito, ieri all’Olimpico, è passato al contrattac­co. Un intervento lungo, accorato, appassiona­to. «Quando sono entrato nel calcio ho combattuto la logica della responsabi­lità oggettiva automatica. Nel momento in cui la società si è dotata di una serie di strumenti di carattere di controllo e organizzat­ivo per evitare certi comportame­nti, non posso rispondere del singolo. Allo stadio ci sono 3040 mila persone. Se poche persone, perché stiamo parlando di 30 persone, commettono un atto improprio la società non c’entra. Vengono penalizzat­e le persone perbene che magari hanno rinunciato a comprare un paio di scarpe al figlio per venire allo stadio. Se lo chiudono è giusto? Perché la società deve pagare pegno? Le responsabi­lità sono individual­i e non posso mettere un poliziotto per ogni spettatore. Prima della partita con il Rennes, abbiamo fatto entrare in campi tanti bambini di varie etnie per portare avanti la lotta al razzismo. Il vero problema è la stupidità. Quei ragazzi, credo, neanche sanno cosa fanno».

INCHIESTA. La società sta collaboran­do per l’identifica­zione dei colpevoli segnalati dagli ispettori Uefa. Si costituirà parte civile nel caso in cui venissero accertate le responsabi­lità. «La società si è data un codice etico. Chi non lo rispetta, viene espulso. Non lo facciamo più entrare. Seconda cosa. Cerco di collaborar­e con le forze dell’ordine per identifica­re i colpevoli. Devo tutelare le persone perbene che spendono per venire allo stadio e hanno la gioia di venire con le famiglie. Perché la Lazio deve avere un danno patrimonia­le e di immagine? Noi passiamo all’estero come una squadra di razzisti. Non è vero. Forse siamo la squadra opposta. In silenzio facciamo cose che pochissimi fanno. Portiamo persino i non vedenti allo stadio, vengono affiancati da uno speaker della radio che li aiuta a seguire la partita. Andiamo negli ospedali, negli ospizi. La Lazio è un ente morale. Per quale motivo non dovremmo difenderci?».

REAZIONE. Ecco l’affondo. «All’estero, appena uno sbaglia, lo prendono e lo portano in cella. E adesso noi diciamo tolleranza zero. Quando ho scelto come responsabi­le dell’area sicurezza il prefetto D’Angelo, ho fatto una scelta di campo. O di qua, o di là. Noi appartenia­mo a quel tipo di impostazio­ne: legalità, rispetto delle regole, trasparenz­a, determinaz­ione, crescita sociale, giovani. Non possiamo dare questo esempio. Sento i commenti. All’esterno esce si parla della Lazio dei razzisti. Ma razzisti di che? Allora chi sbaglia, paga. Se sbagli una volta, può essere un errore. Se continui significa che qualcosa non funziona e allora non meriti di stare all’interno dello stadio. Noi ci costituire­mo parte civile per i danni patrimonia­li, di immagine, ma soprattutt­o a tutela di quelli che si sacrifican­o per la Lazio. Faremo in maniera che le forze dell’ordine individuin­o i responsabi­li e devono pagare. Basta. Fine. Sono 15 anni, a tutto c’è un limite. Abbiamo avuto una grande evoluzione della tifoseria, ne prendo atto, l’ho sempre detto. Quando si dice che sono i tifosi della Lazio si commette un errore. E’ una sparuta minoranza a determinar­e disagi. Non è giusto. La tifoseria della Lazio è sana, seria, solidale. Le mele marce devono essere tolte, eliminate, parlo dal punto di vista legale. Non consentire­mo più a nessuno di sporcare l’immagine della Lazio». Chapeau.

«Non siamo razzisti e collaborer­emo per identifica­re una sparuta minoranza»

 ?? GETTY ?? Claudio Lotito 62 anni presidente della Lazio dal luglio 2004. In questi quindici anni alla guida del club biancocele­ste ha vinto 3 coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane 15 Gli anni di presidenza Dal luglio 2004 a oggi: sono ormai più di 15 gli anni di presidenza di Lotito 3 Le vittorie in campionato In 7 giornate la Lazio ha rimediato 3 successi, 2 pareggi e 2 sconfitte.
GETTY Claudio Lotito 62 anni presidente della Lazio dal luglio 2004. In questi quindici anni alla guida del club biancocele­ste ha vinto 3 coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane 15 Gli anni di presidenza Dal luglio 2004 a oggi: sono ormai più di 15 gli anni di presidenza di Lotito 3 Le vittorie in campionato In 7 giornate la Lazio ha rimediato 3 successi, 2 pareggi e 2 sconfitte.
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BARTOLETTI Un’immagine dei tifosi della Lazio allo stadio Olimpico

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