Mai in Azerbaigian quei suoi tre rifiuti
Campione nel calcio, eroe per il suo popolo. Ci si diventa quando vivi la tua leadership con naturalezza, quando fai in modo che la tua vita possa essere anche per gli altri. E Micki si dedica molto ai bambini: ancora non ne, il matrimonio con Betty Vardanian è freschissimo ed è stato celebrato in Italia, a Venezia, nella suggestiva San Lazzaro degli Armeni. Ma la sua vita di campione si rivolge spesso, con gesti concreti e sui social, ai piccoli che hanno più bisogno, in patria e dove si è trovato a giocare. E poi esiste la coscienza del tuo popolo, le sue, le tue sofferenze, che ti porti dentro e a cui rispondi con coerenza: così si diventa eroi. indipendenza da Mosca. Dal 1923 quella terra era una regione autonoma all’interno della Repubblica Socialista Sovietica dell’Azerbaigian, ma con una popolazione in gran parte armena. Già prima della dichiarazione d’indipendenza si era scatenata la repressione. L’atto unilaterale della capitale Stepanakert fu la scintilla che deflagrò in guerra. Baku inviò le proprie truppe in quei territori montuosi per fermare i ribelli.
Intanto proclamava la sua indipendenza anche l’Armenia, diventando il terzo attore del conflitto e armando da Erevan i fratelli del Nagorno Karabakh. Armenia e Azerbaigian sono ancora due nazioni in guerra tra loro e vivono le loro relazioni diplomatiche molto complesse. Anche in ambito sportivo la parola avversario viene sostituita dal termine più crudo, senza appello: nemico. Da 25 anni le violazioni del cessate il fuoco sono continue e tante sono le vittime lungo la linea di un confine che confine non è.
I NO. Micki è stato tante volte a Stepanakert, è stato insignito della medaglia “Difensore della patria”. E con coerenza ha detto no a città in cui non voleva andare. Il primo ottobre 2015 il primo rifiuto a partire con il Borussia Dortmund per il match di Europa League a Gabala, in Azerbaigian. Il Borussia di Tuchel vincerà lo stesso.
Poi arrivano i rifiuti targati Arsenal. Il 3 ottobre 2018, da trequartista dei Gunners, salta la trasferta di Champions League contro il Qarabag che si disputa allo Stadio Olimpico di Baku. Avrebbe dovuto affrontare settantamila persone pronte a prenderlo come bersaglio. Il terzo no, il più pesante, è dello scorso 29 maggio. Baku stavolta è la sede della finale di Europa League e l’Arsenal deve affrontare il Chelsea, in una sfida tutta inglese. Si tenta un sottile lavoro diplomatico con la Uefa, al fine di garantire le migliori condizioni di sicurezza possibili per il giocatore ma Micki ha deciso ancora, a Baku non va. Le scelte forti di un eroe che gli armeni vivono come uno di loro.