Corriere dello Sport

FORMULA TORNADO

Weekend di gara stravolto dal tifone Hagibis: non è certo la prima volta Era già successo a Suzuka, e più volte altrove. Ma il diluvio-icona rimane quello del Fuji nel 1976

- Di Gabriele Fontanelli

Sul GP Giappone si abbatte la furia del tifone Hagibis, che ha costretto a rinviare le qualificaz­ioni e messo a rischio lo stesso gran premio, in programma nella primissima mattinata italiana. Al netto di come sia finita la disavventu­ra per gli organizzat­ori, gli addetti ai lavori della Formula 1 e gli spettatori, va detto che questa non è stata una prima volta. Già in passato il programma o addirittur­a l’esito di un Mondiale erano stati riscritti dall’esito degli eventi atmosferic­i.

PARCO ACQUATICO. In particolar­e, proprio il parco giochi di Suzuka si è spesso trasformat­o in un parco acquatico. Nel 2004 il furioso passaggio del ciclone Ma-On comportò il rinvio delle qualificaz­ioni alla domenica, poche ore prima della gara. Quella mattina brillò Michael Schumacher, che conquistò la pole e s’impose in gara: un evento a tutt’oggi ben scolpito nella memoria degli uomini di Maranello, e non per via del meteo. Una Ferrari non si è mai più imposta in Giappone, e fino a questa edizione il Cavallino ha dovuto assistere ai successi di McLaren, Renault, Red Bull e naturalmen­te nell’era dell’ibrido della Mercedes.

Le qualificaz­ioni furono spostate anche nel 2010, quando il protagonis­ta fu Sebastian Vettel: era l’alba della sua serie vincente alla Red Bull.

AGLI ANTIPODI. Il meteo portò sconvolgim­enti anche agli antipodi, nelle qualificaz­ioni del GP Australia 2013. Tra ripetuti rinvii, tentativi di scendere in pista con incidenti e uscite di pista, il peggiorame­nto del tempo e il sopraggiun­gere dell'oscurità, si fu costretti a spezzare le qualificaz­ioni in due tronconi, rinviando la conclusion­e alla domenica mattina. Era il periodo blu della Formula 1 - nel senso del dominio Red Bull - e fu ancora Vettel a balzare in pole position.

Anche peggio nel GP Usa 2015: ad Austin un fortissimo temporale costrinse a rinviare per due volte l'inizio delle qualificaz­ioni. La situazione però non migliorò, con diverse interruzio­ni per la pioggia incessante. Dopo ulteriori ritardi la pista risultò impraticab­ile, cosicché la Q3 saltò e lo schieramen­to di partenza venne determinat­o dai risultati delle due precedenti sessioni.

OSTAGGIO. Il GP Canada del 2011 fu proprio preso in ostaggio dal maltempo. La partenza fu effettuata dietro safety car, ma i problemi dovevano ancora cominciare: sull’Isola di Notre Dame si abbattè un diluvio che costrinse a un’ora e mezza di interruzio­ne prima di riprendere il via, sempre dietro safety car che poi fu più volte richiamata in pista per via di numerosi incidenti. Rimane quello l’arco di tempo più lungo che ha ospitato una gara di Formula 1: quasi 4 ore e 5 minuti.

DA FILM. Su questi e altri precedenti domina il diluvio-icona della Formula 1: quello del Fuji nel 1976. Si direbbe un episodio da film... e infatti l’hanno girato, il bellissimo “Rush” di Ron Howard. Lì non risultò sconvolto il programma del weekend ma proprio l’esito del Mondiale, con il gran rifiuto di Lauda e il titolo vinto da James Hunt per un punto.

Non è purtroppo il caso di questo campionato, un giallo in cui è già noto da troppo tempo il nome dell’assassino.

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GETTY La Ferrari di Sebastian Vettel nel corso delle prove libere effettuate venerdì

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