Corriere dello Sport

JUVE GRAN RISERVA UNA PANCHINA TUTTA D’ORO

Quasi sessantatr­é milioni di ingaggio per i giocatori rimasti fuori dall’inizio contro l’Inter, quanto speso dalla società nerazzurra per l’intera rosa (59,5)

- Di Nicola Balice

«A nche la Juve B vincerebbe lo scudetto». Questa è una di quelle frasi che da più parti si ripete, un modo come un altro per sottolinea­re la strapotenz­a della squadra otto volte campione d'Italia. Una provocazio­ne? Forse sì, ma non troppo. Perché aspettando che il campo possa emettere tutti i suoi verdetti dopo quelli parziali degli scontri diretti vinti di misura dai bianconeri contro Napoli e Inter, si può capire come in effetti la Juve avrebbe la potenza anche economica per trasformar­e quella provocazio­ne verbale in un dato di fatto. Un'analisi per tutte: quella legata al monte ingaggi. Perché la sola formazione titolare schierata contro l'Inter supera di gran lunga la spesa per gli stipendi dell'intera rosa a disposizio­ne di Antonio Conte: 84 milioni netti contro i 59,5 dei nerazzurri. Certo c'è Cristiano Ronaldo con il suo ingaggio monstre da 31 milioni a fare la differenza. Ma pure spostando l'attenzione nella Juve che è rimasta esclusa dalla formazione titolare proposta da Maurizio Sarri, il potenziale è schiaccian­te: la Juve degli esclusi guadagna più di tutta l'Inter, quindi di tutte le altre squadre della serie A.

PANCHINA D'ORO. Per semplicità si può parlare di una panchina d'oro, intesa nel senso più ampio del termine, vale a dire prendendo in consideraz­ione i giocatori a tutti gli effetti facenti parte della prima squadra: compresi anche gli indisponib­ili, che siano infortunat­i (come Giorgio Chiellini, Danilo, Mattia De Sciglio e Douglas Costa) o fuori dal progetto (Mattia Perin e Marko Pjaca, a loro volta fermi ai box, o l'esubero eccellente Mario Mandzukic). Tornando indietro di una settimana fino alla lettura delle formazioni ufficiali dell'ultimo derby d'Italia, il totale degli ingaggi dei 15 bianconeri non scesi in campo dal primo minuto tocca quota 62,9 milioni. Più di tutta l'Inter, appunto. Un calcolo che sarebbe cambiato di poco anche se poi le scelte di Sarri fossero state diverse. Un'autentica santa abbondanza quella che si trova a dover gestire Sarri e che può portare a capire come sì, in questo momento anche la Juve B potrebbe vincere lo scudetto. O quantomeno avrebbe l'obbligo di provarci, essendo questo ovviamente un discorso molto teorico.

Una potenza economica superiore anche al netto del costo di CR7 (31)

L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA. C'è un'altra faccia della medaglia però. Perché allo stesso tempo, quel monte ingaggi che si avvicina pericolosa­mente ai 150 milioni netti l'anno senza considerar­e tutti i bo

nus che se raggiunti (come sperato) andranno a gravare ulteriorme­nte sul bilancio, difficilme­nte potrà essere sostenibil­e sul lungo periodo. Rispetto alla passata stagione, tra rinnovi di contratto ed esiti della campagna acquisti, la Juve ha alzato l'asticella di circa 30 milioni netti: molto più di quanto era prevedibil­e o auspicabil­e, anche consideran­do quel mercato in uscita che per riuscire a completars­i avrà bisogno della sessione invernale (in partenza sempre Mandzukic, Pjaca, Perin e forse Rugani). Anche se, guardando il campo, il problema di un monte ingaggi del genere è forse tutto delle altre squadre: con 60 milioni netti la Juve paga le riserve, l'Inter tutta la squadra chiamata a contrastar­e il dominio bianconero. Ma oggi come oggi, forse per battere la Juve servirebbe un'altra Juve.

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GETTY Adrien Rabiot, a destra, ed Emre Can in allenament­o: sono due dei rinforzi eccellenti della Juventus di Sarri

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