Buffon: È l’ora della Champions
«Cristiano Ronaldo può vincere il Pallone d'oro anche nella Juve, a patto di conquistare qualcosa di importante: sarebbe ora...». La battuta che si lascia scappare Gigi Buffon dall'Auditorium di Trento, dove si svolge il Festival dello Sport – e la compagna Ilaria D'Amico lo sta intervistando – chiama in causa con un giro di parole l'ennesimo tentativo bianconero di dare la caccia alla Champions League. Buoni propositi da sbandierare una volta di più, l'auspicio è di chi la Juve l'ha lasciata solo per un attimo. Gigi è sempre portatore sano di ambizioni. Una missione che non si può rimandare ancora.
BUON SEGNALE. Mentre il record di presenze in serie A è un altro tassello di fine carriera, per Buffon. «Molti traguardi li raggiungi se riesci a mantenere una certa distanza dai quelli personali, ma ragionando di squadra. Poi i record tranquilli che arrivano. Io con il ritorno alla Juventus, a 41 anni, ho voluto chiudere il cerchio. Ho sentito il richiamo di casa, e ho accettato anche un ruolo meno importante rispetto a prima». E allora, visto che la Juve non vuole perdere l'abitudine ai trionfi, ecco il sorpasso sull'Inter appena perfezionato. Il 2-1 di San Siro, otto giorni fa, sta ristabilendo le gerarchie. «Di aver vinto il derby d'Italia mi interessa relativamente», dice ancora Buffon. «Piuttosto, è la maniera in cui abbiamo vinto che ha significato tanto: un buon segnale. Stavolta secondo me la forma contava più della sostanza».
CONTE, SOLO STIMA. Anche perchè, il valore moltiplicato di un successo contro l'Inter è anche legato ad Antonio Conte. Per l'ambiente bianconero un simil-tradimento, vederlo sulla panchina dei rivali storici. «Capisco i tifosi della Juve che ci sono rimasti male, ma bisogna partire dal presupposto che uno come Antonio va stimato: perché per la Juventus ha dato tutto sè stesso con la massima convinzione, ottenendo risultati. Magari è stata una scelta discutibile, ma per Conte parla quello che ha raccolto come giocatore e poi come tecnico. Gli voglio un bene dell’anima: per me è stato compagno di squadra, il mio capitano, il mio allenatore alla Juve e in Nazionale. Conosco la persona e il professionista e nella vita non potrei mai muovergli qualche colpa».
«Ronaldo può vincere il Pallone d’Oro anche nella Juve. C’è solo stima per Conte»