Simone mai così lento ora serve la svolta
ROMA - Non è un campanello d’allarme, ma un promemoria. La Lazio finora ha scherzato col fuoco e con la classifica. Dalla sfida con l’Atalanta in poi dovrà aumentare la velocità se vorrà raggiungere l’obiettivo Champions. Lo dice il recente passato, ovvero le tre precedenti stagioni cominciate con Simone Inzaghi in panchina. I biancocelesti non avevano mai ottenuto così pochi punti nelle prime sette giornate. Tre vittorie (contro Sampdoria, Parma e Genoa), due pareggi (Roma e Bologna) e due sconfitte (Spal e Inter): è stata raggiunta quota 11 dopo la trasferta del Dall’Ara, chiusa con il rammarico del calcio di rigore fallito da Correa.
È il peggior risultato, seppur di poco, registrato con il tecnico di Piacenza alla guida fin dall’estate. Nel 2015-2016 era subentrato all’esonerato Pioli. La Lazio aveva racimolato un bottino maggiore perfino l’anno scorso, nonostante l’inizio in salita visto il doppio confronto con Napoli e Juventus (le prime due della classe): tre sconfitte totali (si era aggiunto il derby perso con la Roma proprio alla settima), però anche quattro successi contro Frosinone (1-0), Empoli (0-1), Genoa (4-1) e Udinese (1-2). Nemmeno un pareggio, 12 punti conquistati.
La squadra, precedentemente, aveva fatto decisamente meglio. Stagione 20172018? Neanche a parlarne. Quella del quarto posto sfumato al fotofinish nello scontro diretto con l’Inter: 16 punti su 21 disponibili schienando in ordine Chievo (1-2), Milan (4-1), Genoa (2-3) e Verona (0-3). L’unico scivolone era arrivato all’Olimpico con il Napoli (1-4). Contro la Spal, all’esordio all’Olimpico, la Lazio aveva invece impattato 0-0 a una settimana di distanza dal trionfo in Supercoppa. Flessione quasi giustificabile.
Ancora prima - Serie A 2016-2017 - Inzaghi aveva messo da parte 13 punti: quattro vittorie contro Atalanta (3-4), Pescara (3-0), Empoli (2-0) e Udinese (0-3), il pari con il Chievo (1-1) e le due sconfitte subìte da Juventus (0-1) e Milan (2-0).