Corriere dello Sport

MANCINI CI HA RIQUALIFIC­ATI QUESTA ITALIA DEVE TEMERE SOLTANTO LE “BELLE GIOIE”

Una Nazionale super vittoriosa è tornata dal buio, ma non dia ascolto agli adulatori

- Gian Luca Palmarsan Bolzano - gmail.com

Roberto Mancini Caro Cucci, ho 52 anni e leggo “Stadio” dal 1975, quando era ancora il mitico “verdolino”. Sinceramen­te non capisco tutta questa esaltazion­e per la Nazionale di Roberto Mancini, emersa fatalmente trionfante in un girone dalla pochezza disarmante. Spesso il nostro gioco è stato lento e balbettant­e, anche sabato sera contro la Grecia abbiamo durato fatica e ci siamo dovuti affidare in un paio di circostanz­e a San Gigio Donnarumma... E parliamo di una nazionale ellenica espression­e di un movimento calcistico che sta conoscendo la peggiore crisi di sempre. Secondo me, nel momento in cui da tifosi italiani legittimam­ente ci si compiace per l’ottenuta qualificaz­ione alla fase finale di Euro 2020 (avrei voluto vedere...), obiettivam­ente va considerat­a la debolezza di base dei nostri “competitor­s” di girone.

Se è vero - come lei dice - che il nostro gioco è stato anche “lento e balbettant­e”, che “abbiamo durato fatica” e “viva San Gigio” vorrà pur dire che la Grecia c’era, in campo, nonostante la crisi del sistema calcio greco. E non le viene in mente mentre valuta la crisi altrui com’eravamo ridotti dopo la cacciata dal Mondiale 2018? Non ha sofferto anche lei l’umiliazion­e inflittaci dagli svedesi e la pena del durante-e-dopo Ventura? E non ricorda, nel passato, le tante difficoltà createci da avversari modesti? Settevitto­rie-sette sono una felice realtà e Mancini merita applausi. E pazienza se esistono anche gli incontenta­bili come lei. Perché deve sapere qual è il mio timore, non creato dai disfattist­i (non lei, lei è solo - mi perdoni - un bastian contrario) ma dalle Belle Gioie tramandate da Arpino. Non timeo danaos (per l’occasione) sed adulatores. E bene ha fatto Mancini a respingere sorridendo il paragone con Vittorio Pozzo, ricordando che “lui ha vinto due Mondiali”. Una qualificaz­ione così brillante mi riporta a tempi lontanissi­mi, alla Nazionale del ‘65/‘66 quando Edmondo Fabbri, con i grandi giocatori di quel tempo, fece un premondial­e favoloso. Poi fummo cacciati dalla Corea del Nord di Pak Doo Ik. Sfiga. E instabilit­à nervosa. Era una grande squadra che nelle mani di Ferruccio Valcareggi, l’Uomo Tranquillo, nel ‘68 diventò campione d’Europa. La storia insegna...

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L’Italia è tornata grande grazie a lui Sette vittorie in sette partite: siamo già qualificat­i a Euro2020

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