Corriere dello Sport

Dal 2012 molto più rosso che nero e le previsioni restano negative

I ricavi stentano, i costi sono alti Anche il prossimo bilancio chiuderà in perdita: -90 milioni

- Di Marcel Vulpis *

Il botta e risposta tra la dirigenza Ac Milan del “periodo Berlusconi” e quella attuale (legata al fondo americano Elliott Management Corp.), ha riaperto ferite dolorose, sia relativame­nte alla storia della vendita del club sia, soprattutt­o, per l’analisi dei conti economici delle diverse gestioni che si sono succedute in poco più di due anni e mezzo: ovvero dal 13 aprile 2017 (data di cessione del club rossonero al broker asiatico Yonghong Li) ad oggi.

L’ultimo bilancio dell’era Berlusconi (alla data del 31 dicembre 2016) si è chiuso con una perdita consolidat­a di 74,8 milioni di euro. L’ultimo in sostanzial­e equilibrio, invece, è quello collegato alla stagione 2012 (-956 mila euro), con le cessioni pesanti di Zlatan Ibrahimovi­c e Thiago Silva al Paris Saint-Germain.

Nelle stagioni successive il rosso è stato un elemento costante: prima una perdita di 15,72 milioni di euro nel 2013, poi -91,28 milioni nel 2014, -89 milioni nel 2015 e, infine, -74,8 milioni nel 2016. Due gli indici più interessan­ti da esaminare: “indice di solvibilit­à totale” pari a 0,86 (il club rossonero non possedeva beni sufficient­i per pagare i debiti aziendali) e “indice di solvibilit­à corrente” pari a 0,43 (l’attivo non era in grado di pagare debiti a breve). Oltre a ciò la posizione finanziari­a netta era negativa per 178,39 milioni di euro (con debiti verso le banche per più di 73 milioni).

Il rapporto tra debiti enti creditizi/attivo (ovvero l’incidenza del ricorso al sistema creditizio per finanziare le attività rossonere), sempre nel 2016, ha raggiunto il tetto del 57,8%, ma in forte riduzione rispetto ai livelli record del 2008 (80,4%), 2010 (78,4%), 2011 (80,3%) e 2014 (85,1%).

La gestione cinese, inaugurata nella primavera 2017, ha utilizzato come società- veicolo la “Rossoneri Sport Investment Luxembourg S.à.r.l.” (prima della trasformaz­ione in Sino Europe Sport). Il 30 giugno 2017 è stato pubblicato un bilancio di 6 mesi (un mix tra la gestione Berlusconi e quella del broker asiatico), chiuso con una perdita di 32,6 milioni di euro.

Al momento della cessione del brand Ac Milan, la società mostrava ricavi commercial­i per 77 milioni ed un fatturato netto pari a 220,2 milioni di euro. Durante la gestione asiatica il club ha registrato introiti commercial­i per 62,5 milioni ed un fatturato netto di 213,6 milioni di euro. Leggerment­e più basso rispetto all’ultimo anno della proprietà Berlusconi, potendo contare sulla garanzia di molti contratti pluriennal­i.

Purtuttavi­a il declino del club è stato inesorabil­e ancor prima dell’arrivo di Yonghong Li. I ricavi gare, nel 2012, ammontavan­o a 33,75 milioni, contro i 25,47 al 31 dicembre 2016. I ricavi tv da 139,81 mln (2012) erano crollati a 87,91 mln (2016). Più stabili le entrate da accordi commercial­i (79,7 mln nel 2012; 77,71 mln nel 2016). Unica voce in controtend­enza è stata quella degli “altri ricavi”: 14,15 milioni nel 2012; 29,11 milioni nel 2016.

Infine, dai 267, 5 milioni del “valore della produzione netta” (stagione 2012) si è passati a 220,21 milioni (nel 2016). L’analisi dei costi operativi, pari, nel 2012, a 267,73 milioni, ha mostrato un livello molto alto anche nella fase finale della gestione Berlusconi (238,46 milioni di euro). Pesante, infine, il segno “rosso” registrato nel settore dell’intermedia­zione calciatori: da -21,92 milioni del 2013 ai -39,9 milioni del 2016.

Il primo bilancio consolidat­o sotto la guida di Yonghong Li, relativo all’esercizio 2017/18, ha mostrato una serie impression­ante di dati negativi: perdita consolidat­a netta pari a 126 milioni di euro, patrimonio netto negativo per 36 milioni e posizione finanziari­a netta consolidat­a (al 30 giugno 2018) in area -128,4 milioni. Un risultato collegato, a filo doppio, ai costi operativi pari a 248,11 milioni di euro (di cui 150,39 milioni solo per il personale).

Il mancato rispetto del pagamento dei prestiti esistenti tra Yonghong Li e il fondo Elliott ha portato al “subentro” della società americana nel controllo della società. La “Rossoneri Sport Investment Lux”, in fase di finanziame­nto del prezzo di acquisto del club, ha siglato un prestito con la società Project Redblack S.à.r.l. per circa 202 milioni di euro (ad un tasso di interesse dell’11,5%). La Redblack, a sua volta, è stata assistita da Elliott Adivsors UK, controllat­a indirettam­ente da Elliott Management.

Il prestito in esame, fornito da Redblack a “Rossoneri Sport Investment Lux, infine, è stato garantito con le azioni del club rossonero e della “società-veicolo” di diritto lussemburg­hese. Anche il primo bilancio a guida Elliott, fuori dall’influenza cinese, non si chiuderà in territorio positivo. Si prevede, infatti un “rosso” pari a 90 milioni di euro (seppure in migliorame­nto rispetto ai -126 milioni della stagione precedente). La ragione è strettamen­te collegata alla struttura dei costi, che continua a superare di molto quella dei ricavi.

I diversi soggetti coinvolti si addebitano reciprocam­ente la responsabi­lità dei risultati negativi, ma ad aver generato la crisi rossonera, lenta ma inesorabil­e, è stata soprattutt­o una gestione stanca nella fase finale dell’era Berlusconi, molto opaca sotto la guida del broker asiatico e ancora tutta da valutare se pensiamo al fondo Elliott, nonostante l’arrivo di un top manager del valore di Ivan Gazidis (ex Arsenal Fc) e all’utilizzo della bandiera-Paolo Maldini (per l’area tecnica). 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

periodo di riferiment­o: 2008-2016 fonte: bilanci Ac Milan

Sono pesanti i dati del periodo cinese: 150 milioni spesi solo per il personale

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ANSA Adriano Galliani, 75 anni

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