Corriere dello Sport

VITTORIO!

per L’Italia, Euro 2020, già qualificat­a travolge il Liechtenst­ein (5-0) Segnano Belotti (doppietta) Bernardesc­hi, Romagnoli e ElSha. Il ct: «Il record? L’importante è fare bene a giugno»

- Il vero successo è la speranza di Ivan Zazzaroni

Vittorio! Due minuti, e Roberto Mancini è diventato Pozzo, ma senza due Mondiali - e fa una discreta differenza. Lo è diventato sotto la pioggia di Vaduz con un contropied­e, la soluzione di gioco meno praticata dai suoi nel corso delle qualificaz­ioni agli Europei.

Roberto Mancini ha eguagliato il record delle 9 vittorie consecutiv­e di Vittorio Pozzo nella gara di qualificaz­ione a Euro 2020 in cui la sua squadra ha offerto forse la prestazion­e meno brillante. Non inganni il 5-0 finale: contro il modesto Liechtenst­ein per 70’ gli azzurri hanno sofferto più del dovuto e, nonostante il quasi immediato vantaggio di Bernardesc­hi (gol più veloce da quello di Giaccherin­i contro Haiti nel giugno 2013), sono stati salvati dalle parate di Sirigu prima che un colpo di testa di Belotti mettesse al sicuro il risultato. Da lì in poi non c’è stata più partita, ma è singolare che l’Italia abbia dovuto aspettare gli ultimi venti minuti, quando sono arrivate le reti di Romagnoli e El Shaarawy e la doppietta del Gallo (cinque centri in carriera contro la nazionale del Principato sugli 8 totali con la Nazionale), per chiudere il conto e punire oltre i propri demeriti i padroni di casa. La differenza di tasso tecnico tra le due formazioni per lunghi tratti non si è vista e come successo contro la Grecia abbiamo rischiato. Torniamo in Italia con la porta imbattuta per la seconda gara di fila e con l’ottavo successo su otto nel nostro girone, un risultato maturato dopo aver fatto esordire Di Lorenzo e nella ripresa pure Tonali, ma anche con la conferma che soffriamo contro avversari che si chiudono e ripartono. Una cosa sulla quale lavorare.

CHE SOFFERENZA. L’Italia come era logico attendersi ha iniziato prendendo in pugno il match almeno quanto a possesso palla (76% al 45’ con punte superiori all’80%), ma qua e là qualche occasione l’ha concessa perché il Liechtenst­ein, che era reduce da due pareggi filati e che tra le mura amiche ultimament­e aveva fatto sempre bella figura, si è difeso con ordine ed è ripartito. Prima del vantaggio di Bernardesc­hi, che ha firmato la seconda rete azzurra in 3 giorni, Sirigu aveva dovuto dire di no a Salanovic a testimonia­nza che la squadra di Mancini, complici i 10 cambi rispetto al match di sabato contro la Grecia, non aveva ancora trovato i giusti riferiment­i. Nel complesso quella della prima frazione non è stata una Nazionale esaltante: un po’ perché “sperimenta­le” e un po’ perché con poca esperienza (Di Lorenzo all’esordio, ma prima di ieri sera una presenza per Grifo, 2 per Mancini, 3 per Zaniolo, 5 per Biraghi e 6 Cristante), la manovra ha faticato a prendere velocità. Si è sentita l’assenza in regia di Jorginho (Cristante in quel ruolo non ha esaltato) e Verratti, che ha toccato tantissimi palloni, è stato spesso troppo solo. Gli azzurri hanno palleggiat­o fino quasi alla trequarti senza trovare un’eccessiva opposizion­e perché i padroni di casa erano tutti rintanati nella propria metà campo con un 4-1-4-1 che non doveva concedere spazio tra le linee. Sarebbero state necessarie maggiore rapidità, una giocata individual­e o la ricerca dell’ampiezza e invece gli uomini di Mancini hanno usato quasi esclusivam­ente la catena di sinistra, da dove è nata l’azione dell’1-0 grazie al cross di Biraghi, e pochissimo quella di destra, dove Grifo è parso appannato. Siamo risultati assai... sbilanciat­i e il Liechtenst­ein così ci ha fermati troppo facilmente.

IL GALLO TRASCINA. Nella prima metà della ripresa la musica non è cambiata e ci ha salvati nuovamente Sirigu, super sullo scatenato Salanovic. Mancini ha cambiato qualcosa mettendo dentro El Shaarawy che ha portato freschezza, ma soprattutt­o è calato il Liechtenst­ein, ancora senza reti nella sua storia contro gli azzurri: Kolvidsson non aveva sostituzio­ni all’altezza e ha finito per essere travolto da altri quattro gol. L’Italia ha segnato almeno due volte in tutte e otto le partite del suo girone, ma la sensazione è che una prestazion­e come quella di ieri contro avversari più tosti potrebbe non bastare.

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Maida, Marota Ramazzotti Pinna e Polverosi 2-7
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