Corriere dello Sport

Turchia sotto indagine per i saluti militari

Inchiesta Uefa per il gesto dei calciatori nelle gare contro Albania e Francia: «Potenziale provocazio­ne politica». Razzismo e saluti nazisti, deferita la Bulgaria

- di Angelo Carotenuto

Nel manuale del bravo dittatore ai primi tre posti ci sono l’esercito, il controllo della television­e e il centravant­i della Nazionale.

La Turchi rischia una multa oltre alla squalifica del campo e dei tesserati protagonis­ti

L’Uefa è pronta a usare il pugno duro con la Bulgaria per il comportame­nto razzista dei suoi tifosi nel match contro l’Inghilterr­a, ma anche i giocatori della Turchia che hanno mischiato calcio e politica con i saluti militari durante la gara con la Francia rischiano. Ieri a Nyon era palpabile l’irritazion­e per gli “fattacci” di un lunedì di qualificaz­ioni a Euro 2020 da dimenticar­e e non a caso c’è stata un’immediata risposta per lanciare un segnale inequivoca­bile. La Uefa ha aperto a carico dei supporter bulgari un procedimen­to disciplina­re per i cori razzisti e i saluti nazisti, ma anche per il lancio di oggetti in campo; un ispettore invece in tempi brevissimi porterà avanti un’indagine per valutare se i saluti militari e le dichiarazi­oni rilasciate anche sui social da calciatori turchi in Turchia-Albania e Francia-Turchia abbiano portato un messaggio politico provocator­io per il pubblico. In caso positivo anche in questo caso scatterebb­e un procedimen­to disciplina­re. A rischiare di più è la Federazion­e bulgara, ma pure quella turca non può stare tranquilla.

NO AL RAZZISMO. La condanna per il trattament­o riservato a Sterling è stata unanime. Ceferin, che a breve metterà in pratica nuove iniziative anti razzismo, ha spiegato: «Fino a non molto tempo fa, la famiglia del calcio pensava che la piaga del razzismo fosse un ricordo lontano e invece gli ultimi due anni ci hanno insegnato che non è così. Le nostre sanzioni imposte ai club, alle federazion­i e ai calciatori sono tra le più dure nel mondo dello sport: la Uefa si impegna a fare tutto quello che può per eliminare questo problema dal calcio e i governi devono fare di più per aiutare noi e le federazion­i». Il numero uno della Fifa, Gianni Infantino, gli ha fatto eco: «Nel calcio non c’è posto per il razzismo, ma stiamo ancora fronteggia­ndo questa piaga. Suggerisco a tutti gli enti calcistici dei vari Paesi di mettere in atto regolament­i che prevedono espulsioni a vita dagli stadi per coloro che siano ritenuti colpevoli di comportame­nti razzisti durante una partita. La Fifa può quindi estendere tali divieti a livello mondiale».

PUGNO DURO. Per la Bulgaria è in arrivo una mazzata sotto forma

Finale di Champions a Istanbul: decide il comitato esecutivo il 4 dicembre

di alcune partite ufficiali a porte chiuse. Una curiosità: il delegato Uefa a bordo campo era l’italiano Danilo Filacchion­e. Anche la Turchia però rischia: da una multa salata (minimo) alla squalifica sia del campo sia di quei tesserati che per esultare dopo l’1-1 contro la Francia si sono resi protagonis­ti del saluto militare (la stessa costa era successa contro l’Albania). Un gesto per manifestar­e solidariet­à all'esercito impegnato nel Nord della Siria, come ha spiegato il milanista Calhanoglu. Il ministro dello Sport francese Roxana Maraninean­u ha chiesto all'Uefa «sanzioni esemplari per un gesto contrario allo spirito sportivo». Le sanzioni della Commission­e Disciplina­re sono attese a breve. Diverso discorso per la richiesta, arrivata da più parti, di non giocare a Istanbul la prossima finale di Champions: la situazione sarà analizzata nel corso del Comitato Esecutivo dell’Uefa del 4 dicembre a Nyon.

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 ??  ?? Fieri I calciatori turchi non hanno avuto esitazioni nello sfruttare il palcosceni­co internazio­nale offerto dallo Stade de France di Parigi per ribadire il proprio sostegno alle azioni militari decise dal presidente Erdogan
Fieri I calciatori turchi non hanno avuto esitazioni nello sfruttare il palcosceni­co internazio­nale offerto dallo Stade de France di Parigi per ribadire il proprio sostegno alle azioni militari decise dal presidente Erdogan
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