«ZANIOLO È FORTE SCELGA UN RUOLO»
«Per crescere, Nicolò deve trovare una posizione definitiva: da mezz’ala del 4-3-3 deve riadattarsi»
Zaniolo d’Italia è un bell’effetto, a prescindere dall’evento. A casa sua, tra Roma e La Spezia, erano tutti schierati davanti al video per festeggiarne la prima partita da titolare con l’Italia. Papà Igor ha sussultato un paio di volte, per un’occasione non sfruttata nel secondo tempo e per quell’infortunio alla spalla che aveva fatto temere la sostituzione poco prima dell’intervallo. Ma anche Giuseppe Giannini, ex capitano della Roma e illustre predecessore nel centrocampo della Nazionale, ha voluto seguire con attenzione in nostra compagnia la partita contro il Liechtenstein: «Non era certo la partita ideale per Nicolò. Loro sono molto chiusi dietro, per cercare di non prendere imbarcate, e gli spazi sono intasati.
Mancini lo ha schierato mezz’ala. Ma qual è il suo ruolo? «Zaniolo deve ancora trovare la giusta collocazione. A Vaduz ha giocato mezz’ala, è vero, ma di fatto era sempre qualche emtro più avanti rispetto a Cristante e a Verratti. Come se l’istinto lo portasse a fare il trequartista».
Rifinitore allora? «Teoricamente ha le caratteristiche per fare tante cose. Quando era giovanissimo con l’Entella l’ho visto fare anche il quarto a sinistra in un 4-4-2. Sicuramente se vuole tornare a giocare mezz’ala, che secondo me è un ruolo possibile, deve ripensarsi. Acquisire mobilità».
Cioè?
«Avendo grande forza fisica e potenza esplosiva, specialmente dalla trequarti in su, deve imparare a coprire più metri di campo. Per fare un paragone, deve fare il lavoro che nella Roma svolgeva Strootman. Un interno bravo a inserirsi ma anche prezioso nella fase difensiva».
E’ successo anche a lei di trovare difficoltà tattiche da ragazzo?
«Certamente. Io ho cominciato come trequartista, poi sono passato a fare il regista, poi ho cambiato ancora. Quando si è all’inizio della carriera, si accetta qualunque posizione pur di mettersi in evidenza. E’ capitato pure a Francesco (Totti, ndr). Sarà importante per Zaniolo autodeterminarsi. Arriva un momento in cui un calciatore sceglie cosa essere».
A che livello può aspirare? «Un ottimo livello perché Nicolò ha le qualità del grande calciatore, specialmente sul piano atletico. Ma gli va lasciato il tempo di maturare e soprattutto, come dicevo prima, di stabilizzarsi in una zona nel campo».
Nel 4-2-3-1 di Fonseca dove lo vede?
«Per me può fare sia il trequartista sia l’esterno destro. Se avete notato contro il Liechtenstein, anche se teoricamente occupava la casella di mezz’ala con Bernardeschi più largo, faceva movimenti simili a quelli che vediamo nella Roma quando parte da destra: spalle alla porta, copertura del corpo, e poi via il pallone. La differenza era minima».
In conclusione che impressione le ha fatto al “vero” debutto in Nazionale?
«Ha fatto ciò che poteva in un contesto per lui molto complicato. Vorrei rivederlo in partite più probanti, in cui possa mettere alla prova anche la sua fase difensiva. Senza difendere bene, non puoi certo giocare a centrocampo».
Spesso gli arbitri lo prendono di mira.
«Deve migliorare in questo. A volte la sua esuberanza lo porta a fare fallo. E a lasciarsi travolgere dal nervosismo».
«A Vaduz non era la partita ideale per lui Ma le sue qualità gli consentono di giocare ovunque Migliori nella mobilità in campo»