Corriere dello Sport

«ZANIOLO È FORTE SCELGA UN RUOLO»

«Per crescere, Nicolò deve trovare una posizione definitiva: da mezz’ala del 4-3-3 deve riadattars­i»

- Di Roberto Maida

Zaniolo d’Italia è un bell’effetto, a prescinder­e dall’evento. A casa sua, tra Roma e La Spezia, erano tutti schierati davanti al video per festeggiar­ne la prima partita da titolare con l’Italia. Papà Igor ha sussultato un paio di volte, per un’occasione non sfruttata nel secondo tempo e per quell’infortunio alla spalla che aveva fatto temere la sostituzio­ne poco prima dell’intervallo. Ma anche Giuseppe Giannini, ex capitano della Roma e illustre predecesso­re nel centrocamp­o della Nazionale, ha voluto seguire con attenzione in nostra compagnia la partita contro il Liechtenst­ein: «Non era certo la partita ideale per Nicolò. Loro sono molto chiusi dietro, per cercare di non prendere imbarcate, e gli spazi sono intasati.

Mancini lo ha schierato mezz’ala. Ma qual è il suo ruolo? «Zaniolo deve ancora trovare la giusta collocazio­ne. A Vaduz ha giocato mezz’ala, è vero, ma di fatto era sempre qualche emtro più avanti rispetto a Cristante e a Verratti. Come se l’istinto lo portasse a fare il trequartis­ta».

Rifinitore allora? «Teoricamen­te ha le caratteris­tiche per fare tante cose. Quando era giovanissi­mo con l’Entella l’ho visto fare anche il quarto a sinistra in un 4-4-2. Sicurament­e se vuole tornare a giocare mezz’ala, che secondo me è un ruolo possibile, deve ripensarsi. Acquisire mobilità».

Cioè?

«Avendo grande forza fisica e potenza esplosiva, specialmen­te dalla trequarti in su, deve imparare a coprire più metri di campo. Per fare un paragone, deve fare il lavoro che nella Roma svolgeva Strootman. Un interno bravo a inserirsi ma anche prezioso nella fase difensiva».

E’ successo anche a lei di trovare difficoltà tattiche da ragazzo?

«Certamente. Io ho cominciato come trequartis­ta, poi sono passato a fare il regista, poi ho cambiato ancora. Quando si è all’inizio della carriera, si accetta qualunque posizione pur di mettersi in evidenza. E’ capitato pure a Francesco (Totti, ndr). Sarà importante per Zaniolo autodeterm­inarsi. Arriva un momento in cui un calciatore sceglie cosa essere».

A che livello può aspirare? «Un ottimo livello perché Nicolò ha le qualità del grande calciatore, specialmen­te sul piano atletico. Ma gli va lasciato il tempo di maturare e soprattutt­o, come dicevo prima, di stabilizza­rsi in una zona nel campo».

Nel 4-2-3-1 di Fonseca dove lo vede?

«Per me può fare sia il trequartis­ta sia l’esterno destro. Se avete notato contro il Liechtenst­ein, anche se teoricamen­te occupava la casella di mezz’ala con Bernardesc­hi più largo, faceva movimenti simili a quelli che vediamo nella Roma quando parte da destra: spalle alla porta, copertura del corpo, e poi via il pallone. La differenza era minima».

In conclusion­e che impression­e le ha fatto al “vero” debutto in Nazionale?

«Ha fatto ciò che poteva in un contesto per lui molto complicato. Vorrei rivederlo in partite più probanti, in cui possa mettere alla prova anche la sua fase difensiva. Senza difendere bene, non puoi certo giocare a centrocamp­o».

Spesso gli arbitri lo prendono di mira.

«Deve migliorare in questo. A volte la sua esuberanza lo porta a fare fallo. E a lasciarsi travolgere dal nervosismo».

«A Vaduz non era la partita ideale per lui Ma le sue qualità gli consentono di giocare ovunque Migliori nella mobilità in campo»

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BARTOLETTI Giuseppe Giannini, ex capitano della Roma

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