Federcalcio bulgara nella bufera per razzismo: silurato il presidente
PROTOCOLO-UEFA PER LA PRIMA VOLTA IN UNA GARA TRA NAZIONALI
Ed ecco la goccia che fa traboccare il vaso. Il protocollo-Uefa contro i cori razzisti c’è da anni (è stato progettato da Gianni Infantino, ai tempi di Nyon) ma solo lunedì sera, nel rotondo 6-0 in trasferta inflitto dall'Inghilterra alla Bulgaria è stato applicato fino in fondo in una gara tra nazionali. E gli effetti sono stati immediati.
Già poche ore dopo il fischio finale il primo ministro bulgaro Boyko Borissov aveva chiesto la testa del presidente della federazione bulgara, Borislav Mihaylov (peraltro ex-portiere della nazionale, sconfitto dagli Azzurri di Sacchi in semifinale a Usa ‘94). Alla vigilia, Mihaylov aveva minimizzato i rischi-razzismo contro l'Inghilterra. E quando i ragazzi del ct inglese Southgate avevano detto che avrebbero abbandonato il campo in caso di cori razzisti qualora non fosse applicato il protocollo-Uefa, Mihaylov li aveva accusati di mancanza di rispetto.
E invece i fatti di lunedì sono sotto gli occhi di tutti. I giocatori di colore della nazionale dei tre leoni (Mings, Sterling e Rashford) sono stati oggetto di cori sostenuti da un gruppo di tifosi fin dalle prime battute. L'arbitro croato Bebek ha interrotto la gara in due occasioni - dopo la seconda, alla fine del primo tempo, i tifosi (molti incappucciati e con scritte del Levski Sofia) hanno abbandonato lo stadio. Gli ululati razzisti non sono cessati dal tutto, ma la situazione, a detta degli stessi giocatori inglesi è sensibilmente migliorata.
Adesso è in arrivo la stangata dell'Uefa. La federcalcio bulgara è stata deferita non solo per i cori razzisti, ma anche per saluti nazisti e lancio di oggetti.
«È triste che alcuni idioti infanghino tutto il popolo bulgaro in questa maniera, ma adesso è ora di agire» ha dichiarato Sterling. Il ct Southgate si è detto "fiero" dei suoi ragazzi per il modo in cui non hanno reagito alle provocazioni, aggiungendo che loro stessi hanno voluto continuare a giocare. Greg Clarke, presidente della Football Association ha dichiarato: «Forse qualcosa di positivo può emergere da questa triste serata. Il protocollo è stato applicato e ha funzionato. Abbiamo mandato un messaggio molto chiaro a certa gente».
Dalla Bulgaria fanno sapere che non si è trattato di razzismo causale ma di un'azione coordinata da parte di un gruppo di ultras contro la stessa federcalcio bulgara (del resto la nazionale era eliminata da tempo e la gara ininfluente) più che un'espressione di razzismo verso i giocatori di colore inglese.
Discorsi che però interesseranno poco all'Uefa. Il presidente Ceferin ha dichiarato: «Il mondo del calcio pensava di avere sconfitto il razzismo e invece non è così. La crescita del nazionalismo ha gettato benzina sul fuoco e portato a comportamenti inaccettabili. Le nostre sanzioni sono tra le più dure in circolazione ma dobbiamo fare ancora di più. Questo vale per tutto il mondo del calcio - giocatori, club, associazioni, tifosi - ma non possiamo risolvere tutto da soli. Serve l'aiuto dei governi. Soltanto lavorando assieme possiamo fare progressi».