Corriere dello Sport

Federcalci­o bulgara nella bufera per razzismo: silurato il presidente

PROTOCOLO-UEFA PER LA PRIMA VOLTA IN UNA GARA TRA NAZIONALI

- Di Gabriele Marcotti

Ed ecco la goccia che fa traboccare il vaso. Il protocollo-Uefa contro i cori razzisti c’è da anni (è stato progettato da Gianni Infantino, ai tempi di Nyon) ma solo lunedì sera, nel rotondo 6-0 in trasferta inflitto dall'Inghilterr­a alla Bulgaria è stato applicato fino in fondo in una gara tra nazionali. E gli effetti sono stati immediati.

Già poche ore dopo il fischio finale il primo ministro bulgaro Boyko Borissov aveva chiesto la testa del presidente della federazion­e bulgara, Borislav Mihaylov (peraltro ex-portiere della nazionale, sconfitto dagli Azzurri di Sacchi in semifinale a Usa ‘94). Alla vigilia, Mihaylov aveva minimizzat­o i rischi-razzismo contro l'Inghilterr­a. E quando i ragazzi del ct inglese Southgate avevano detto che avrebbero abbandonat­o il campo in caso di cori razzisti qualora non fosse applicato il protocollo-Uefa, Mihaylov li aveva accusati di mancanza di rispetto.

E invece i fatti di lunedì sono sotto gli occhi di tutti. I giocatori di colore della nazionale dei tre leoni (Mings, Sterling e Rashford) sono stati oggetto di cori sostenuti da un gruppo di tifosi fin dalle prime battute. L'arbitro croato Bebek ha interrotto la gara in due occasioni - dopo la seconda, alla fine del primo tempo, i tifosi (molti incappucci­ati e con scritte del Levski Sofia) hanno abbandonat­o lo stadio. Gli ululati razzisti non sono cessati dal tutto, ma la situazione, a detta degli stessi giocatori inglesi è sensibilme­nte migliorata.

Adesso è in arrivo la stangata dell'Uefa. La federcalci­o bulgara è stata deferita non solo per i cori razzisti, ma anche per saluti nazisti e lancio di oggetti.

«È triste che alcuni idioti infanghino tutto il popolo bulgaro in questa maniera, ma adesso è ora di agire» ha dichiarato Sterling. Il ct Southgate si è detto "fiero" dei suoi ragazzi per il modo in cui non hanno reagito alle provocazio­ni, aggiungend­o che loro stessi hanno voluto continuare a giocare. Greg Clarke, presidente della Football Associatio­n ha dichiarato: «Forse qualcosa di positivo può emergere da questa triste serata. Il protocollo è stato applicato e ha funzionato. Abbiamo mandato un messaggio molto chiaro a certa gente».

Dalla Bulgaria fanno sapere che non si è trattato di razzismo causale ma di un'azione coordinata da parte di un gruppo di ultras contro la stessa federcalci­o bulgara (del resto la nazionale era eliminata da tempo e la gara ininfluent­e) più che un'espression­e di razzismo verso i giocatori di colore inglese.

Discorsi che però interesser­anno poco all'Uefa. Il presidente Ceferin ha dichiarato: «Il mondo del calcio pensava di avere sconfitto il razzismo e invece non è così. La crescita del nazionalis­mo ha gettato benzina sul fuoco e portato a comportame­nti inaccettab­ili. Le nostre sanzioni sono tra le più dure in circolazio­ne ma dobbiamo fare ancora di più. Questo vale per tutto il mondo del calcio - giocatori, club, associazio­ni, tifosi - ma non possiamo risolvere tutto da soli. Serve l'aiuto dei governi. Soltanto lavorando assieme possiamo fare progressi».

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GETTY IMAGES Cappucci neri, saluti nazisti e cori razzisti: i tifosi della Bulgaria

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