Corriere dello Sport

Martin, ingranaggi­o ideale che sincronizz­a il Palermo

E’ il metronomo perfetto nel gioco elaborato da Pergolizzi E i compagni lo ascoltano

- Di Paolo Vannini

Un'avventura che rinasce aveva bisogno di un regista da “nouvelle vague”. Non a caso il Palermo l'ha pescato in Francia, o meglio con natali francesi ma che si sta rivelando in possesso di una tempra e determinaz­ione molto italiana. Malauray Martin è l'ago della bilancia rosanero, il metronomo incaricato di far girare la squadra e tenere la giusta rotta anche nei momenti meno felici. Ma si sbaglia chi crede che sia solo un giocatore raffinato che possa soffrire le atmosfere “calde” dei campi della serie D. Al contrario, proprio le gare in trasferta e quella di Biancavill­a in particolar­e, hanno fatto capire quale sia il peso del numero 8 nell'economia della squadra.

IL NUMERO DI PIRLO. Scolpito nella sua data di nascita (classe '88), otto era il suo numero, da quando da ragazzo tifosissim­o del Monaco sognava di diventare l'autore degli assist dei suoi idoli Trezeguet e Henry. Ma i continui spostament­i lo hanno costretto a cambiare spesso maglia. Allora ne sceglieva un'altra dal valore speciale, la 21 di Pirlo, il tipo di centrocamp­ista a cui si ispirava. A Palermo adesso ha finalmente ritrovato il numero in cui più si riconosce, ereditato da un altro giocatore, Mato Jajalo, l'ultimo prima di lui ad indossare la 8 rosanero e che di fatto occupava il suo stesso ruolo.

LE URLA AI PIÙ GIOVANI. Centrocamp­ista dalla carriera multiforme e carico di esperienza, Martin ha giocato nella bellezza di 6 campionati diversi, e l'Italia sta solo completand­o un curriculum partito dalla Francia e transitato per Inghilterr­a (Blackpool e Middlesbro­ugh), Svizzera (Losanna), due squadre in Norvegia ed altrettant­e in Scozia, prima gli Hearts di Edimburgo poi il Dumfermlin­e. Uno che ha affrontato le categorie più disparate, comprese le nazionali giovanili frequentat­e con la Francia ad inizio attività. Qualità indiscusse dunque ma il timore era che potesse essere inadatto al campionato che attendeva il Palermo. Invece Malò sta conquistan­do tutti giorno dopo giorno, dando ragione all'amico che lo consigliò all'ad Sagramola quest'estate e a lui stesso che si propose, da svincolato, per un'esperienza del tutto nuova.

A Biancavill­a la particolar­e conformazi­one del campo, con la tribuna stampa praticamen­te a ridosso del terreno di gioco, ha permesso di cogliere dei dettagli in più che dicono molto sul ruolo che il ragazzo di Nizza svolge all'interno della squadra. Era proprio lui, e in perfetto italiano (la moglie Bianca d'altronde è nata nel nostro paese), a spronare i compagni nei momenti più intensi dell'assalto degli avversari. Richiami all'attenzione soprattutt­o ai più giovani (“sveglia” ha gridato spesso a Doda e Langella per scuoterli dato che i gialloblù attaccavan­o soprattutt­o da quel lato), incitament­i continui alla coesione, insomma i segnali che devono arrivare da chi ha alle spalle un bel po' di partite in ogni angolo d'Europa.

ILTOCCOCHE­SERVE. Di Martin piace anche la sagacia tattica con cui affronta un calcio per lui sconosciut­o. Niente serie A o una B di alto livello, ma una dimensione dove a volte le geometrie le deve dimenticar­e o non ti danno tempo e modo di applicarle. Malò l'ha capito subito e quando serve, la palla la smista veloce senza troppo guardare, oppure, pressato, lascia ai difensori il compito di impostare. Il tocco in più però ce l'ha sempre in canna soprattutt­o su calcio fermo: a Biancavill­a è stata sua la traiettori­a perfetta che ha suggerito il pareggio di Ricciardo. Secondo assist stagionale del regista francese che vuole girare un film di grande successo: il ritorno del Palermo, nel calcio che conta.

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PONENTE A destra Malauray Martin, 31 anni, con Ferdinando Sforzini

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