Corriere dello Sport

Viviani e Ganna a caccia di gloria

- A.g.

Siamo sempre noi, quelli che fanno meraviglie in giro per il mondo senza avere una pista a casa nostra sulla quale allenarci a diventare grandi. Quelle che fanno a spallate con donnoni che sono il triplo di loro e poi cantano fratelli d’Italia sul podio con gli occhi da bambi. Se lo sport italiano ha sempre quell’aura di miracolo attorno, il ciclismo su pista è un prodigio assoluto. Senza scomodare la storia, dove abbiamo un posto d’onore, arriviamo agli Europei che cominciano oggi ad Apeldoorn con l’idea di eguagliare - almeno - le cinque medaglie della passata edizione. Nonostante problemi che proprio non si riescono a risolvere, come quello degli impianti e quello della prevalenza della strada. Gli ultimi anni hanno detto chiarament­e, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che diventi più facilmente un grande corridore se frequenti stabilment­e anche altre discipline (mountain bike, ciclocross, pista) ma da noi i tecnici fanno ancora fatica a cedere. Ci si aspettava un effetto traino maggiore dall’oro di Elia Viviani a Rio, ma la diffidenza non è ancora stata abbattuta, le squadre sono gelose del tempo sottratto alla strada e anche i ragazzi qualche volta fanno resistenza, come ammette il ct Marco Villa, «non è sempre facile convincerl­i che bastano quindici-venti giorni di vacanza in un anno, e non è necessario fermarsi tre mesi come si faceva una volta».

STELLE. Uno che non si ferma mai è Elia Viviani, che passa con disinvoltu­ra dalla strada (quest’anno ha vinto undici corse) alla pista, fermamente deciso a rivivere anche a Tokyo le emozioni di Rio. Fresco campione europeo su strada, Viviani è una delle star dei campionati su pista, tappa fondamenta­le sulla strada per l’Olimpiade 2020. Un anno fa a Glasgow Elia fu oro nell’inseguimen­to a squadre, e con lui anche l’altra stella della formazione azzurra, Filippo Ganna, campione del mondo in carica nell’inseguimen­to individual­e. L’obiettivo è ripetersi e cominciare da qui il lungo inseguimen­to verso i Giochi. Agli Europei sono in palio punti pesanti per il ranking olimpico, l’Italia attualment­e è all’ottavo posto nell’inseguimen­to a squadre maschile, al sesto posto fra le donne, e il pass olimpico si ottiene chiudendo tra le prime otto.

AMORI. Tokyo è l’idea fissa di tutti. Letizia Paternoste­r sta aspettando l’appuntamen­to olimpico da quando ha messo piede per la prima volta in pista, da bambina, a Mori. Fu amore a prima vista. «Fino a Tokyo privilegie­rò la pista, poi mi dedicherò di più alla strada. Ma l’Olimpiade è qualcosa che sogno da quando ero piccola, voglio arrivare pronta, sto lavorando per questo». Gli Europei sono un primo passo. «Quando entro in pista mi scatta qualcosa di magico».

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LAPRESSE Elia Viviani, 30 anni oro a Glasgow 2018

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