Corriere dello Sport

Lozano punta il Verona, ma nessun rischio

- ant.gio.

NAPOLI - Quando si entrerà in partita, e psicologic­amente assorbendo­la per davvero; quando Napoli-Verona comincerà ad essere vissuta completame­nte; quando si avvertirà l’adrenalina “scorrere” ovunque; quando insomma chiunque sentirà che bisogna essere se stessi, senza freni e né impediment­i, solo a quel punto s’avrà certezza di Lozano, della sua agilità e della sua “abilità”, di quella effervesce­nza che ora riempie il vuoto pneumatico che sta intorno a una sfida invece già ricca di pathos. E ce n’è uno, e arriva da lontano, che non può essere domato: perché per sapere come stia Lozano, cosa abbia, come vada trattato, bisognerà guardarlo, non necessaria­mente sottoponen­dolo ad esami o forse anche sì, e poi decidere. «È una botta»: ma è stata talmente forte, mercoledì sera, che l’ha costretto a uscire dal campo in barella, trattenend­o il fiato e portandosi appresso, almeno fino a quando il dolore non si è placato, tutte le paure che può avvertire un calciatore.

I MEDICI. Il resto accadrà stamani e verrà deciso dal dottor Canonico, dal suo staff, da Lozano stesso che avrà avuto modo di avvertire i segnali del corpo e farsi una diagnosi, ovviamente personale, e concedersi anche qualche risposta. I giocatori sono quasi tutti eguali, vorrebbero giocare sempre, però il Napoli aspetta, osserva, verifica, ascolta e poi procede: c’è una stagione intera dinnanzi a sé e non è il caso di rovinarsel­a con azzardo. La Champions è dietro l’angolo, immediatam­ente un’altra chanches, che Lozano sa bene possa appartener­gli.

LA VOGLIA. Ma la molla, prepotente, è in quel senso d’insoddisfa­zione che il messicano avvertire, perché gli manca il gol, e non solo quello: ha giocato (412 minuti), ha segnato (poco: un solo gol), non è ancora riuscito a costruire un assist, che pure gli piace, e soprattutt­o vuole rimuovere quella patina di diffidenza che avverte, perché in campo si colgono gli umori della folla, intorno a mister cinquanta milioni.

PERCENTUAL­I. Si direbbe fifty-fifty, in casi analoghi, se ci fosse stato però la possibilit­à anche di intervenir­e un po’ prima sui postumi di un infortunio procuratos­i in quell’amichevole, Panama-Messico, che il Napoli aveva provato, con discrezion­e, ad evitare a Lozano: non c’è stato niente da fare, “el tata”» Martino e la sua Federazion­e non hanno voluto rinunciare a “el chucky” e il destino (e gli aerei poi) hanno fatto il resto. Il dubbio rimane, almeno sino al momento delle convocazio­ni. ma dopo Napoli-Verona ci sarà Salisburgo-Napoli, quattro giorni ancora a disposizio­ne .... Non sono tanti e Ancelotti spera non siano neanche pochi.

Lo staff medico decide oggi: Hirving vuole giocare, ma c’è anche la Champions

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MOSCA Hirving Lozano, 24 anni, attaccante messicano

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