«L’Atalanta come il Leicester? No, noi siamo di più»
formazioni ci migliorerà».
La classifica del girone però per il futuro più immediato non permette di sognare.
«Le prossime 4 gare le giocheremo al meglio delle nostre possibilità e vedrete che faremo buoni risultati. Contro lo Shakhtar non dovevamo perdere e il risultato non è stato giusto».
Pronto per il faccia a faccia con Guardiola?
«E’ un allenatore del quale ho grandissima stima, che ho seguito e ammirato ovunque è stato. Ha un’ideologia di calcio che mi piace e mi affascina. Le sue squadre emozionano».
Emozione a parte, la prossima settimana a Manchester c’è il rischio di farsi venire il mal di testa.
«Concordo perché di fronte avremo forse la candidata numero uno alla vittoria della Champions. Il fatto di giocare con i più forti magari ci libererà la testa dallo stress da risultato e ci permetterà di misurarci più liberi contro il City».
Qual è il segreto dell’Atalanta che nonostante un monte ingaggi neppure paragonabile al Napoli, al Milan, alla Lazio e alla Roma è davanti in classifica? «Con gli ingaggi non vinci le partite. L’aspetto economico però è fondamentale perché ti obbliga a vendere a 20-25 milioni dei giocatori che le grandi potrebbero anche pagare di più. Nel calcio italiano non c’è un premio alla meritocrazia e se l’Atalanta arriva terza, quarta o quinta per tre stagioni di fila non può accorciare il gap le big. C’è una situazione prestabilita che rimane così indipendentemente dal campo».
In Inghilterra invece…
«Lì c’è più meritocrazia. Chi ottiene i risultati migliori deve essere premiato. I soldi non si possono distribuire in base ai tifosi e al bacino d’utenza. I piazzamenti in classifica devono contare di più». Ieri è stato il compleanno numero 112 per l’Atalanta. Che regalo vorrebbe fare alla Dea e a Bergamo?
«A fine stagione vorrei vedere la gente felice, orgogliosa di noi e entusiasta come in questi anni»
La perdita di Zapata quanto è pesante?
«Parecchio, ma quando rientrerà sarà più forte».
Quando le hanno detto dell’infortunio del colombiano, lei come ha reagito?
(Sorride) «Con un’imprecazione… Ho visto l’azione ed era evidente che si fosse fatto male. Paghiamo un conto salato alle nazionali e questa cosa non va bene. E’ inutile andare a giocare in giro per il mondo amichevoli che non hanno nessun significato: si sottopongono i calciatori a un tour de force di 12-13 giorni e in palio non c’è niente. E poi ci si lamenta se gli infortuni aumentano... Certe gare non le guarda nessuno, sono inutili sia sotto il profilo tecnico-tattico sia sotto quello dello spettacolo. Speriamo che questo “scempio” delle nazionali finisca: non si può fermare tre volte in tre mesi il campionato e le coppe. A questo punto meglio concentrare le sfide delle nazionali in un’unica sosta».
Senza Zapata, cosa si aspetta da Muriel?
«Che si integri nella squadra, che si muova in sintonia con gli altri e che acquisisca i concetti che abbiamo dovuto portare avanti troppo saltuariamente perché alle prese con due problemi al ginocchio, due tonsilliti e due convocazioni della nazionale. Ora è il momento da parte sua di avere continuità». Barrow può essere una risorsa? «Per lui sarebbe stato importante andare a giocare con continuità e invece è rimasto contro il mio parere. Ora può avere delle opportunità e starà a lui sfruttarle».
Per voi Gomez è un elemento fondamentale?
«Quest’anno ha segnato 3 gol nelle ultime 2 gare di campionato ed è partito bene. La scorsa stagione gli ho cambiato ruolo e ha segnato di meno, ma anche alle spalle delle punte, e non spostato in fascia, può far bene. Anzi, la mia scommessa è che lì può tornare ad avere una percentuale realizzativa importante. Aspetto le sue reti perché per noi sono determinanti».
Quanti gol gli ha chiesto?
«Il doppio dello scorso anno (7 in Serie A, ndr) e una volta e mezzo gli assist della passata stagione (11, ndr). In più da lui voglio le coperture a centrocampo e la costruzione del gioco».
E’ esigente con il Papu.
«Ha le spalle larghe e il baricentro basso. Così se lo carichi, regge tutta la pressione (ride, ndr)».
Quale dei nuovi acquisti l’ha impressionata di più?
«Tutti hanno fatto bene, ma Malinovskyi ha potenzialità molto molto interessanti. Occupa il ruolo di Gomez e una coesistenza tra loro non è facile, ma finora ha giocato parecchio. Anche Kjaer però è andato bene».
«Guardiola? L’ho ammirato ovunque Affrontare i più bravi ci libererà la testa dallo stress del risultato e potremo misurarci con il City»
«Da Muriel aspetto più sintonia. Gomez vorrei facesse tanti gol: il Papu ha spalle larghe e baricentro basso. Se lo carichi regge la pressione»
Se pensa a fine campionato, cosa si augura?
«Di essere fiero di questa squadra come lo sono sempre stato negli ultimi campionati».