Allegri: Imparo l’inglese...
- «Non parlo inglese ancora abbastanza bene, ma sto imparando». Futuro in Premier League per Massimiliano Allegri? Chissà, non subito però. L’ex tecnico della Juve è intenzionato a completare l’anno sabbatico che si è concesso dopo la fine dell’avventura in bianconero. Niente subentro in corsa, quindi, nonostante le tante lusinghe di questo periodo e nonostante il suo nome sia stato accostato spesso a Manchester United e Tottenham, i due giganti inglesi in difficoltà. Così, a domanda diretta sulla possibilità di allenare i Red Devils, Max si è limitato a ribadire che sta imparando la lingua inglese. Il resto si vedrà più avanti.
Intervistato dal sito polacco Przeglad Sportowy, Allegri si è definito «uno che ascolta più di quanto parli», poi ha ripercorso la sua esperienza juventina. «Quando sono arrivato a Torino dopo Antonio Conte - ha detto -, molti hanno pensato che fossi fregato e che il ciclo vincente della Juventus fosse finito, perché la squadra era satura. Vero, la situazione non era perfetta, perché ho trovato una squadra che aveva bisogno di essere ricostruita, il che era eccitante ma anche rischioso, perché potevi fallire e alla Juve il fallimento non è contemplato». Max rivela la ricetta usata: «Ecco perché ho dovuto cercare dei modi diversi per stimolare il gruppo, ho ascoltato e ho cambiato. Esistono due modi per essere un buon allenatore: autoritario e aperto. Io preferisco quest’ultimo, quindi ascolto più che parlare». Max poi è passato ai campioni che ha allenato: «Al Milan Ibra era sempre incavolato perché gli altri non riuscivano a stare al passo con lui e per due anni gli ho spiegato che gli altri non giocavano come lui. Un allenatore deve saper usare un giocatore per quanto può offrire ed è per questo che Mandzukic è così speciale per me. Mario è un grande calciatore e mi ha dato un incredibile spazio di manovra».