Palermo-Licata in nome di Zeman
Da Zeman a Ciccio La Rosa, la storia degli intrecci fra Palermo e Licata illumina la sfida di domenica al Barbera. Stavolta sarà un derby carico di cimeli e ricordi, tutti piuttosto recenti dato che la favola gialloblù si è sviluppata agli inizi degli anni '80, ma sufficienti a descrivere un'epoca importante per l'intero calcio siciliano. Finora tutte le squadre presentatesi alla Favorita, nell'ordine San Tommaso, Marina di Ragusa e Cittanovese più il Biancavilla in Coppa, sono state avversarie totalmente inedite, al loro debutto su questi palcoscenici. Per la prima volta nella nuova era rosanero, in viale del Fante arriva invece una contendente con un passato e anche con discrete ambizioni, che potrebbe essere seguita nella trasferta da un numero elevatissimo di tifosi, fra 500 e 800. Presupposti per un'altra giornata di grande pubblico, con la prospettiva di superare quota 20.000 presenze sugli spalti.
ILTRAVASODIZEMAN. Il legame che unisce le due realtà sotto l'aspetto calcistico nacque com'è noto con Zdenek Zeman, che dal settore giovanile rosanero, preferì trasferirsi in una piccola piazza in crescita, Licata appunto, visto che la dirigenza di allora non si sentì di affidargli la prima squadra finita in serie C. Era il 1984, e il boemo si portò nel paese della provincia agrigentina praticamente l'intero gruppo della Primavera del Palermo, colpevolmente ignorato da quella gestione. Un vero e proprio “travaso” di giocatori che in breve tempo fecero le fortuna, in campo e nelle casse, del Licata, fra successi e cessioni prestigiose: da Campanella (solo omonimo dell'attuale allenatore gialloblù) a Miranda, da Taormina a Romano, da Giacomo Modica a Maurizio Schillaci fino al bomber Ciccio La Rosa, tutti prelevati dal vivaio rosanero. Proprio in quell'anno, Licata e Palermo si trovarono di fronte per la prima volta nella Coppa di categoria e Zeman si prese subito una bella rivincita estromettendo i rosa che presero sottogamba l'incontro (il Licata era una categoria più sotto, in C2) facendo scattare la rabbiosa reazione del compianto Tom Rosati. «Il Licata più che giocare a pallone corre soltanto - polemizzò Rosati - sembra allenato da un professore di ginnastica...». Ma perse 4-1 all'andata e non riuscì a ribaltare il risultato al ritorno (2-2).
CERANTOLA E GLI ALTRI. Quella squadra che giocava un calcio dinamico ma spettacolare e assomigliava all'Olanda, conquistò in 2 anni la serie B anche dopo l'addio di Zeman. Ma i destini continuarono a legarsi fortemente a Palermo: in panchina arrivò e vinse Aldo Cerantola, altra bandiera rosanero, così come lo era qualche stagione dopo un altro allenatore, Fausto Silipo. E ancor più Pietro Ruisi, che con il Palermo aveva esordito in A e che, in coppia con Scorsa, prese il posto di un giovane Beppe Papadopulo. L'interscambio di calciatori è stato sempre intenso: Manicone, che poi giocò nell'Inter e in nazionale, Beppe Accardi. Anche fra i dirigenti c'è chi può annoverare ricordi comuni: Nicola Salerno, che con il Licata è divenuto ds di spessore mentre a Palermo è arrivato troppo tardi per frenare la caduta.
I RECORD. Ci si ritrova in D ma in un confronto denso di motivazioni: il Palermo può allungare la sua striscia record e raggiungere il Savoia 2013/’14, l'ultima che in questa categoria ha fatto 8 vittorie iniziali consecutive. Il Licata fuori casa è imbattuto e deve riscattare la prima sconfitta stagionale, subita domenica proprio dal Savoia. Ce n'è di che per rinverdire il passato glorioso e far nascere un futuro migliore.