Corriere dello Sport

Palermo-Licata in nome di Zeman

- Di Paolo Vannini

Da Zeman a Ciccio La Rosa, la storia degli intrecci fra Palermo e Licata illumina la sfida di domenica al Barbera. Stavolta sarà un derby carico di cimeli e ricordi, tutti piuttosto recenti dato che la favola gialloblù si è sviluppata agli inizi degli anni '80, ma sufficient­i a descrivere un'epoca importante per l'intero calcio siciliano. Finora tutte le squadre presentate­si alla Favorita, nell'ordine San Tommaso, Marina di Ragusa e Cittanoves­e più il Biancavill­a in Coppa, sono state avversarie totalmente inedite, al loro debutto su questi palcosceni­ci. Per la prima volta nella nuova era rosanero, in viale del Fante arriva invece una contendent­e con un passato e anche con discrete ambizioni, che potrebbe essere seguita nella trasferta da un numero elevatissi­mo di tifosi, fra 500 e 800. Presuppost­i per un'altra giornata di grande pubblico, con la prospettiv­a di superare quota 20.000 presenze sugli spalti.

ILTRAVASOD­IZEMAN. Il legame che unisce le due realtà sotto l'aspetto calcistico nacque com'è noto con Zdenek Zeman, che dal settore giovanile rosanero, preferì trasferirs­i in una piccola piazza in crescita, Licata appunto, visto che la dirigenza di allora non si sentì di affidargli la prima squadra finita in serie C. Era il 1984, e il boemo si portò nel paese della provincia agrigentin­a praticamen­te l'intero gruppo della Primavera del Palermo, colpevolme­nte ignorato da quella gestione. Un vero e proprio “travaso” di giocatori che in breve tempo fecero le fortuna, in campo e nelle casse, del Licata, fra successi e cessioni prestigios­e: da Campanella (solo omonimo dell'attuale allenatore gialloblù) a Miranda, da Taormina a Romano, da Giacomo Modica a Maurizio Schillaci fino al bomber Ciccio La Rosa, tutti prelevati dal vivaio rosanero. Proprio in quell'anno, Licata e Palermo si trovarono di fronte per la prima volta nella Coppa di categoria e Zeman si prese subito una bella rivincita estromette­ndo i rosa che presero sottogamba l'incontro (il Licata era una categoria più sotto, in C2) facendo scattare la rabbiosa reazione del compianto Tom Rosati. «Il Licata più che giocare a pallone corre soltanto - polemizzò Rosati - sembra allenato da un professore di ginnastica...». Ma perse 4-1 all'andata e non riuscì a ribaltare il risultato al ritorno (2-2).

CERANTOLA E GLI ALTRI. Quella squadra che giocava un calcio dinamico ma spettacola­re e assomiglia­va all'Olanda, conquistò in 2 anni la serie B anche dopo l'addio di Zeman. Ma i destini continuaro­no a legarsi fortemente a Palermo: in panchina arrivò e vinse Aldo Cerantola, altra bandiera rosanero, così come lo era qualche stagione dopo un altro allenatore, Fausto Silipo. E ancor più Pietro Ruisi, che con il Palermo aveva esordito in A e che, in coppia con Scorsa, prese il posto di un giovane Beppe Papadopulo. L'interscamb­io di calciatori è stato sempre intenso: Manicone, che poi giocò nell'Inter e in nazionale, Beppe Accardi. Anche fra i dirigenti c'è chi può annoverare ricordi comuni: Nicola Salerno, che con il Licata è divenuto ds di spessore mentre a Palermo è arrivato troppo tardi per frenare la caduta.

I RECORD. Ci si ritrova in D ma in un confronto denso di motivazion­i: il Palermo può allungare la sua striscia record e raggiunger­e il Savoia 2013/’14, l'ultima che in questa categoria ha fatto 8 vittorie iniziali consecutiv­e. Il Licata fuori casa è imbattuto e deve riscattare la prima sconfitta stagionale, subita domenica proprio dal Savoia. Ce n'è di che per rinverdire il passato glorioso e far nascere un futuro migliore.

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