Il carburante del futuro? Un mix di più soluzioni
Leggendo giornali e siti si ha l’impressione, sbagliata, che le nuove forme di trazione dell’auto siano in grande concorrenza fra di loro. Chi sostiene che l’elettrico sia la soluzione finale e chi di contro sostiene sia una falsa soluzione. L’ibrido per alcuni è la proposta di transizione per i problemi dell’inquinamento, altri sostengono sia l’unica soluzione tecnicamente ed economicamente sostenibile. C’è poi chi dice che i motori termici, il Diesel su tutti abbia di fronte a se pochi anni ancora di vita, molti invece ritengono sia ancora la migliore soluzione per le lunghe percorrenze. Infine, l’idrogeno sostenuto con forza da Toyota e da alcune fonti americane, viene considerato da altri una vera e propria illusione che non godrà mai di diffusione globale. Insomma, quasi un Derby tra fazioni contrapposte. Analizzando invece con distacco tecnico/ economico il quadro del mercato mondiale, si arriva ad analisi e previsioni più complesse e strutturate. Ci sono pochi dubbi che tecnicamente le vetture ad idrogeno siano le meno iquinanati. La combinazione chimica che avviene all’interno delle celle produce energia elettrica e acqua emessa e dispersa. Perfetto, ma per produrre l’idrogeno liquido, bisogna impiantare delle stazioni di distribuzione che non potranno mai sostituire per numero le tradizionali stazioni di servizio. Le vetture ad idrogeno cresceranno, la sola Toyota ne produce qualche migliaio annualmente ed è possibile che aumenti gradualmente la produzione, ma non è ipotizzabile che se ne producano in quantità tale da rappresentare una percentuale della produzione mondiale annuale di vetture (cento milioni). Le elettriche sono certamente una soluzione all’inquinamento e tutti i costruttori si stanno impegnando per produrle. Ma non tutti gli Stati avranno le risorse economiche per aumentare la produzione di energia elettrica in quantità compatibile. Le elettriche cresceranno ma non quanto si immagina. Le ibride restano la soluzione più pragmatica, hanno fatto presa per efficienza, emissioni, consumi, durata e qualità, ma non riusciranno a coprire tutte le esigenze del mercato mondiale. Morale: non è ipotizzabile l’esclusione di una o più tipologie di alimentazione a vantaggio dell’altra. Piuttosto si andrà verso una combinazione proporzionale ed economicamente sostenibile delle varie tecnologie.
*= PRESIDENTE DI ARETÈ METHODOS