Corriere dello Sport

DALL’INSEGUIMEN­TO ALTRE DUE MEDAGLIE

Non abbiamo bissato l’oro di Viviani, ma sono punti preziosi per Tokyo Gli uomini sono d’argento (battuti solo dalla Danimarca in finale). Alle donne il bronzo

- Di Alessandra Giardini

Completiam­o la collezione di medaglie agli Europei di Apeldoorn: dopo l’oro di Viviani, arrivano l’argento del quartetto maschile e il bronzo delle quattro ragazze nell’inseguimen­to a squadre. Sono passi indietro rispetto agli ultimi Europei, dove erano arrivati invece un oro e un argento, ma queste medaglie si portano dietro punti importanti sulla strada per l’Olimpiade di Tokyo. Ed è quello che conta di più in questo momento. E’ difficile aspettarsi sorprese quando i tempi sono così lontani, e infatti non c’è stata storia, la Danimarca ha stravinto mancando soltanto il nuovo record del mondo, che pure a un certo punto sembrava alla sua portata. Il commissari­o tecnico azzurro Marco Villa ha schierato un quartetto con Francesco Lamon, Filippo Ganna, Davide Plebani e Michele Scartezzin­i al posto di Simone Consonni, dirottato nello Scratch dove si è piazzato al settimo posto. Viviani è stato risparmiat­o per l’Omnium di oggi. L’Italia è rimasta in gara per i primi due chilometri, poi lo strapotere dei danesi (Hansen, Pedersen, Madsen e Johansen) si è rivelato in tutta la sua forza e non c’è stato più niente da fare. Gli azzurri hanno chiuso in 3'54"117. Bronzo agli inglesi, che hanno surclassat­o gli svizzeri.

IL BRONZO. Stando ai tempi della vigilia, c’erano pochi dubbi anche sul risultato del quartetto femminile: le ragazze di Dino Salvoldi si sono prese il bronzo dominando la finale contro le francesi. Martina Alzini ha sostituito Marta Cavalli affiancand­o le sue amiche Elisa Balsamo, Letizia Paternoste­r e Vittoria Guazzini. Le giovanissi­me azzurre hanno corso i sedici giri in pieno controllo, lottando contro il tempo più che contro le loro avversarie: hanno vinto anche questa sfida, chiudendo con il nuovo record italiano (4'17"610) mancato di poco in semifinale. Oro alle inglesi, che hanno rispettato il pronostico, argento alle tedesche, che stanno diventando sempre più pericolose. Può sembrare un passo indietro quello del quartetto azzurro, e lo è rispetto all’argento dell’anno scorso, ma l’importante è mettere a punto i meccanismi per l’Olimpiade. Quello che conta è che siamo sul podio per il quarto anno di fila, nonostante la squadra sia cambiata radicalmen­te (la più vecchia ieri era Martina Alzini, che ha ventidue anni). E non dimentichi­amo mai che i pistard azzurri, da quando (l’anno scorso) è stato chiuso l’impianto di Montichiar­i sono costretti a girovagare per altri velodromi all’aperto (Vigorelli, Busto Garolfo, e via dicendo) e addirittur­a a fare lunghi viaggi per trovare piste all’aperto (in Svizzera o a Roubaix). E questo soltanto per potersi allenare.

GIU’ DAL PODIO. Nell’Eliminazio­ne Maria Giulia Confalonie­ri non è riuscita a replicare l’impresa di Viviani, oro nella giornata di apertura: l’azzurra ha sbagliato tattica proprio nella terz’ultima volata ed è rimasta fuori dal podio per uno sprint. L’oro è andato alla solita olandese Wild, che si è rifatta dalla delusione del giorno prima battendo in finale l’inglese Nelson.

Nell’Eliminazio­ne donne la Confalonie­ri resta fuori dal podio per uno sprint

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AFP Filippo Ganna, 23 anni, faceva parte del quartetto azzurro che ha vinto la medaglia d’argento

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