SINNER, ALTRO SHOW LA SCALATA CONTINUA
Un anno fa era numero 778 del mondo, presto entrerà tra i primi cento Ad Anversa ha travolto Monfils (rivale di Berrettini per le Finals) e per la prima volta è nei quarti
Di cognome fa Sinner, peccatore in inglese, ma in campo è lui che fa l’esame di coscienza agli avversari. Stavolta tocca a Gael Monfils, numero 13 del mondo, recitare l’atto di dolore. Jannik nel secondo turno dell’Atp 250 di Anversa lo ha liquidato in fretta, 6-3 6-2, guadagnandosi il suo primo quarto di finale in un torneo Atp, oggi affronterà l’americano Frances Tiafoe. I meriti di Jannik sono stati evidenti: un servizio non esaltante nelle percentuali ma puntuale nei momenti decisivi, una risposta implacabile, un ordine tattico invidiabile. La colpa di Gael, testa di serie numero 1 del torneo, è stata soprattutto quella di aver sottovalutato l’avversario, che ha appena 18 anni, ma la serenità e la solidità del veterano e picchia duro senza averne l’aria. Era appena al suo quinto match in un torneo Atp, Jannik, finora aveva battuto il n. 323 Valkusz a Budapest, il n. 59 Steve Johnson a Roma e il n. 109 Sousa a Umago. Monfils è il suo primo scalpo fra i top-50, la wild card che gli hanno offerto gli organizzatori la sta sfruttando al meglio. «Credo di aver giocato in maniera solida», ha detto l’azzurro. «Il servizio? Le percentuali non sono sempre state altissime (48% in campo, con l’81 per cento di punti ottenuti), ma anche quella è stata una chiave della partita».
GAEL SMARRITO. Più di una volta il francese si è guardato attorno con l’aria di non capire bene cosa stava succedendo. I colpi del ragazzino allampanato che gli stava di fronte gli filavano via lontani, e La Monf non è mai riuscito a trovare la giusta contraria. Fra l’altro con grande soddisfazione di Matteo Berrettini, di cui il francese è un diretto concorrente nella corsa agli ultimi due posti liberi per le Atp Finals (e ieri è uscito anche Goffin, altro in corsa): una birra ovviamente d’abbazia - Jannik se l’è meritata.
Per Sinner un altro passo in avanti verso i primi 100 del ranking e probabilmente un posto in tabellone ai prossimi Australian Open: da ieri è virtualmente numero 108, oggi con un successo su Tiafoe potrebbe attraversare il confine (ma dipende anche dai risultati di un paio di giocatori impegnati a livello Challenger). Di certo ci sono i progressi di Jannik che l’anno scorso di questi tempi era numero 778 del mondo e giocava un torneo Futures in Tunisia. «Ne abbiamo riso insieme dopo il match», racconta Cristian Brandi, l’ex azzurro di Davis che collabora con Riccardo Piatti e che ad Anversa ‘osserva’ Sinner a fanco di Andrea Volpini. «Qui l’entrata in campo era tutta suoni e giochi di luci, a Monastir invece tirava un vento…». E nel tennis il vento può cambiare molto in fretta, anche se Brandi tiene i piedi per terra. «Monfils dopo gli Us Open ha giocato pochissimo, forse ha affrontato il match con un po’ di sufficienza contro un avversario che non conosceva, e faticava a trovare la palla. Jannik invece girava a 6000. La sua forza è che gioca aggressivo e sta sempre sul pezzo: appena finito il match si è messo a provare il servizio. Sta migliorando in continuazione, del resto sarebbe strano se non fosse così, visto che Riccardo (Piatti, ndr) insiste molto sulla strada che c’è ancora da fare, e Jannik è un ragazzo intelligente». Ora c’è l’esame Tiafoe, 21 anni, numero 53 Atp, americano dal tennis ‘ignorante’. «Nel senso che serve bene e viene avanti senza paura», spiega Brandi. «Di sicuro poi dopo la partita di oggi entrerà in campo con un atteggiamento diverso da quello di Monfils».
«Ho giocato in maniera solida, decisivo il servizio» Oggi sfida Tiafoe