Corriere dello Sport

SINNER, ALTRO SHOW LA SCALATA CONTINUA

Un anno fa era numero 778 del mondo, presto entrerà tra i primi cento Ad Anversa ha travolto Monfils (rivale di Berrettini per le Finals) e per la prima volta è nei quarti

- Di Stefano Semeraro

Di cognome fa Sinner, peccatore in inglese, ma in campo è lui che fa l’esame di coscienza agli avversari. Stavolta tocca a Gael Monfils, numero 13 del mondo, recitare l’atto di dolore. Jannik nel secondo turno dell’Atp 250 di Anversa lo ha liquidato in fretta, 6-3 6-2, guadagnand­osi il suo primo quarto di finale in un torneo Atp, oggi affronterà l’americano Frances Tiafoe. I meriti di Jannik sono stati evidenti: un servizio non esaltante nelle percentual­i ma puntuale nei momenti decisivi, una risposta implacabil­e, un ordine tattico invidiabil­e. La colpa di Gael, testa di serie numero 1 del torneo, è stata soprattutt­o quella di aver sottovalut­ato l’avversario, che ha appena 18 anni, ma la serenità e la solidità del veterano e picchia duro senza averne l’aria. Era appena al suo quinto match in un torneo Atp, Jannik, finora aveva battuto il n. 323 Valkusz a Budapest, il n. 59 Steve Johnson a Roma e il n. 109 Sousa a Umago. Monfils è il suo primo scalpo fra i top-50, la wild card che gli hanno offerto gli organizzat­ori la sta sfruttando al meglio. «Credo di aver giocato in maniera solida», ha detto l’azzurro. «Il servizio? Le percentual­i non sono sempre state altissime (48% in campo, con l’81 per cento di punti ottenuti), ma anche quella è stata una chiave della partita».

GAEL SMARRITO. Più di una volta il francese si è guardato attorno con l’aria di non capire bene cosa stava succedendo. I colpi del ragazzino allampanat­o che gli stava di fronte gli filavano via lontani, e La Monf non è mai riuscito a trovare la giusta contraria. Fra l’altro con grande soddisfazi­one di Matteo Berrettini, di cui il francese è un diretto concorrent­e nella corsa agli ultimi due posti liberi per le Atp Finals (e ieri è uscito anche Goffin, altro in corsa): una birra ovviamente d’abbazia - Jannik se l’è meritata.

Per Sinner un altro passo in avanti verso i primi 100 del ranking e probabilme­nte un posto in tabellone ai prossimi Australian Open: da ieri è virtualmen­te numero 108, oggi con un successo su Tiafoe potrebbe attraversa­re il confine (ma dipende anche dai risultati di un paio di giocatori impegnati a livello Challenger). Di certo ci sono i progressi di Jannik che l’anno scorso di questi tempi era numero 778 del mondo e giocava un torneo Futures in Tunisia. «Ne abbiamo riso insieme dopo il match», racconta Cristian Brandi, l’ex azzurro di Davis che collabora con Riccardo Piatti e che ad Anversa ‘osserva’ Sinner a fanco di Andrea Volpini. «Qui l’entrata in campo era tutta suoni e giochi di luci, a Monastir invece tirava un vento…». E nel tennis il vento può cambiare molto in fretta, anche se Brandi tiene i piedi per terra. «Monfils dopo gli Us Open ha giocato pochissimo, forse ha affrontato il match con un po’ di sufficienz­a contro un avversario che non conosceva, e faticava a trovare la palla. Jannik invece girava a 6000. La sua forza è che gioca aggressivo e sta sempre sul pezzo: appena finito il match si è messo a provare il servizio. Sta migliorand­o in continuazi­one, del resto sarebbe strano se non fosse così, visto che Riccardo (Piatti, ndr) insiste molto sulla strada che c’è ancora da fare, e Jannik è un ragazzo intelligen­te». Ora c’è l’esame Tiafoe, 21 anni, numero 53 Atp, americano dal tennis ‘ignorante’. «Nel senso che serve bene e viene avanti senza paura», spiega Brandi. «Di sicuro poi dopo la partita di oggi entrerà in campo con un atteggiame­nto diverso da quello di Monfils».

«Ho giocato in maniera solida, decisivo il servizio» Oggi sfida Tiafoe

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Jannik Sinner, 18 anni, ha conquistat­o il suo primo quarto di finale Atp

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