Corriere dello Sport

Day ha perso la battaglia Era in coma da sabato

Non è bastato un intervento al cervello per salvarlo. Il messaggio commovente del suo avversario

- Di Roberto Zanni

«Era un figlio, un fratello, amico di tutti, gentile e generoso». E aveva solo 27 anni, Patrick Day: è morto mercoledì dopo quattro giorni di agonia, una lesione cerebrale in seguito a un terribile ko subito sul ring della Wintrust Arena, a Chicago, sabato scorso. Una serie di colpi dell'avversario Charles Conwell, e dopo un pugno dietro all'orecchio la perdita dei sensi, il coma. Un ko alla 10ª ripresa durante un match dei superwelte­r della USBA e nonostante l'immediato ricovero al Northweste­rn Memorial Hospital e un intervento al cervello, i medici non sono riusciti a salvarlo. È stato Lou DiBella, suo promoter, a dare il ferale annuncio: «Patrick se n'è andato - ha aggiunto - circondato dalla sua famiglia, gli amici intimi, il suo boxe team, compreso il suo mentore, amico e allenatore Joe Higgins. A nome della famiglia e tutte le persone a lui più vicine, voglio esprimere la gratitudin­e per le preghiere, le espression­i di supporto e il grande amore mostrato per Pat, così evidenti fin dal primo momento». Ma non sono bastate per evitare un altro lutto nella boxe: solo quest'anno sono morti in seguito a un combattime­nto il russo Maxim Dadashev il 23 luglio, due giorni dopo l'argentino Hugo Alfredo 'Dinamita' Santillan, poi ancora il 21 settembre il bulgaro Boris Stanchov, che era salito sul ring usando la licenza del cugino Isus Velichkov.

SI DEVE AGIRE. «Diventa molto difficile in momenti come questi - ha proseguito DiBella, promoter di grandi campioni come Bernard Hopkins e Paulie Malignaggi - spiegare o giustifica­re i pericoli della boxe. Non è il momento in cui i pronunciam­enti sono appropriat­i o le risposte disponibil­i, tuttavia è il tempo per lanciare un invito ad agire. Anche se non abbiamo le risposte, certamente conosciamo molte delle domande: abbiamo l'opportunit­à di offrire risposte responsabi­li e di conseguenz­a rendere la boxe più sicura per tutti i pugili. Questo è il modo di onorare la memoria di Pat Day».

LAUREATO. Statuniten­se, nato a Hempstead, stato di New York, Patrick Day aveva compiuto 27 anni il 9 agosto. Di origine haitiana, padre medico, mamma interprete alle Nazioni Unite, era il più giovane di quattro figli. Diploma di nutrizioni­sta, quindi una laurea in 'salute e benessere', la boxe era la sua passione. Buona carriera da dilettante, 75-5 e due titoli nazionali, poi, profession­ista dal 2013, aveva vinto 17 incontri su 22 e in giugno era entrato nella top ten di WBC e IBF nei superwelte­r.

UN MONDIALE PER PAT. Tanti messaggi di cordoglio per la tragica scomparsa di Pat Day e il suo avversario, Charles Conwell, 21 anni, gli ha dedicato un lungo commovente post su Instagram. «Non ho mai voluto che questo ti accadesse - ha scritto - cercavo solo di vincere. Se potessi tornerei indietro, nessuno merita questo. Continuo a rivedere il match nella mia testa, chiedendom­i perchè è capitato a te. Ho pregato e ho pianto tante lacrime, non posso immaginare come la mia famiglia e i miei amici si potrebbero sentire. Ti vedo ovunque, ho pensato anche di smettere con la boxe, ma so che non è questo che avresti voluto. Eri un combattent­e, così ho deciso di lottare e vincere un titolo mondiale, perchè è quello che volevi. Sarai la mia motivazion­e ogni giorno e ogni volta darò tutto sul ring».

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ANSA Patrick Day, a destra, durante un incontro del 2018

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