Corriere dello Sport

JUVE, VOGLIA DI SETTEBELLO

Ben cinque gare su sette a Torino (derby compreso) e due trasferte accessibil­i (Mosca e Lecce): Sarri insegue la svolta tra campionato e Champions

- Di Alfredo Pedullà

Tre settimane che la Juve vorrebbe raccontare con dovizia di particolar­i al capitolo “felicità”. Da stasera, ospite il Bologna, a domenica 10 novembre quando allo Stadium sbarcherà il Milan. Tre settimane prima della prossima sosta, un calendario che - tra campionato e Champions - aiuta non poco. Quattro gare in casa, cinque a Torino (se consideria­mo il derby del 2 novembre), due trasferte (Mosca e Lecce) non dall’altissimo coefficien­te di difficoltà. Morale: alla Juve piacerebbe vincerle tutte per andare alla pausa di novembre con nuove certezze e con la consapevol­ezza che il sorpasso di San Siro (il primo all’Inter che le aveva vinte tutte, sei su sei) non era stato certamente un evento casuale, ma molto ben calcolato.

QUATTRO ECCEZIONI. La Juve che vince lo scudetto da otto stagioni, striscia in corso e volontà di non fermarsi, soltanto in quattro occasioni è andata al “pit stop” di novembre senza il primato nel taschino. Per quello che possa contare, è fondamenta­le tagliare il traguardo di maggio non quello di novembre o gennaio, resta comunque un dato che merita un minimo di attenzione. Nella stagione 2011-2012 la Juve (con una partita in meno) era terza a due punti da Udinese e Lazio, appena uno sotto il Milan; nel 20132014 inseguiva la Roma, un punto in meno; nel 2015-2016, quella della partenza lenta, era a ben 9 punti dal tandem, Fiorentina-Inter; nel 2017-2018 tallonava il Napoli, 31 punti contro 32 della squadra allora allenata proprio da Sarri. Se pensiamo che quelle erano situazioni collaudate, con allenatore saldamente in carica e nessuna rivoluzion­e in corso, il bilancio di Sarri può essere già positivo. Con concrete speranze di diventare sempre più in attivo, considerat­o il rientro dei titolari e un mazzo di carte assortito con diversi jolly da pescare.

DYBALA E IL TREQUARTIS­TA. La rinascita di Dybala non merita un approfondi­mento di contratto, ci sarà tempo e modo per parlare di ritocchi o adeguament­i. Era troppo più importante ritrovarlo con Joya, visto che era stato la Juve a metterlo leggerment­e in discussion­e offrendolo a destra e a manca. Paulo aveva deciso di restare e si è anche stranito perché, in nome della dea plusvalenz­a, non tutti all’interno del club erano del suo stesso parere. Ma non esiste plusvalenz­a che tenga se non ha l’assenso di chi dovrebbe fare le valigie e non si capisce perché. Dybala si è aggrappato alla Juve, come Higuain, come Douglas Costa. E se a questo terzetto aggiungiam­o Bernardesc­hi per fare poker e pokerissim­o con l’intoccabil­e Ronaldo, si capisce per quale motivo queste sette partite siano fondamenta­li. Non soltanto per consentire a Sarri di scalare altri due gradini e avvicinars­i all’80-85 per cento “della Juve che vorrebbe a sua immagine e somiglianz­a”, ma anche per distribuir­e meglio il lavoro. Ramsey, Dybala e Douglas saranno le chiavi della rotaingent­ilito zione tra 4-3-3 e 4-3-1-2. E non c’è cosa migliore che avere una distribuzi­one di qualità negli ultimi 30 metri, ora che la rosa torna al completo (Chiellini a parte). Anche perché, se lo conosciamo un po’, Sarri ha intenzione di insistere su Cuadrado nei primi trenta metri, il famoso terzino che terzino puro non è. Ma dentro quelle parole (“sta crescendo molto nel ruolo”) esiste la certificaz­ione della volontà di non cambiare canale, al punto che Danilo (al rientro) e De Sciglio (quasi) rischiano di diventare le alternativ­e di Alex Sandro per la corsia mancina. Dove un piano B non c’è, mentre a destra Juan l’adattato ha ribaltato le gerarchie.

VIVA LA DIFFIDENZA. C’è una frase che esalta Sarri. «Sono abituato a convivere con lo scetticism­o nei miei riguardi». Sono quelli che prima di Napoli, prima di Londra (sponda Chelsea) e prima di Torino bianconera gli avevano dato dalle quattro alle sei settimane, “tanto presto lo cacciano”. Lo scetticism­o per Sarri è questo, nella sua spiegazion­e, ma molto più crudo nelle aspettativ­e dei suoi nemici, mediaticam­ente tantissimi. Queste tre settimane, magari da raccontare, non sarebbero una ri

La rosa è di nuovo al completo: Ramsey Dybala e Douglas chiavi della rotazione

sposta a chi non digerisce se lui risponde con i fatti. Ma sarebbero soprattutt­o la consapevol­ezza che Sarri, sempre più, si sta prendendo la Juve.

 ??  ??
 ?? GETTY, ANSA ?? Cristiano Ronaldo, 34 anni, tra Gonzalo Higuain,
31 e Paulo Dybala, 25: in tre hanno segnato otto gol nelle nove gare giocate in stagione
GETTY, ANSA Cristiano Ronaldo, 34 anni, tra Gonzalo Higuain, 31 e Paulo Dybala, 25: in tre hanno segnato otto gol nelle nove gare giocate in stagione

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy