Ecco il vecchio incubo interista Berardi sogna un altro dispetto Ristrutturazione difficile, il Meazza cambierà funzione
Mimmo Berardi l'anno scorso mise in ginocchio l'Inter. Era l'inizio della favola di De Zerbi che aveva già conquistato il Sassuolo e il primo degli incubi nerazzurri di Spalletti. Berardi castigatore delle milanesi. E' accaduto e anche domani spera di potersi riuscire ancora con la dedica prontissima per l'uomo, il patron Squinzi, che è stato come un padre.
IMPRESCINDIBILE. Nei piani di De Zerbi, il posto per Berardi è assicurato. Specie in questo inizio dove l'attaccante calabrese sta facendo scintille (che dispiacere per il club emiliano la mancata convocazione in Nazionale) sebbene la squadra abbia più problemi del previsto nell'altalena dei risultati con le ultime due sconfitte consecutive, contro Atalanta e Parma, che hanno appesantito lo scenario prima della lunga sosta forzata anche per la scomparsa del patron. A Squinzi, da buon milanista con la pelle neroverde, piaceva un sacco battere l'Inter.
Era felicissimo la sera del 18 agosto 2018 quando appunto Berardi nel primo tempo, dal dischetto, aveva piegato i nerazzurri, con la vittoria che per De Zerbi ha costituito il miglior biglietto da visita. SFIDA SPECIALE. Per il patron ci sono sempre state 4 partite su tutte, con l'Inter di mezzo: la doppia sfida del Sassuolo ai nerazzurri e i due derby meneghini. Stavolta la guarderà da lassù, sperando in una dedica speciale della squadra che ha promesso di giocare anche per lui. «Il suo obiettivo era quello di vedere il Sassuolo nelle prime 4-5 squadre e voleva andare in Champions. Il nostro obiettivo deve essere questo, dobbiamo cercare di accontentare il Dottore», ha ricordato il presidente Carlo Rossi a Dazn. «Ci manca un riferimento, quando avevo un dubbio facevo riferimento a Squinzi - osserva -. Io l'ho conosciuto nel 1969, è venuto alle mie nozze. Mio suocero lavorava in Mapei da alcuni anni e all'epoca era una piccola industria. Sosteneva sempre che aveva un debito di riconoscenza con Sassuolo perché le industrie ceramiche hanno permesso di internazionalizzarsi». Giocare contro l'Inter aziona i ricordi migliori ma anche qualche batosta colossale. Ora De Zerbi sa
Il presidente Rossi: «Squinzi voleva il Sassuolo in Champions»
che è una questione soprattutto di equilibrio per non esporsi a un'altra goleada come il 28 settembre scorso il poker rifilato dall'Atalanta al Mapei Stadium.
INCROCIO FRUTTUOSO. Per la sfida di domani è assalto agli ultimi biglietti con le disponibilità esaurite per la Tribuna Est Laterale e Nord (settore ospiti). Quando si tratta dell'Inter, al di là del richiamo di tifosi, emergono gli incroci che negli ultimi due anni hanno portato nelle casse emiliani oltre 50 milioni di euro dalle cessioni di Politano (sembrava destinato a Napoli a gennaio 2018 approdando poi in nerazzurro a giugno) e Sensi che era finito nel mirino del Milan nel gennaio scorso finendo poi sulla sponda interista.
Il percorso inverso l'ha fatto Odgaard (il danese ora in prestito all'Heerenveen), Sala e Gravillon girati a titolo temporaneo in Serie B all'Entella e l'Ascoli. Non finirà qui.
Anche secondo il Politecnico di Milano ristrutturare San Siro sarebbe molto complicato. Invece di abbatterlo, però, si potrebbe trovare il modo di «rifunzionalizzarlo» per attività culturali, museali, commerciali o sportive. E’ questo il parere del rettore Ferruccio Resta, apparso ieri in Commissione al Comune. «Mancano i volumi e le dotazioni per rendere accessibile lo stadio, servirebbero interventi per la sicurezza che avrebbero un impatto tale da stravolgere il Meazza», ha spiegato.