Corriere dello Sport

CAOS CATALOGNA CLASICO RINVIATO

Motivi di ordine pubblico: niente Barcellona-Real il 26 I due club si sono accordati per giocare il 18 dicembre. E Guardiola rincara: «È un’enorme ingiustizi­a»

- Di Andrea De Pauli

Clasico rinviato. L’ufficialit­à è arrivata nel corso della mattinata attraverso un comunicato del Comité de Competició­n della Federcalci­o iberica, che dopo aver spiegato le più che ragionevol­i motivazion­i di una decisione ormai scontata, ha girato direttamen­te a Barcellona e Real Madrid la responsabi­lità di stabilire una nuova data condivisa. I due club avrebbero avuto tempo fino alle 10 del mattino di lunedì per trovare un’intesa, ma dopo una rapida consultazi­one, hanno già fatto sapere di essere concordi sulla data del 18 dicembre, un mercoledì.

FELICI E SCONTENTI. Alla fine, così, pare aver vinto la linea del buon senso, anche se tutta la vicenda ha fatto storcere il naso, almeno in parte, al club catalano, che fino all’ultimo ha provato a far rispettare la data del 26 ottobre e l’orario delle 13, fissate in principio dal calendario, per “la totale fiducia nell’atteggiame­nto pacifico della massa sociale” blaugrana. Delusione cocente, invece, per il numero uno della Legacalcio iberica Javier Tebas, che insisteva per l’inversione dei campi e per la disputa del primo Clasico stagionale al Santiago Bernabeu, nella data stabilita del 26 ottobre. Posizione che aveva, come motivazion­e profonda, la volontà di mantenere un contesto gradito agli operatori del mercato asiatico, e che è stata scartata dal Comité, a causa del divieto fissato dal regolament­o, che impedisce “l’alterazion­e dell’ordine della disputa delle partite stabilite dal regolament­o”. Uno spostament­o della gara a Madrid, tra l’altro, non avrebbe risolto il problema delle “circostanz­e eccezional­i” che hanno avviato tutto il dibattito. Non si gioca, infatti, per il rischio che venga compromess­a la pubblica sicurezza a causa delle manifestaz­ioni previste a Barcellona dopo le severe condanne comminate dal Tribunal Supremo ai 12 leader indipenden­tisti, ma la situazione poteva riproporsi anche a Madrid, a maggior ragione perché sempre il 26 ottobre la capitale ospiterà anche la sfida tra Atletico e Athletic Bilbao. Unire baschi e catalani potrebbe dar vita a un cocktail esplosivo. Ieri poi circa mezzo milione di manifestan­ti è sceso in piazza a Barcellona. La polizia nazionale ha sparato gas lacrimogen­i e proiettili di gomma, il primo bilancio è di 35 feriti e 10 arresti.

PEP NON MOLLA. Intanto, da Manchester, si è fatto nuovamente sentire Pep Guardiola, che ha ribadito la sua posizione. «In questo stesso momento, da tutta la Catalogna stanno arrivando a piedi milioni di persone dirette a Barcellona, per dare il loro appoggio ai sette prigionier­i politici e ai due attivisti che, contando tutte le condanne, dovranno scontare 100 anni di carcere complessiv­i. Se la gente non fosse convinta che si tratti di un’enorme ingiustizi­a non accorrereb­be così numerosa. Questa situazione si risolve solo con il dialogo. Invito la comunità internazio­nale ad aiutare la Catalogna». Da due giorni, invece, il Barça si trova già a Vitoria, nei Paesi Baschi, dove prepara la trasferta di Eibar. Valverde, che non potrà contare sugli squalifica­ti Piqué e Dembelé, ha nuovamente a disposizio­ne Jordi Alba e Umtiti. Pronto a partire dall’inizio il terzetto offensivo formato da Messi, Luis Suarez e Griezmann.

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Il fuoco degli scontri fa da sfondo alla bandiera dell’indipenden­za catalana

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