«Un Mondiale da vivere»
Anterselva, il tempio del biathlon come da incoronazione che vuole dargli il presidente Flavio Roda, non aspetta altro che il prossimo febbraio per i Mondiali. «La più bella struttura che abbiamo al mondo per questo settore», spiega il numero uno della Fisi. Roda celebra a dovere quello che sarà uno dei passaggi intermedi verso le Olimpiadi del 2026: «Ci presentiamo con una squadra fortissima, competitiva, che si è già dimostrata tale l’anno scorso nei propri valori. Parecchi atleti sono proprio di quella località e abbiamo lavorato molto per non soffrire la quota di Anterselva».
INNALZARE IL BILANCIO. Inevitabile che l’orizzonte sia quindi quello di Milano-Cortina: la macchina organizzativa verso i Giochi Olimpici del 2026 è già partita. «Sicuramente bisognerà, prima di tutto, avere una legge precisa per le strutture», osserva Roda. «Tipo la pista di bob, skeleton e slittino è importante, perché raccoglie a sé tantissime medaglie. C’è la pista Eugenio Monti di Cortina che verrà ammodernata, ma serve innalzare di molto il bilancio rispetto a quanto si è previsto. Anche in funzione del futuro. Dei 32 milioni di euro del bilancio federale, 26 sono stati destinati all’attività agonistica. Finora abbiamo parlato poco, anche perché in questa fase è la parte politica che deve operare più che quella sportiva. Noi siamo stati interessati al momento della candidatura per individuare i siti olimpici: su quello abbiamo sempre tenuto aperto il confronto. Le nostre idee sono state condivise dal Cio e dal Coni, per rendere il tutto funzionale».
Barra dritta, dunque, e riflettori accesi più che mai sulla nuova stagione. «Io sono preoccupato solo delle troppe parole, che distraggono dal vero obiettivo: serve soltanto lavorare in funzione delle Olimpiadi», dice ancora il presidente Roda. «Domenicali? Non posso giudicare perché non ne ho le competenze».
Non manca il materiale umano in vista dell’appuntamento in scaletta tra quattro mesi. «Non c’è il Mondiale per lo sci alpino: quindi può essere l’occasione per un test in cui capire quali sono gli atleti in grado di ambire non solo alla Coppa del Mondo, ma anche alla specialità assoluta. La cosa importante è valorizzare ogni disciplina».