Corriere dello Sport

SINNER DA IMPAZZIRE ABBIAMO UNA STELLA

Dopo Monfils, battuto Tiafoe: a 18 anni entrerà nella top 100

- Di Stefano Semeraro

Il ragazzo Jannik Sinner fa parte della leva tennistica dell’anno 2001 e promette benissimo. Trema appena prima di tirare un calcio di rigore - una volée di diritto facile facile - ma poi va in gol: battuto 6-4 3-6 6-3 l’americano Frances Tiafoe, n.53 Atp, oggi ad Anversa gioca la prima semifinale Atp della sua carriera contro il volpone Stan Wawrinka, che di semifinali ne ha già a referto 59.

A 18 anni, un mese e 28 giorni, Jannik è il settimo più giovane a riuscirci nel Terzo Millennio, dopo Nadal e un malloppo di top-10 presenti e appena passati. Si farà, il ragazzo. Anzi, è quasi pronto. Da ieri è virtualmen­te 100 Atp (per la conferma bisognerà attendere lunedì), 441 posizioni in meno rispetto a gennaio. Un gigante bambino, con i piedi ben piantati per terra.

BRIVIDI. «In effetti alla fine ho tremato un po’», ammette lo Spago d’Acciaio, un metro e 88 per 75 chli di resilienza tennistica e (solitament­e) calma olimpica. «Però dopo quella volée mi sono resettato, e alla fine credo di aver giocato bene». Quattro palle break su cinque salvate, dieci ace, la solita esultanza ai limiti dell’impercetti­bile. Magari un cenno a Cristian Brandi, che ad Anversa segue Paolo Lorenzi (con cui Sinner ieri ha passato il turno anche in doppio) ma gli fa da consiglior­i a fianco di Andrea Volpini per conto di Riccardo Piatti. «Ce la ridevamo per quella volée», spiega Cristian. «Adesso vediamo con Wawrinka. Agli Us Open ci ha fatto partita (strappando­gli un set, ndr). Questione di pochi punti, e nel tie-break del secondo set Stan ha piazzato cinque ace». Insomma l’idea è di giocarsela alla pari con un signore di 34 anni che ha in bacheca tre Slam. Il tutto dopo aver vinto appena sei match a livello di Atp Tour.

CRESCITA. Una crescita da capogiro - a febbraio 2018 non aveva neppure una classifica - ma Jannik non è tipo da soffrire di vertigini. A 12 anni era una promessa dello sci, a 13 ha preso il fagottino e da Sesto Pusteria, provincia di Bolzano, ha attraversa­to l’Italia per domiciliar­si chez Piatti, a Bordighera. Un adolescent­e con una missione: diventare uno dei migliori. Magari qualcosa di più. «Quando giocavo un paio di volte a settimana il tenis era divertente - ha spiegato - adesso lo è sempre, ma anche qualcosa di diverso. La mia ambizione non è di diventare il più forte in Italia, ma nel mondo. E’ una cosa, però, che richiede tempo e al momento non ci sto pensando troppo».

FAMIGLIA. Come confermava ieri pomeriggio anche papà Hans Peter, fra un piatto e l’altro servito con mamma Siglinde al rifugio Fondovalle, sopra Sesto Pusteria. «No, non abbiamo ancora sentito Jannik, ma siamo molto fieri di quello che sta facendo. Alla classifica non ha mai guardato troppo, ci ha sempre detto che il suo obiettivo era imparare a giocare bene a tennis». Coach Patti, che da cinque anni lo cura come un fiore di serra, sottoscriv­e.

SCONFITTE. Del resto a 15 anni Jannik perdeva sempre, «e a quell’età di solito giochi i tornei junior - racconta - ma il mio team mi ha sempre detto che avevo il livello per giocare fra i grandi». Nel 2019 ha iniziato a vincere spessissim­o, gustandosi ogni scalino: dai 15 mila e 25 dollari Futures (vittoria a Trento e Santa Margherita di Pula) ai Challenger (vittoria a Bergamo e Lexington). Il debutto Atp, e la prima vittoria in tabellone, sono arrivati all’Atp 250 di Budapest. Il primo 1000 a Roma, il primo 500 ad Halle, l’esordio negli Slam a New York. La calma è sempre stata il suo forte, insieme al ritmo soffocante da fondo, al servizio che viaggia sereno sopra i 200 all’ora, alla capacità di andarsi a cercare il punto a rete. Ora si stanno aggiungend­o un po’ di muscoli, e tonnellate di fiducia.

FUTURO. Dopo Anversa, comunque vada, ci sarà un’altra wild card per il 500 di Vienna, poi le Next Gen Finals di Milano. «Non mi spaventa giocare con i più forti, anche perdere mi serve: ad andare più veloce in futuro». I grandi giocatori li vedi dal coraggio, oltre che dalla fantasia.

«Ho tremato un po’ ma alla fine penso di essermi ripreso bene»

Ora c’è Wawrinka «Non mi spaventa giocare con i più forti Anche perdere serve»

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy