Il rebus del vero nove
La Fiorentina ha rallentato la sua corsa, ma non si è fermata. Il pareggio, dopo tre vittorie consecutive, la porta a un punto dalla zona-Europa League. Basta ricordare cos’era la squadra di Montella solo quattro mesi fa per essere soddisfatti. E poi a Brescia non era stato facile vincere nemmeno per la Juventus e non lo sarà per nessuno. La partita, però, pone per la prima volta un interrogativo serio sull’opportunità di impiegare un centravanti vero. Finora la coppia Ribery-Chiesa aveva sostenuto e arricchito la squadra ma nelle ultime due gare la Fiorentina ha segnato un solo gol, con Milenkovic, dopo un calcio d’angolo. Ieri, tanto per dare un’idea, un accanito tiratore come Chiesa è arrivato alla conclusione una sola volta. Anche per questo Montella lo ha sostituito con Vlahovic. Pedro è andato per la prima volta in panchina, Vlahovic sta bene, dopo 6 partite di fila con la stessa formazione, ora qualcosa potrebbe cambiare.
C’è un altro momento di questa gara su cui vale la pena soffermarsi. E’ il giallo per simulazione a Chiesa che cade in area. Chancellor, che gli sta davanti, lo manda a quel paese e Calvarese, senza perdere un attimo, lo ammonisce per simulazione. E’ vero che la caduta non sembra molto naturale, ma quando è disteso in terra Chiesa non dice una parola, non fa un cenno, non chiede niente. Eppure l’arbitro non ha dubbi: ha simulato. La sensazione è che dopo episodi del passato e soprattutto dopo le accuse dell’anno scorso di Gasperini alla fine di Fiorentina-Atalanta («si tuffa»), gli arbitri abbiano adottato nei suoi confronti la tolleranza zero.
Di Brescia-Fiorentina, non proprio memorabile come spettacolo, soprattutto nel secondo tempo, resta ben impresso il duello del futuro fra Tonali e Castrovilli, uno davanti all’altro. Si ritroveranno a novembre in Nazionale, ma ieri sera a Brescia hanno confortato l’idea del ct che li vuole vedere da vicino. Tonali è del 2000 e sta sul campo come se avesse dieci anni di più. La squadra risponde ai suoi comandi riconoscendone le qualità. Nell’azione che aveva portato al gol annullato dal Var c’era tutto il meglio di questo ragazzo: l’aggressività nella riconquista della palla (del resto lui si rivede in Gattuso), la tecnica con scavetto su Pulgar (del resto a Brescia lo avvicinano a Pirlo), la corsa, la forza e il coraggio che gli hanno impedito di togliere il piede davanti a quel gigante di Milenkovic, 15 centimetri più alto e 11 chili più grosso di lui. Quanto a Castrovilli ha fatto un’altra partita vera, con testa, gambe e una tecnica sopraffina. Al 97' si era creato da solo la palla della vittoria, gliel’ha tolta un suo compagno, Vlahovic, davanti alla porta. Con questi ragazzi il futuro è assicurato.