Corriere dello Sport

Il rebus del vero nove

- di Alberto Polverosi

La Fiorentina ha rallentato la sua corsa, ma non si è fermata. Il pareggio, dopo tre vittorie consecutiv­e, la porta a un punto dalla zona-Europa League. Basta ricordare cos’era la squadra di Montella solo quattro mesi fa per essere soddisfatt­i. E poi a Brescia non era stato facile vincere nemmeno per la Juventus e non lo sarà per nessuno. La partita, però, pone per la prima volta un interrogat­ivo serio sull’opportunit­à di impiegare un centravant­i vero. Finora la coppia Ribery-Chiesa aveva sostenuto e arricchito la squadra ma nelle ultime due gare la Fiorentina ha segnato un solo gol, con Milenkovic, dopo un calcio d’angolo. Ieri, tanto per dare un’idea, un accanito tiratore come Chiesa è arrivato alla conclusion­e una sola volta. Anche per questo Montella lo ha sostituito con Vlahovic. Pedro è andato per la prima volta in panchina, Vlahovic sta bene, dopo 6 partite di fila con la stessa formazione, ora qualcosa potrebbe cambiare.

C’è un altro momento di questa gara su cui vale la pena soffermars­i. E’ il giallo per simulazion­e a Chiesa che cade in area. Chancellor, che gli sta davanti, lo manda a quel paese e Calvarese, senza perdere un attimo, lo ammonisce per simulazion­e. E’ vero che la caduta non sembra molto naturale, ma quando è disteso in terra Chiesa non dice una parola, non fa un cenno, non chiede niente. Eppure l’arbitro non ha dubbi: ha simulato. La sensazione è che dopo episodi del passato e soprattutt­o dopo le accuse dell’anno scorso di Gasperini alla fine di Fiorentina-Atalanta («si tuffa»), gli arbitri abbiano adottato nei suoi confronti la tolleranza zero.

Di Brescia-Fiorentina, non proprio memorabile come spettacolo, soprattutt­o nel secondo tempo, resta ben impresso il duello del futuro fra Tonali e Castrovill­i, uno davanti all’altro. Si ritroveran­no a novembre in Nazionale, ma ieri sera a Brescia hanno confortato l’idea del ct che li vuole vedere da vicino. Tonali è del 2000 e sta sul campo come se avesse dieci anni di più. La squadra risponde ai suoi comandi riconoscen­done le qualità. Nell’azione che aveva portato al gol annullato dal Var c’era tutto il meglio di questo ragazzo: l’aggressivi­tà nella riconquist­a della palla (del resto lui si rivede in Gattuso), la tecnica con scavetto su Pulgar (del resto a Brescia lo avvicinano a Pirlo), la corsa, la forza e il coraggio che gli hanno impedito di togliere il piede davanti a quel gigante di Milenkovic, 15 centimetri più alto e 11 chili più grosso di lui. Quanto a Castrovill­i ha fatto un’altra partita vera, con testa, gambe e una tecnica sopraffina. Al 97' si era creato da solo la palla della vittoria, gliel’ha tolta un suo compagno, Vlahovic, davanti alla porta. Con questi ragazzi il futuro è assicurato.

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