In Sardegna per riannodare il filo Radja ideale per stare in un’Arena
Nelle ultime quattro stagioni della sua fantastica carriera, Roberto Baggio segnò 45 gol in 95 partite. Nel Brescia, che ogni anno si batteva per salvarsi. Molti dissero che la scelta del Divin Codino era stata la scelta di comodo (perché Brescia è vicina a Caldogno) di un prepensionato. Baggino dimostrò che non era così. Era stata una scelta forte e soprattutto giusta. Una scelta di sfida, nel senso che a quell’età sentiva ancora il bisogno di dimostrare a se stesso tutto il suo valore. Le premesse e le motivazioni che hanno riportato Nainggolan a Cagliari sono un po’ diverse, l’età pure (Baggio andò a Brescia a 33 anni, Radja ne ha due di meno), ma il senso della sfida, della voglia di rimettersi in discussione è la stessa. Nainggolan è ancora un grande giocatore, che probabilmente poteva (doveva?) chiedere di più alla sua carriera, ma la decisione di tornare nella sua casa italiana è bella e sa di buono. Era stato escluso prima dalla nazionale e poi da una grande squadra come l’Inter, aveva bisogno di ritrovare la sua energia mentale ancora prima di quella fisica e nessun’altra città, nessun’altra regione, nessun’altra squadra potevano offrirgli questa possibilità nel modo in cui gli è stata offerta da Cagliari. E’ stato come se i cinque anni trascorsi fra Roma e Milano non siano stato altro che l’attesa per riannodare il filo. Il missile terra-aria con cui ha battuto la Spal e scatenato l’entusiasmo della Sardegna Arena sintetizza perfettamente quel legame. Anche perché uno come Radja dentro un’Arena ci sta proprio bene.