Godin, ecco lo specialista nelle notti di Champions
Ha esperienza, curriculum, voglia di far bene Insegue la coppa che gli è sfuggita due volte
Tutti i volti di Antonio
Quattro primi piani, quattro espressioni di Antonio Conte durante la conferenza stampa di ieri alla vigilia della sfida con il Dortmund
Non sarà una finale, come sostiene Conte, ma certo se stasera l’Inter dovesse perdere con il Borussia Dortmund dovesse perdere, allora di direbbe di fatto addio alla Champions. Insomma, sarà una gara da cuori e spiriti forti. E allora chi meglio di Godin può trascinare i nerazzurri? Sempre il tecnico leccese ha sottolineato come la sua squadra abbia pochi elementi con adeguata esperienza nell’Europa che conta, quella con il palcoscenico più prestigioso. Ecco un altro motivo per affidarsi proprio all’uruguayano, che di gettoni nelle Coppe ne ha accumulati più di qualsiasi altro compagno: sono 89 in tutto, 60 dei quali in Champions. Chi gli si avvicina di più è Sanchez, con 54, ma il cileno, come noto, è fermo ai box. Poi, ci sono Asamoah e Lukaku, entrambi attestati a 45.
CHE CURRICULUM. Esperienza in generale, ma come premesso anche la capacità di affrontare un certo tipo di sfide: lo “Sceriffo” è anche questo. E’ sufficiente guardare il suo palmares: 2 Europa League, 3 Supercoppe europee e una Coppa America. E’ vero manca proprio la Champions, ma, con l’Atletico Madrid è arrivato 2 volte il finale. Sul traguardo l’ha sempre spuntata il Real Madrid, ma, nel primo caso, Godin e i suoi compagni hanno ceduto ai supplementari (pari di Sergio Ramos al 93’ dopo vantaggio firmato proprio dall’uruguayano), mentre, nel secondo, la sconfitta è arrivata solo ai rigori. Intendiamoci, lo “Sceriffo” non ha scelto l’Inter per prendersi una rivincita dopo queste delusioni, ma per restituirle un profilo europeo. E per farlo occorre inevitabilmente passare dal match di questa sera.
RIMESSO IN GIOCO. Peraltro, lasciando l’Atletico, dove era un punto di riferimento, Godin ha pure accettato di rimettersi in gioco. A 33 anni, infatti, dopo una vita trascorsa a guidare una linea difensiva a 4, ha accettato di “ripartire” in una retroguardia a 3. Non è la stessa cosa: cambiano i meccanismi e aumenta anche lo spazio da coprire, con la concreta possibilità di ritrovarsi di fronte un avversario più veloce. Potrebbe accadergli anche questa sera, contro gli attaccanti del Dortmund. «E’ cambiato il modo di giocare per lui, fisicamente e tatticamente – ha raccontato ieri Conte -. Parlo del fatto di andare a difendere attaccando, avendo 50 metri di campo alle spalle». Così, qualche errore l’ha commesso in questa prima parte di stagione. Tuttavia, dubbi sul conto dello “Sceriffo” non ce ne sono. Semplicemente, vanno un po’ gestite le sue forze per averlo al meglio proprio quando conta di più. E stasera, contro il Dortmund, è esattamente una di quelle occasioni.