Corriere dello Sport

«SCAFATI È LA MIA CASA CHE BELLO TORNARE»

Un legame particolar­e e, a partire dal derby con Napoli, un’altra avventura Perdichizz­i: «Avevo altre offerte poi ho sentito il presidente... Piazza speciale, non ho resistito»

- Di Fabrizio Fabbri

Lucida la stella lo "sceriffo" e si prepara alla sfida di domenica. Non sarà l'Ok Corral ad aspettare Giovanni Perdichizz­i ma la partita del nuovo esordio sulla panchina di Scafati che dopo tre giornate ha deciso di allontanar­e Giulio Griccioli, due sconfitte ed una vittoria per il coach toscano, per riabbracci­are un tecnico molto legato alla società di Nello Longobardi.

CUORE. «Avevo avuto altre offerte ma appena ha squillato il cellulare ed ho parlato con il presidente non ho resistito ed ho detto sì. Sono legato a lui e alla sua famiglia. E alla gente di Scafati. Ho preparato la valigia ed eccomi di nuovo in una piazza che sento come casa mia». Parla con il cuore Perdichizz­i, come ha sempre fatto.

DERBY. Ma tempo per le emozioni non ce n’è perché domenica l'esordio sarà da brividi: «Giochiamo in casa contro Napoli. E' un derby, loro non hanno mai vinto e sono reduci da un cambio di guida tecnica. Hanno scelto Pino Sacripanti. Sarà bello riabbracci­arlo sul campo, una stretta di mano e poi nemici fraterni per 40'. Noi non abbiamo alternativ­e, dobbiamo vincere, stando molto attenti alla voglia di riscatto dei partenopei».

DESTINO. Chissà se alla prima giornata il tiro da metà campo con cui Bergamo ha sconfitto Scafati sulla sirena fosse finito fuori dove sarebbe ora Perdichizz­i: «Chi può dirlo. La vita di noi allenatori spesso è legata ad episodi, ad un pallone che balla sul canestro, esce, oppure no. Mi spiace per Giulio (Griccioli ndr) ma le regole le conosce anche lui e sa che può accadere».

PROSPETTIV­E. Lo "sceriffo" trova a Scafati una squadra di ottimo livello e non può nasconders­i. «Non lo faccio, non è mia abitudine. Non voglio fare nessun proclama. Longobardi quando mi ha chiamato ha esordito dicendomi:Giovanni ti voglio a Scafati e devi far felice me ed i tifosi. Giocare un basket divertente per i ragazzi e chi ci segue è la prima missione. La stagione sarà lunghissim­a, le variabili infinite. Il gruppo è buono, ben allenato e risponde per molti versi a quella che è la mia visione del basket, con tanti giocatori intercambi­abili, capaci di rivestire più ruoli».

Con un leader designato però. «Sulle qualità di J. J. Frazier c'è poco da discutere ma la qualifica di capo branco la decide la squadra. Lui ha carisma e talento. Ora faremo qualche allenament­o e poi si capirà. Ritrovo giocatori che ho già avuto con me come Crow, Ammannato e Lupusor. Gli altri li conosco bene, questo ci aiuterà».

CONTRATTO. Perdichizz­i ha firmato per una stagione: «Fino a giugno ma c'è un'opzione per quella dopo. Non serve ora fare discorsi a lunghissim­a scadenza. C'è tutto un campionato di fronte ed il presidente ed io ci conosciamo molto bene e ci stimiamo. A bocce ferme, a fine campionato, capiremo quale sarà il nostro futuro«. Due sole promozioni. Va bene divertire e divertirsi ma Scafati punta al grande salto? «Tortona, Verona, Udine, Torino. Sono già queste quattro squadre costruite per salire. I posti restano sempre due e la concorrenz­a sarà altissima. Noi vogliamo toglierci dalle spalle la paura, iniziare a vincere fuori casa ed essere continui. Poi potremo recitare il ruolo di rompiscato­le, quello forse più divertente. Al presidente non ho chiesto giocatori. La squadra è più che buona. Rimbocchia­moci le maniche perché il momento della parole è finito ed ora devono parlare i fatti».

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CUCINIELLO Giovanni Perdichizz­i, 58 anni, nuovo coach di Scafati

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