«SCAFATI È LA MIA CASA CHE BELLO TORNARE»
Un legame particolare e, a partire dal derby con Napoli, un’altra avventura Perdichizzi: «Avevo altre offerte poi ho sentito il presidente... Piazza speciale, non ho resistito»
Lucida la stella lo "sceriffo" e si prepara alla sfida di domenica. Non sarà l'Ok Corral ad aspettare Giovanni Perdichizzi ma la partita del nuovo esordio sulla panchina di Scafati che dopo tre giornate ha deciso di allontanare Giulio Griccioli, due sconfitte ed una vittoria per il coach toscano, per riabbracciare un tecnico molto legato alla società di Nello Longobardi.
CUORE. «Avevo avuto altre offerte ma appena ha squillato il cellulare ed ho parlato con il presidente non ho resistito ed ho detto sì. Sono legato a lui e alla sua famiglia. E alla gente di Scafati. Ho preparato la valigia ed eccomi di nuovo in una piazza che sento come casa mia». Parla con il cuore Perdichizzi, come ha sempre fatto.
DERBY. Ma tempo per le emozioni non ce n’è perché domenica l'esordio sarà da brividi: «Giochiamo in casa contro Napoli. E' un derby, loro non hanno mai vinto e sono reduci da un cambio di guida tecnica. Hanno scelto Pino Sacripanti. Sarà bello riabbracciarlo sul campo, una stretta di mano e poi nemici fraterni per 40'. Noi non abbiamo alternative, dobbiamo vincere, stando molto attenti alla voglia di riscatto dei partenopei».
DESTINO. Chissà se alla prima giornata il tiro da metà campo con cui Bergamo ha sconfitto Scafati sulla sirena fosse finito fuori dove sarebbe ora Perdichizzi: «Chi può dirlo. La vita di noi allenatori spesso è legata ad episodi, ad un pallone che balla sul canestro, esce, oppure no. Mi spiace per Giulio (Griccioli ndr) ma le regole le conosce anche lui e sa che può accadere».
PROSPETTIVE. Lo "sceriffo" trova a Scafati una squadra di ottimo livello e non può nascondersi. «Non lo faccio, non è mia abitudine. Non voglio fare nessun proclama. Longobardi quando mi ha chiamato ha esordito dicendomi:Giovanni ti voglio a Scafati e devi far felice me ed i tifosi. Giocare un basket divertente per i ragazzi e chi ci segue è la prima missione. La stagione sarà lunghissima, le variabili infinite. Il gruppo è buono, ben allenato e risponde per molti versi a quella che è la mia visione del basket, con tanti giocatori intercambiabili, capaci di rivestire più ruoli».
Con un leader designato però. «Sulle qualità di J. J. Frazier c'è poco da discutere ma la qualifica di capo branco la decide la squadra. Lui ha carisma e talento. Ora faremo qualche allenamento e poi si capirà. Ritrovo giocatori che ho già avuto con me come Crow, Ammannato e Lupusor. Gli altri li conosco bene, questo ci aiuterà».
CONTRATTO. Perdichizzi ha firmato per una stagione: «Fino a giugno ma c'è un'opzione per quella dopo. Non serve ora fare discorsi a lunghissima scadenza. C'è tutto un campionato di fronte ed il presidente ed io ci conosciamo molto bene e ci stimiamo. A bocce ferme, a fine campionato, capiremo quale sarà il nostro futuro«. Due sole promozioni. Va bene divertire e divertirsi ma Scafati punta al grande salto? «Tortona, Verona, Udine, Torino. Sono già queste quattro squadre costruite per salire. I posti restano sempre due e la concorrenza sarà altissima. Noi vogliamo toglierci dalle spalle la paura, iniziare a vincere fuori casa ed essere continui. Poi potremo recitare il ruolo di rompiscatole, quello forse più divertente. Al presidente non ho chiesto giocatori. La squadra è più che buona. Rimbocchiamoci le maniche perché il momento della parole è finito ed ora devono parlare i fatti».