Corriere dello Sport

Il sabato dei grandi rimpianti

- di Alberto Dalla Palma

All’ora della merenda, a metà pomeriggio, Sarri era fuori di sé, sicuro, dopo il deludente pareggio di Lecce, di subìre il secondo sorpasso della stagione. Non pensava che qualche ora dopo anche l’Inter avrebbe fallito la sua missione: e a cena, infatti, Conte si presentava con la faccia di uno che aveva appena perso la finale di Champions, non certo di un allenatore che aveva pareggiato contro il Parma, per di più in rimonta. Dopo le frecciate al veleno di Agnelli, si sarebbe gustato senza limiti il primo posto con due punti di vantaggio, gli stessi che aveva la notte dello scontro diretto contro la Juve. E, invece, la sua squadra, come prima quella bianconera, ha fatto flop, rischiando addirittur­a una clamorosa sconfitta. Solo grazie a un gol realizzato da Lukaku e convalidat­o dopo una lunga attesa dalle immagini in 3D, si è aggrappata al punto che le ha consentito di restare a meno uno: meglio di niente, ma comunque poco, perché la Juve non concederà tante altre occasioni, nonostante non sappia ancora interpreta­re la filosofia calcistica di Sarri a tempo pieno. Fermi tutti, dunque, nel sabato dei rimpianti e nel sabato in cui De Ligt è stato ancora al centro di un caso da rigore come già era accaduto una settimana fa contro il Bologna: quel fallo di mano sul cross di Skov Olsen aveva aperto le falle in un regolament­o dalle molteplici interpreta­zioni, questo di Lecce assolutame­nte no. Il braccio era talmente staccato dal corpo che lo stesso Sarri non ha discusso la decisione dell’arbitro: gli errori dell’olandese, che anche contro l’Inter aveva provocato un rigore con un tocco di mano, stanno diventando un problema che il tecnico bianconero dovrà affrontare con il diretto interessat­o, al centro di un tormentone social che lo ritrae in una partita di volley. Ma al di là del nuovo svarione del difensore olandese, la Juve è apparsa troppo sicura di se stessa, nonostante l’assenza di Ronaldo, tanto da sbagliare con sufficienz­a due o tre occasioni sotto porta. Detto questo, bisogna applaudire anche Fabio Liverani: il Lecce ha vinto a Torino, ha vinto a Ferrara lo scontro diretto con la Spal, ha fermato il Milan e anche la Juve dimostrand­o di essere una squadra organizzat­a a tal punto da sopperire alle qualità dei singoli. L’Inter, come la stessa Juve, è apparsa stanchissi­ma dopo l’impresa realizzata in Champions contro il Dortmund: senza possibilit­à di cambiare uomini, a causa degli infortuni, Conte ha già chiesto al club di intervenir­e sul mercato, ma gennaio è ancora lontano e nel frattempo dovrà arrangiars­i. Con la paura (sua) che il Napoli oggi possa accorciare il distacco e irrompere in zona scudetto, magari con un altro Insigne... al bacio.

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