Gabriel decisivo Bernardeschi non è spietato
Alex Sandro continuo, Cuadrado entra bene. Lapadula generoso
LECCE
Gabriel
Il suo talento è certificato dal recente passato. E confermato anche nell’ultimo sabato di ottobre: decisivo su Dybala e Higuain, mai un segnale di insicurezza.
Meccariello
Parte con disinvoltura, poi si perde un po’, gioca comunque in un ruolo non suo, lui ex centrale.
Rispoli (26’ st)
Entra con l’esperienza di chi ne ha vissute mille e vuole essere utile.
Lucioni
La Serie A è un premio alla sua gavetta. Buone chiusure, alza il muro un paio di volte e non perde la serenità.
Rossettini
Vedi Lucioni, all’interno di un affiatamento che cresce.
Calderoni
L’eroe di San Siro si preoccupa inevitabilmente del contenimento, ma soffre Dybala.
Petriccione
Il fallo da rigore è un po’ ingenuo. Pomeriggio da combattente.
Tachtsidis
Non ha il passo di chi vorrebbe rapidità, ma sa tenere la posizione e non imbarca acqua.
Majer
Nel primo tempo ci piace perché unisce fisicità a buone letture. Ci prova per primo dal limite.
Restano dubbi sul contatto TachtsidisEmre Can al 9’ pt. Quando fischia la punizione su Pjanic (fallo di Petriccione) intuisce che - richiamato dal Var - si tratta di capire se è dentro o fuori. A quel punto puntare l’indice sul dischetto è inevitabile. Sufficiente distribuzione dei cartellini. Var: Pasqua 6,5
Tabanelli (13’ st)
In trincea, con generosità.
Mancosu
Il Lecce è lui, nello spirito e nell’organizzazione. Ci prova dalla distanza e poi trasforma il quarto rigore su quattro, quinta soddisfazione stagionale.
Farias
Non capitalizza qualche ribaltamento, poi lascia per un problema muscolare.
Lapadula (1’ st)
Generosissimo, soprattutto negli ultimi minuti quando si carica la squadra sulle spalle.
Babacar
Forse gli regaliamo mezzo voto, ma è l’incoraggiamento che serve nei riguardi di chi non è ancora al top della condizione.
Liverani (all.)
Assiste dal box per squalifica, in panchina c’è il vice Coppola, ma la sua mano si vede in tutto.
JUVENTUS
Szczesny
Ci mette i guanti dopo due minuti, respingendo su Majer. Poi siamo all’interno dell’ordinario.
Danilo
Non ci convince perché difende blando e quando scende sembra quasi che ti faccia una cortesia.
Cuadrado (13’ st)
Entra bene, molto bene, non a caso la Juve si dedica alla corsia di sua competenza soprattutto dopo il ko di Pjanic.
Bonucci
Ha due occasioni uniche, di testa e di piede: le buca.
De Ligt
Vorremmo quasi dirgli “lascia un braccio a casa che ti giudichiamo”. Rigore in casa dell’Inter, un rischio enorme contro il Bologna, un altro intervento così nel Salento. Migliorerà, ma così non si può.
Alex Sandro
Tra i più continui e produttivi, anche quando la Juve vive momenti complicati. Il corridoio per Bernardeschi è delizioso.
Emre Can
Ha un po’ di ruggine adesso e soltanto mettendo altra benzina potrà tornare ai livelli di sempre.
Pjanic
Non il miglior Mire, sia chiaro. Ma quando esce si fulminano quattro lampadine e si capisce subito perché.
Khedira (22’ st)
Qualche sovrapposizione.
Bentancur
Prima mezzala, poi regista. Senza grandissimi lampi.
Rabiot (26’ st)
C’è poco tempo, lui non lo sfrutta.
Bernardeschi
Ondivago, altalenante, ogni tanto fuori dalla partita. E non spietato sotto porta.
Dybala
Mezzo voto in meno perché al 26’ pt non battezza l’angolo giusto e si divora un gol già messo a referto. Ma è anche vero che gran parte dei pericoli nascono dalle sue idee.
Higuain
Gli annullano giustamente un gol per fuorigioco e da lì si danna cercando un risarcimento personale, ma non trovando la mattonella giusta. Al 38’ st un tremendo scontro con Gabriel, momenti di paura, poi la fasciatura e un’occasione al sesto di recupero.
Sarri (all.)
E’ chiaro che gli diranno: la squadra non è cinica, significa che la trasmissione dati non è quella ideale. Ci può stare, da una partita così vanno memorizzate e cancellate subito le cose negative.