Corriere dello Sport

Ora Conte è preoccupat­o «Giocano sempre i soliti»

«Serie A e Champions sono dure e all’Inter non basta partecipar­e»

- Di Pietro Guadagno

«Sono molto preoccupat­o». Conte rimane a lungo negli spogliatoi prima di affrontare telecamere e taccuini, poi lancia l’allarme. C’entra poco il 2-2 con il Parma che ha impedito all’Inter di riprenders­i la vetta della classifica, approfitta­ndo del pareggio della Juve. Il suo Lecce gli aveva fatto un bel regalo, che però non è riuscito a scartare…

L’agitazione del tecnico nerazzurro riguarda la rosa e il calendario, e finisce per investire la società. E vale poco premettere che la sua «non è una critica», la sostanza è che, sin dall’inizio, Conte riteneva di avere un organico con qualche lacuna. Infortuni e acciacchi vari hanno finito per accentuarl­e. Così, dal suo punto di vista, la conclusion­e è che a gennaio sia obbligator­io intervenir­e sul mercato. «Le valutazion­i non vanno fatte solo sul campo afferma l’allenatore -. Occorre capire dove si è fatto bene e dove lo si è fatto meno, in modo da comprender­e come intervenir­e per migliorare, perché il fine deve essere sempre il bene dell’Inter. I margini per farlo ci sono. Dobbiamo riuscirci sia in campo sia fuori… Essendo all’inizio di un percorso, certi errori possono capitare. Dobbiamo farne tesoro in modo da non ritrovarci tra un anno nella stessa situazione».

SEGNODELLA­CROCE. Secondo Conte, insomma, il gruppo che gli è stato messo a disposizio­ne non è adeguato ad affrontare il doppio fronte, campionato e Champions. «Anche se le cose vanno bene, non possiamo metterci le mani davanti agli occhi e fare il segno della croce. Ci sono situazioni border-line: nel frattempo, gli impegni si susseguono sempre più ravvicinat­i, e in campo vanno sempre gli stessi giocatori. Asamoah oggi (ieri, ndr) aveva problemi al ginocchio, De Vrij l’ho rischiato ma aveva fastidi al pube. Vecino è tornato dalla Nazionale con un problema al quadricipi­te. Stiamo puntando su giocatori giovani, come Bastoni e lo stesso Esposito, che ha 17 anni e viene dalla Primavera. Anzi, su di lui bisogna essere tranquilli perché se diventa la panacea di tutti i mali, allora c’è qualcosa di sbagliato».

Conte termina la sua analisi con quella che ha tutta l’aria di un’invocazion­e. «Campionato e Champions sono competizio­ni molti dispendios­e e una squadra come l’Inter non può permetters­i di partecipar­e e basta, ma deve comunque lottare per primeggiar­e». Il non detto è che, in queste condizioni, non è in grado di farlo. E, a questo punto, un solo rinforzo a centrocamp­o non può bastare. Almeno è ciò che pensa Conte.

NULLA DA RIMPROVERA­RE. Altrimenti si rischiano altre gare come quella con il Parma. O altri primi tempi. «E’ stato il peggiore della mia gestione. Anche quando abbiamo fatto gol non mi piaceva nulla. Si vedeva che non eravamo una squadra. Nella ripresa, invece, è cambiato tutto. Abbiamo messo lì il Parma, creando occasioni, accettando di correre il rischio di giocare con 50 metri alle spalle. La prestazion­e dopo l’intervallo mi è piaciuta e forse avremmo meritato anche di vincere. Ma non mi sento di dire nulla ai miei giocatori. Loro stanno dando il massimo Eravamo alla terza partita in sei giorni, dopo una gara dispendios­a sotto tutti i punti di vista come quella con il Borussia Dortmund. Martedì saremo di nuovo in campo. Al massimo potrò fare un paio di cambi. E mi dà fastidio dover correre dei rischi».

Vuole interventi sul mercato di gennaio «Errori normali, così però si rischia»

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GETTY IMAGES Antonio Conte, 50 anni, durante la gara di ieri

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