Sabatini voleva Osti ma Sinisa salvò Bigon
L’ addio pieno di veleni e l’abbraccio fortemente voluto nello stesso giorno, all’atto pratico tutto è accaduto il 20 aprile passato, Bologna-Sampdoria 3-0, o meglio per essere corretti fino in fondo, dopo quel litigio di Walter Sabatini nello spogliatoio con il presidente Massimo Ferrero ecco che Claudio Fenucci ha potuto avere via libera. A quel punto tra l’amministratore delegato del Bologna e l’allora responsabile dell’area tecnica della Sampdoria c’erano state un paio di telefonate, solo successivamente sono arrivati l’incontro e l’accordo. Cosa successe quella domenica? Successe che Ferrero se la prese con grande decisione con Marco Giampaolo, mettendo in discussione le sue scelte tecniche, e Sabatini non ce la fece a tacere, invitando il presidente a non mettere bocca sul lavoro dell’allenatore. Le urla dei due uscirono da quello spogliatoio, tutti le ascoltarono, anche i dirigenti del Bologna, tanto è vero che un’ora più tardi lo stesso Sabatini le commentò con durezza, prima di rassegnare le dimissioni. Inutile nascondere che a fine anno il rapporto tra Sabatini e Ferrero si sarebbe chiuso ugualmente, ma quella litigata lo anticipò, con quelli del Bologna che fecero festa. Anche perché Sabatini lo avrebbero voluto addirittura dopo la separazione con Pantaleo Corvino: le due parti si incontrarono, si piacquero, ma poi il matrimonio saltò per colpa del presidente della Roma James Pallotta e a Casteldebole arrivò Riccardo Bigon.
SABATINI CON OSTI, POI... A Bologna Sabatini avrebbe voluto portare anche Carlo Osti, con il quale aveva già lavorato alla Lazio e con il quale stava lavorando alla Samp, primo perché lo stima dal punto di vista professionale, secondo perché è un suo amico da sempre. E l’operazione sembrava fattibile, anche perché Bigon sembrava sul punto di separarsi dal Bologna. Poi accadde che in caso di sua permanenza, Sinisa avrebbe preteso anche la conferma