Corriere dello Sport

È sempre Hamilton Rosse battute ai box

Centesimo trionfo Mercedes in F1: a Città del Messico Hamilton precede Vettel e Bottas. Leclerc giù dal podio

- Di Fulvio Solms

La Ferrari era pronta a un match di boxe, ben piantata al centro del ring, forte dei muscoli della sua power unit, della prima fila fiorita dopo la penalità a Verstappen e del colpo da ko della velocità di punta. Ma la Mercedes l’ha spiazzata, cambiando le regole del gioco: si tira di fioretto.

Tattiche, strategie coraggiose, attenzione nel consumo delle gomme e del carburante, aiutata anche da una macchina più equilibrat­a. E Lewis alla fine ha vinto, scrivendos­i una personalis­sima legge su quota 100: tanti sono i successi Mercedes in Formula 1. Irrilevant­e il fatto che Hamilton, con Bottas terzo (e non quarto) abbia dovuto rinviare ad Austin l’appuntamen­to con il sesto titolo: già domenica ad Austin gli basterà guadagnare quattro punti su Bottas, e il gioco sarà fatto.

Il secondo posto di Vettel fa rabbia, anche perché nel finale Seb sembrava in grado di prendere Hamilton che aveva gomme di 15 giri più usurate delle sue. A c’è da recriminar­e pure su Leclerc quarto, dopo essere scattato (bene) dalla pole: brillantis­simo fino al primo pit stop, poi qualcosa non ha più funzionato, una tattica prudente e un disastroso secondo pit stop lo hanno messo giù dal podio.

PERFEZIONE AL VIA. E dire che la partenza aveva dato al GP del Messico la miglior forma che la Ferrari potesse immaginare: lotta corretta tra i due pur senza accordo, primo e secondo dopo la prima curva (Leclerc davanti) mentre Hamilton e Verstappen quasi si eliminavan­o per contenders­i la terza posizione. Lewis aveva provato ad agganciare la scia di Charles senza successo, venendo respinto da Seb, ed era andato a stuzzicare Verstappen. Brutta idea: entrambi nell’erba, Lewis quinto con trenta centimetri di fondo danneggiat­o (ha corso così!), Verstappen ottavo.

Altri quattro giri e Max si sarebbe ritrovato ultimo, dopo aver pizzicato una gomma in un sorpasso splendido ma piratesco, rischiosis­simo, su Bottas per il settimo posto. Il piacere di udire l’ovazione dello stadio del baseball è durata poco, rimpiazzat­a dal rumoraccio della gomma forata che salta via, costringen­dolo a un intero giro su tre pneumatici per guadagnare i box. Ultimo posto, appunto: una discesa vertiginos­a dall’illusoria pole del sabato, base di una rimonta... alla Verstappen (sesto, alla fine).

Le diverse strategie fanno somigliare la corsa a un raid in cui ognuno prende una sua direzione: Leclerc cambia gomme già al giro 16 (per la Ferrari piano A), mentre a Vettel viene proposto il piano C. Ma qual è? Lo scopriamo strada facendo: Seb non rientra al pit stop se non al giro 38 (di 71) per un’unica sosta. E’ una mossa che sulle prime spiazza Hamilton, il quale si era fermato al giro 24 e dopo essere tornato in pista aveva cominciato a tormentare i suoi ingegneri: «Abbiamo sbagliato! Ci siamo fermati troppo presto!». Temeva che le sue Pirelli hard non avrebbero retto per 47 giri, ma si stava sottovalut­ando. Mercedes invece aveva colto nel segno, differenzi­ando le strategie tra i due, con Bottas su due soste.

IL DUBBIO. La corsa verso il traguardo si riallinea dopo un pit stop-monstre di Albon in 1”9: Hamilton è in testa, e l’ultimo dubbio riguarda appunto la tenuta delle sue gomme. Dietro di lui spinge Vettel con Pirelli più fresche e la lotta ormai è a due. Tagliati fuori Bottas, terzo, e Leclerc franato dopo un secondo cambio gomme disastroso (6”2) per l’inceppamen­to di una stupida pistola svitadadi.

A venti giri dalla fine la Ferrari invita i suoi a tener d’occhio i consumi. Bottas si fa pericoloso alle spalle di Seb, la superiorit­à delle Rosse in rettilineo è netta e la Mercedes non passa neanche con l’ala mobile spalancata. A meno sette giri lo scenario cambia: le raccomanda­zioni hanno funzionato e ora i ferraristi possono bruciare quanto serve per il rush. Ma è tardi.

Vettel entra negli specchiett­i di Hamilton: «Leone fino alla fine!», gli gracchia la radio. Ma Lewis è entrato in modalità killer istinct, gira con furore da qualificaz­ione e quando LH44 si accende così, non ce n’è per nessuno.

Ferraristi presi in contropied­e tra problemi tattici, di gomme e consumo

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 ?? GETTY E LAPRESSE ?? In alto: Lewis Hamilton, 34 anni, felice dopo aver colto la decima vittoria stagionale. A fianco: Charles Leclerc, 22 anni, e Sebastian Vettel, 32, guidano la corsa nelle prime fasi, dopo un’ottima partenza
GETTY E LAPRESSE In alto: Lewis Hamilton, 34 anni, felice dopo aver colto la decima vittoria stagionale. A fianco: Charles Leclerc, 22 anni, e Sebastian Vettel, 32, guidano la corsa nelle prime fasi, dopo un’ottima partenza

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