Corriere dello Sport

Commisso è furioso «Cose scandalose troppe doppie misure»

«Guida doveva rivedere l’azione, era già successo con il Napoli. Gli arbitri siano all’altezza. Io non sono sereno»

- di Francesca Bandinelli

Alla prima di campionato, sempre il giorno dopo, Commisso, di fronte alle discusse decisioni arbitrali rispose con diplomazia. «Penso che la tecnologia vada usata». A distanza di due mesi esatti, il ritornello non è cambiato e stavolta il patron va dritto al sodo: «Ieri sera ho visto la gara dal vivo ed è un pochettino scandaloso quello che succede qui, perché ci ha condiziona­to». E poi ancora: «Come minimo bisognava andare al Var. Se c’è perché non usarlo? E dopo si può accettare la decisione dell’arbitro, ci è già successo due volte. E’ accaduto alla prima di campionato, quando poi tutti hanno ammesso l’errore del direttore di gara e pure ieri sera (domenica sera). Io non capisco queste cose». E, ai microfoni di Radio Anch’io Lo Sport, a chi lo ringraziav­a per essere comunque presente nonostante l’amarezza addosso, il patron ha chiosato: «Io non sono sereno, ah».

ARBITRI ALL'ALTEZZA. La sua è stata, per certi versi una difesa paterna nei confronti di Franck Ribery: «Poveretto, era nervoso e quando succede questo, si può commettere uno sbaglio, pur essendo in linea di massima nel giusto. E’ cominciato tutto dal fatto che non si è andati a rivedere l’azione». E’ qui che fa l’esempio della sua azienda, di Mediacom coi suoi 4500 dipendenti, nella quale non ha mai pensato di cacciare via qualcuno, appunto, dopo un errore commesso sotto pressione. E’ qui che il patron rincara: «Se l’espulsione di Ranieri ci sta perché, ammonito ha deviato la palla, non mi piace che ci siano doppie misure». Fa capire, anche, che in ambito internazio­nale, di contro, non è proprio così che girano le cose, e poi aggiunge: «Gli arbitri devono essere all’altezza. O si fanno le cose tutte in una maniera o se no….».

IL NO PER IL FRANCHI. E’ qui che si aiuta sfruttando qualche parola inglese, per cercare di essere preciso, prima di andare a toccare l’altro tema caldo, quello del possibile nuovo stadio. «Io pensavo di poter ristruttur­are e il Franchi - ha spiegato -, perché so cosa rappresent­a per la storia e la città di Firenze. Poi la Soprintend­enza ci ha detto che forse non si può fare. Io, se metto i soldi, voglio pure controllar­e quello che si fa. Io punto a farlo subito perché se non sarà così non voglio fare niente. Dopo il Franchi, la città, fino ad oggi, mi ha dato una sola opzione, quella della Mercafir: vediamo se si potrà fare in tempi e costi giusti, stiamo parlando ogni settimana con Sindaco e Assessori».

I GIOIELLI. Quanto ai suoi gioielli, quelli che hanno già colorato di viola la Nazionale italiana come Chiesa, e quelli che presto lo faranno, come Castrovill­i, ha concluso: «L’ho detto fin dal primo mio giorno a Firenze che sarebbe rimasto per almeno un anno, poi il ragazzo prenderà le sue decisioni, ancora non abbiamo parlato del suo futuro. E’ sereno, gioca, ride. Pure lui ieri sera (domenica sera, ndr) non era in buone condizioni. Ha segnato un gol altrettant­o bello, io gli ho mandato i miei baci e dopo è successo quello che è successo. Se ho paura che mi portino via….col mercato Castrovill­i? Il fatto è che che qui (in Italia, ndr) i contratti a volte non si onorano. Glielo abbiamo prolungato di cinque anni. Certe cose, del calcio e in Italia, io non le capisco (ride, ndr). Mi auguro di tenerlo a lungo». Il resto sono parole di miele per Firenze: «Se non era per la gente, non sarei venuto così tante volte in Italia».

«Povero Franck, era nervoso. Quando è così può succedere anche di sbagliare»

«Volevo ristruttur­are il Franchi, costruirò un nuovo stadio. E poi Chiesa, Castrovill­i...»

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GETTY Il patron viola Rocco Commisso domenica sera era al Franchi dove ha assistito alla sfida con la Lazio. Ieri mattina, rientrato negli Usa, ha commentato quello che era accaduto a Firenze

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