Quel rosso di Rosetti che lo privò della finale Champions del 2010
L’italiano Roberto Rosetti ha firmato il referto arbitrale finora più sanguinoso nella carriera di Franck Ribery. Era il 21 aprile 2010. All’Allianz Arena, nell’andata contro l‘Olympique Lione, il Bayern si giocava l’ingresso nella finale di Champions, che poi avrebbe perso contro l’Inter di Mourinho. Al 34’pt, ancora sullo 0-0, Ribery entrò violentemente sulla caviglia di Lisandro Lopez. Rosetti non esitò a decretare il rosso che escluse il francese dalla finalissima di Madrid. Il giudice Uefa lo squalificò per 3 giornate. «Sognavo la finale ed è stato uno dei momenti peggiori della mia vita – ha raccontato – Ero molto motivato e mi tradì il mio temperamento». Tanto più che per un ex del Marsiglia come Franck, non poteva esserci rivale più agguerrito del Lione. Decise il match un gol di Robben. Nelle sue dodici stagioni nel Bayern, Ribery è stato fermato cinque volte col rosso: tre volte in Bundesliga per somma di ammonizioni (3 turni in tutto) una volta in Coppa di Germania (due turni per fallo di reazione ad una manata in faccia di Koo, negli ottavi di Coppa di Germania) una volta in Champions per il cartellino di Rosetti. In Germania, per lo sgarro con l’assistente Passeri, si concede a Ribery l’attenuante della sostituzione sgradita decisa inspiegabilmente da Montella. In proposito si ricorda la polemica di Franck con Carlo Ancelotti nel Bayern, che lo aveva paragonato ad una Ferrari troppo preziosa per essere usata ogni giorno. «Una sostituzione è sempre difficile da digerire – protestò il numero 7 bavarese – Se io sono fisicamente a posto, voglio giocare 90 minuti. Se so che devo uscire dopo 45 o 60 minuti, la mia prestazione ne risente in peggio». Più o meno per lo stesso motivo, Franck nel 2014, in polemica col ct Deschamps, si è congedato dalla Nazionale.