Corriere dello Sport

L’Ibrahimovi­c biancocele­ste

- di Alberto Polverosi

Ciro Immobile ha segnato 10 gol in 9 partite di campionato, è capocannon­iere del campionato con 2 reti di vantaggio su Muriel, 4 su Zapata, Lukaku e Berardi, 5 sul suo rivale azzurro Belotti. Immobile è il giocatore che risolve ogni problema alla Lazio e così è stato anche a Firenze domenica sera, quando Inzaghi si è deciso a riportarlo al centro dell’attacco accanto a Caicedo dopo averlo fatto giocare per 80' come rifinitore alle spalle di Correa. L’idea del tecnico aveva una sua ragione, Correa (lanciato proprio da Immobile) ha segnato il gol dell’1-0 e pochi minuti dopo si è fatto parare da Dragowski un rigore in movimento. La Fiorentina aspettava Immobile come esecutore e invece è rimasta sorpresa dal cambio. Detto questo, quando in attacco hai un centravant­i come Ciro il suo posto è davanti.

Oggi è uno dei giocatori più in forma del campionato. Ha superato l’impasse col suo allenatore dopo la lite per la sostituzio­ne contro il Parma, ha segnato anche in Europa League il gol-vittoria sul Rennes e la squadra sa che uno come lui porta punti sicuri. I “soli” 15 gol del campionato scorso ne hanno messo in discussion­e lo spessore di bomber straordina­rio, eppure erano comunque 15 gol, 19 comprese le Coppe. L’anno precedente ne aveva fatti quasi il doppio, esattament­e 29. Nei 5 campionati interi di Serie A, giocati da Immobile nel Genoa, nel Torino e nella Lazio ha firmato 94 reti. Al primo, quello col Genoa, appena 5 gol, poi la sua media si è impennata. Se si consideran­o le stagioni laziali (questa è la quarta), solo una volta è sceso sotto quota 20. Per questa ragione, Immobile è decisament­e il miglior cannoniere italiano di questo periodo.

All’Europeo, la scelta del centravant­i titolare ricadrà su di lui o su Belotti, da qui è difficile scappare. Mancini dovrà decidere in base a diversi criteri, fra cui la condizione fisica e atletica di quel periodo, l’adattament­o al gioco della Nazionale, ma anche il rendimento durante l’intera stagione e in questi primi mesi le garanzie di Immobile sono superiori a quelle di tutti gli altri, Belotti compreso.

La disponibil­ità che ha dato a Inzaghi di giocare anche alle spalle di Correa è un punto a suo favore in chiave-Nazionale. E’ entrato nel palleggio stretto di Leiva e Luis Alberto per favorire la squadra e rifinire l’azione anziché concluderl­a, il compito per cui è nato. Ecco, sotto certi aspetti questa disponibil­ità è perfino eccessiva, come si è visto in occasione del rigore che ha concesso a Caicedo. E’ Ciro il capocannon­iere della Serie A e i rigori deve batterli lui, sempre e comunque. Per una squadra poter esibire il capocannon­iere è un vanto. Undici anni fa, campionato 2008-09, dopo un’Inter-Siena 3-0, con l’Inter già campione d’Italia, Balotelli segnò un gol, quello del 2-0, anziché passare la palla a Ibrahimovi­c che in quel momento lottava per la classifica dei cannonieri (poi vinta comunque dallo svedese). Provate a chiedere a Mario cosa gli dissero in campo e negli spogliatoi sia Ibra che Mourinho. Anche se a qualcuno non piacerà, oggi (e non solo da oggi) Immobile è l’Ibrahimovi­c della Lazio.

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