Immobile fiero: «Voglio la foto a Formello accanto a Chinaglia»
iro al bersaglio. Raffiche di gol per riscrivere la storia della Lazio. Sono diventati 97. Un giorno firmerà il suo poster sulle pareti di Formello. La scorsa notte, nella pancia dello stadio Franchi, ha reclamato un posto in galleria accanto a Chinaglia, il mito dei miti laziali. «Sono orgoglioso di averlo raggiunto, so cosa ha rappresentato per i tifosi e per la società. Basta vedere quante foto ci sono a Formello. Spero un giorno ci siano anche le mie» ha sospirato Ciro a tardissima notte, quando si è aperto ai microfoni di Lazio Style Channel. Non ci sono dubbi. E’ entrato nella storia in tempi rapidissimi, deve ancora cantare e centrare traguardi con Inzaghi e Lotito prima di essere celebrato come merita, ma si è già messo nella scia di Piola, Signori, Chinaglia, Giordano e Rocchi. Ha già raggiunto e scavalcato attaccanti del calibro di Klose, Pandev, Casiraghi, Garlaschelli e Puccinelli, andando ancora più indietro nella storia, tra i suoi più illustri predecessori. In poco più di tre anni, Immobile ha segnato 97 volte con la maglia biancoceleste. Sino a giugno aveva tenuto una media di 28 gol (coppe comprese) a stagione. Continua a crescere, quest’anno potrebbe addirittura superarsi, alzando la media. Sta proseguendo con una regolarità impressionante di rendimento. Dieci gol in nove giornate di campionato senza giocare a tempo pieno, sono undici compresa l’Europa League, dodici con la Nazionale. E’ partito fortissimo dopo l’estate. Punta all’Europeo 2021 in azzurro. «I miei numeri? Non si possono tenere sempre questi ritmi» ha aggiunto con saggezza e intelligenza. Lo sa benissimo. Potrebbe imbattersi in una flessione o in un periodo più grigio, anche se questa somiglia tanto alla stagione da record del 2017/18, quando realizzò 41 reti totali tra Serie A, Supercoppa, Europa League (capocannoniere) e Coppa Italia. Dovranno migliorare Correa e Caicedo nel rapporto tiri-gol per assorbire i suoi eventuali cali.
VERSO IL TORO. A proposito di gol alle big, ci ha pensato Inzaghi a rispondere in diretta televisiva a Costacurta ricordando le due doppiette consecutive per battere la Juve nella finale di Supercoppa e poi all’Allianz Stadium senza contare il guizzo di Ciro con l’Inter in semifinale di Coppa Italia, la tripletta al Milan, le reti nei derby con la Roma e persino all’amatissimo Napoli, mai battuto con la Lazio. Vuoti di memoria o semplicemente scarsa attitudine a documentarsi. Immobile ha mostrato il tatuaggio del piccolo Mattia, terzogenito dopo Giorgia e Michela e primo figlio maschio, prima di guardare avanti. Domani allo stadio Olimpico arriva il vecchio Toro del suo amico Belotti, rivale azzurro. La Lazio si è rialzata a Firenze e ora deve trovare continuità. «Al Franchi abbiamo giocato bene e raccolto, vincere ci ha dato una spinta. Meritavamo la vittoria anche in Scozia dove avevamo fatto uno dei migliori primi tempi stagionali. Non era facile battere la Fiorentina. Sono molto soddisfatto. Ora dobbiamo recuperare le forze e vincere contro il Torino». Chissà se tornerà subito sul dischetto. Il rigore lasciato a Caicedo grida vendetta. «Felipe meritava di segnare così come Luis Alberto che voleva tirarlo. Sono due uomini veri e lo meritavano entrambi. Alla fine è stato un mezzo casino (ha spiegato sorridendo, ndr) ma era giusto così». Leader implacabile e generoso.
Domani la sfida al Torino di Belotti: «Dobbiamo vincere e dare continuità»